Le Recensioni

 

Quando l’impresa si fa libro:

Cinecittà: la fabbrica dei sogni come patrimonio aperto

L’unico vero realista è il visionario.

                                                                                Federico Fellini

 

La raccolta libraria della BiblHuB Sapienza si è arricchita di un volume d’eccezione: Cinecittà. Un patrimonio aperto (Skira, 2021). L’opera è a cura di Barbara Goretti, responsabile mostra e dipartimento educativo di “Cinecittà si Mostra”. Il 15 dicembre 2021 il volume è stato presentato al MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Ateneo, alla presenza di esperti tra i quali Andrea Minuz, professore di Storia del Cinema alla Sapienza.

L’opera ricostruisce storia, cultura, ma soprattutto memoria viva della fabbrica dei sogni italiana. Tutto questo è stato possibile grazie all’esposizione permanente "Cinecittà si Mostra", vero e proprio angolo di paradiso per gli amanti del cinema e i cultori dell’heritage marketing.

 

“Cinecittà si mostra” è un’iniziativa culturale ideata da Cinecittà nella quale è possibile visitare alcuni famosissimi set cinematografici e vivere l’esperienza di essere catapultati agli albori del cinema italiano del Novecento sino a oggi. Dall’intento di celebrare il decennale di questa accattivante esperienza sensoriale, fino alla nascita del MIAC, il Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema, è nato il volume curato da Barbara Goretti.

 

Saggi, foto, racconti, copie di documenti originali sono i protagonisti delle 250 pagine in edizione bilingue italiano-inglese, che attraverso ben 150 immagini offrono una ricostruzione a tutto tondo di un immaginario cinematografico a tutt’oggi vivo in Italia e nel mondo. Il materiale iconografico, messo a disposizione dagli archivi dell’Istituto Luce, offre la possibilità al lettore di unire passato e presente, immergendosi in un’epoca d’oro del cinema nella quale Cinecittà iniziava a essere definita la “Hollywood sul Tevere”. Tra i vari documenti riportati nel volume, anche libri contabili di registi o addetti ai lavori.

 

La copertina è realizzata dal maestro Renato Casaro, artista, pittore e illustratore annoverato tra i maggiori cartellonisti cinematografici italiani (Ingresso principale degli studi di Cinecittà, areografia su carta, 2021). Il volume è introdotto dalla premessa di Chiara Sbarigia, presidente dell’Istituto Luce Cinecittà, che apre le porte ad un primo contenuto iconografico a cura di Gino Peressutti, dedicato al progetto su carta dell’ingresso di Cinecittà.
La lettura è suddivisa in Primo Tempo (2011-2015) e Secondo Tempo (2015-2021), rappresentanti rispettivamente gli inizi del percorso museale di Cinecittà e il suo sviluppo favolosamente rapido. Entrambe le parti sono arricchite da Schede di approfondimento, utili alla piena comprensione del volume.

Dopo un decennio, Cinecittà si Mostra “è ancora materia viva, capace di metamorfosi continue in un luogo da cui traspirano sogni. Un percorso che non solo ha aperto i suoi cancelli al pubblico ma che racconta Cinecittà, ne delinea l'identità espositiva come opera in movimento e patrimonio aperto” (Barbara Goretti). Una memoria cinematografica viva e rivolta al futuro.

 

di Federica Volpicelli,
Laureanda in Organizzazione e Marketing per la Comunicazione di Impresa
volpicelli.1646503@studenti.uniroma1.it

Titolo completo:

Cinecittà. Un patrimonio aperto.

Dieci anni di Cinecittà si Mostra (2011-2021)

Azienda promotrice:

Luce Cinecittà

Provincia:

Roma

Website aziendale:

https://cinecittasimostra.it/

Categoria di appartenenza:

Cinema

Anno di pubblicazione:

2021

Lingua:

Italiana-Inglese

Numero di pagine:

250

Autore/i:

Barbara Goretti

Con testi di: Nicole Bianchi, Elisabetta Bruscolini, Gianni Canova, Alida Cappellini e Giovanni Licheri, Anna Caratini, Gaia Casagrande, Zelda De Lillo, Serena Giulia Della Porta, Giancarlo Di Gregorio, Nicoletta Ercole, Cristina Francucci, Barbara Goretti, Oscar Iarussi, Italo Moscati, Cristiana Paternò, Marlon Pellegrini, Chiara Sbarigia

Editore:

Skira

Traduzione:

Jessica Edwards, Lauren Sunstein

Graphic Design:

Luigi Fiore

Copywriting:

Carlotta Santuccio

Fotografia:

Andrea Martella, Anna Galante, Daniele Molajoli

Erma pictures, Lisson Gallery, Daniele Nannucci

Fabrizio Galli, Giantito Burchiellaro

Andrea Kim Mariani.

Principali contributi documentali:

Cinecittà S.P.A. e Archivio Storico L.U.C.E.

Formato (base x altezza) in cm: 

28.5 x 2.4 x 24.5 cm

Copertina:

Flessibile

Sovraccoperta:

No

Carta per pagine interne: 

Carta patinata lucida

ISBN:

978-8857245966

Collocazione:

BIBLHUB 1047

Permalink all'OPAC SBN:

https://opac.uniroma1.it/SebinaOpacRMS/resource/cinecitta-un-patrimonio-aperto-dieci-anni-di-cinecitta-si-mostra-20112021/RMS4543099

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando l’impresa si fa libro:

Il cavallo bianco che ha cambiato la storia di Carosello

 

Nei giorni scorsi il team di BiblHuB ha avuto il piacere di incontrare Massimo Orlandini, autore e curatore della monografia “Vidal 120” (Editore Lineadacqua, Venezia, 2020), terzo premio assoluto al Premio OMI 2020.

Il volume, realizzato interamente a Venezia durante il lockdown e basato su numerosi documenti inediti provenienti dall’archivio storico Vidal-Mavive e dalla collezione Massimo Orlandini, è stato editato con l’intento di raccontare i 120 anni d’attività della famiglia Vidal nel mondo della profumeria e dei detergenti. Questa appassionante storia imprenditoriale è un esempio significativo e paradigmatico dei cambiamenti succedutisi nel mondo industriale manifatturiero italiano nel corso dell’ultimo secolo ed evidenzia in che modo strategie di comunicazione e di intensive marketing abbiano portato alcuni prodotti a diventare oggetti di culto e simboli di intere generazioni.

Angelo Vidal fonda l’azienda che porta il suo nome nel 1900, dapprima come laboratorio a Venezia, poi rilevando il saponificio Salviati vicino alla stazione ferroviaria di Mestre. Egli diventa un precursore della futura Porto Marghera, anzi, diventa la prima azienda a posizionarsi in quest’area dopo la Grande Guerra. Vidal avvia così i suoi saponifici attraversando momenti difficili sempre raddoppiando gli sforzi e sviluppandosi nel settore profumiero nel 1937, acquisendo la nota ditta veneziana di lozioni e profumi Longega. Tra le due guerre mondiali la A. Vidal, differenziandosi, riesce così a posizionarsi nel mercato senza troppo subire un’aspra competizione sul prezzo del sapone. Dopo la morte di Angelo Vidal, avvenuta nel 1948, l’azienda viene affidata alla nuova generazione e, dopo la ricostruzione post bellica, è pronta alla sfida portata dalle multinazionali lanciando nel 1951 il marchio Pino Silvestre, che rappresenta una linea di prodotti caratterizzati dall’iconica boccetta a forma di pigna. Oltre al profumo, ai saponi e ai deodoranti dall’inconfondibile aroma (quello stesso che correda il volume, sotto forma di segnalibro mobile), successivamente viene prodotto il bagnoschiuma Pino Silvestre Vidal, che entra nelle case degli italiani nel 1968 attraverso il celebre Carosello del cavallo bianco, ideato dal copywriter Vito Taverna, la cui intenzione creativa del 1967 è recuperata e pubblicata nella monografia. Il carosello si afferma subito e, dopo dieci anni di programmazione continua, lascia per sempre il segno nell’immaginario dei consumatori.

Una campagna pubblicitaria così azzeccata, con un prodotto che arriva al momento giusto, può salvare un’azienda da una crisi di prodotto che è già in atto. Il bagnoschiuma Pino Silvestre Vidal conquista il mercato e il Carosello del cavallo bianco spinge le vendite. Il prodotto e il carosello intercettano bisogni nuovi: gli italiani avevano scoperto la doccia negli anni ’60-’70 del Novecento, mentre precedentemente veniva usata la vasca da bagno e la pubblicità di conseguenza ritraeva note attrici immerse nella schiuma con in mano una saponetta. Con il carosello del cavallo bianco, per la prima volta, appare un protagonista al di fuori della figura umana, che è lì solo di contorno e osserva la scena. La pubblicità del cavallo bianco, nata in un momento storico particolare nel 1968, comunica un messaggio forte di libertà, di freschezza, di vitalità ed è rivolta a tutti, a un pubblico unisex, lasciando un ricordo indelebile nel tempo.

Nonostante il grande successo di quello che potremmo definire per antonomasia il “bagnoschiuma degli italiani”, la Vidal di Porto Marghera entra definitivamente in crisi e viene incorporata a metà degli anni Ottanta nella multinazionale Henkel, cessando successivamente la propria vita come azienda. Contestualmente nel 1986 Massimo Vidal, nipote del fondatore Angelo, fonda Mavive, acquisendo da Henkel il marchio Pino Silvestre e preservando, in questo modo, il vero cuore della Vidal.

Al termine del saggio principale di Massimo Orlandini, Vidal, il profumo del successo, l’Autore ci lascia con una fase dal sapore heritage: “I ricordi sono perle preziose, non devono essere lasciati nei cassetti della memoria ma, come a formare la collana preferita, portati sempre al collo. Ad altri, dopo, aggiungerne ancora” (p. 71).

 

di Luciana Caiella

(SCN -Sapienza Università di Roma)
luciana.caiella@uniroma1.it

 

Un estratto della videointervista a Massimo Orlandini: LINK

 

 

Titolo completo: 

Vidal 120

Azienda promotrice: 

Mavive

Provincia: 

Venezia

Website aziendale: 

https://www.mavive.com/it/

Categoria di appartenenza: 

Profumeria e saponi

Anno di pubblicazione: 

2020

Lingua: 

Italiano (disponibile anche in Inglese)

Numero di pagine: 

152

Autore/i o curatore/i:

Massimo Orlandini

Editore:

lineadacqua edizioni

Graphic design:

Tomomot Visual Design

Copywriting:

Massimo Orlandini, Luciana Boccardi, Andrea De Robilant

Fotografia:

Andrea Avezzù, Ermanno Reberschak, Marco Sabadin/Vision,

Marta Buso

Principali contributi documentali:

Archivio Vidal Mavive, Collezione Massimo Orlandini

Stamperia:

Grafiche Veneziane

Formato (base x altezza) in cm: 

20,5x26cm

Copertina: 

Rigida

Sovraccoperta: 

No

Carta per pagine interne: 

Carta patinata opaca

ISBN:

978-88-3206-642-5

Luogo di conservazione:

BiblHuB Sapienza – Biblioteca di Comunicazione e Ricerca Sociale

Permalink all'OPAC SBN:

https://opac.uniroma1.it/SebinaOpacRMS/resource/vidal-120/RMS4483753

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando l’impresa si fa libro:

“Donatella Versace, dalle passerelle al racconto”

Sin dalle prime pagine, il racconto della carriera di Donatella Versace si offre come un coinvolgente viaggio per immagini alla scoperta del suo atelier. 

Il volume si avvale di un generoso corredo di fotografie inedite che, passando dalle passerelle ai backstage, raffigurano non solo creazioni d’alta moda, ma soprattutto le persone che negli anni hanno fatto parte di questa celebre famiglia italiana.
Il libro, scritto da Donatella Versace in collaborazione con Maria Luisa Frisa e Stefano Tonchi, è dedicato alla memoria del cantante Prince, icona del pop che negli anni ha ispirato molteplici collezioni di Versace. Si compone in otto parti, dedicate ciascuna a un capitolo saliente della storia aziendale. Si parte dalla nascita, ricordando Gianni Versace, per poi ripercorrere le collaborazioni salienti del brand: icone della musica, attrici e attori, super modelle e molti altri, passando attraverso i luoghi nei quali le ispirazioni del brand prendono vita.
Quello che traspare è il forte legame con le persone che compongono questo grande universo. Come sottolineato da Donatella Versace:
“Le superstar e le celebrità, giovani e non tanto giovani, famosi e sconosciuti, ricchi o poveri, passato, presente o futuro, con la Medusa non importa chi eri o da dove arrivi. Quello che conta è indossare Versace perché sono ancora abiti che ti consentono di andare ovunque tu sogni di andare.”

Un altro valore che traspare sin dalle prime pagine è il forte legame con la famiglia, valore fondativo della società italiana, che rappresenta la base sulla quale è costruito l’universo culturale Versace. Dalla famiglia i due fratelli Gianni e Donatella hanno ereditato uno spirito ribelle, che riverseranno negli anni all’interno del loro lavoro e del loro stile. Quello stesso stile che Donatella Versace, direttore artistico della maison nel 1997, ha emblematicamente aggiornato e fatto proprio negli anni, in una sensibilità volta a conciliare il vecchio mondo e la cultura pop contemporanea.

Il volume sottolinea, inoltre, il ruolo della rivoluzione digitale e, in particolare, come Internet abbia cambiato il mondo del fashion: da una parte, la rete rappresenta un grande contenitore di immagini, che porta a ripensare lo stesso processo di image-making legato alla moda; dall’altra, permette inedite connessioni tra brand e consumatori e l’ascolto in tempo reale di questi ultimi. Proprio per questo, Donatella Versace considera Internet un contesto particolarmente sfidante per mettere alla prova della contemporaneità il messaggio di Versace, che “è un messaggio molto particolare, è sempre forte, e diverso. Lo puoi amare, o no”.
Le pagine, corredate da note e didascalie, danno la possibilità di attraversare la storia di questo storico brand all’interno di una storia più ampia, che racconta la rivoluzionaria visione della moda legata alla tradizione italiana.

di Kateryna Zavalykhata

laureanda in Organizzazione e Marketing per la Comunicazione d’Impresa
zavalykhata.1910227@studenti.uniroma1.it

 

 

 

Scheda tecnica del Volume

Titolo completo:

VERSACE - Donatella Versace

Azienda protagonista:

Versace

Provincia:

Milano

Website aziendale:

https://www.versace.com

Categoria di appartenenza:

Moda

Anno di pubblicazione:

2016

Lingua:

Inglese

Numero di pagine:

288

Autore/i o curatore/i:

Donatella Versace, Maria Luisa Frisa, Stefano Tonchi

Editore:

Rizzoli

Formato (base x altezza) in cm:

28x35

Copertina:

Rigida

Sovraccoperta:

Si

Carta per pagine interne:

Carta patinata lucida

ISBN:

978-0-8478-4607-8

Luogo di conservazione:

BiblHuB Sapienza – Biblioteca di Comunicazione e Ricerca Sociale

Permalink all'OPAC SBN:

https://opac.uniroma1.it/SebinaOpacRMS/resource/versace/RMS4483752

 

 

Quando l'impresa si fa libro:
“Gentilini?? La grande ditta!”

 

 Per la rubrica “Quando l’impresa si fa libro”, il team di BiblHuB ha avuto modo di intervistare Daniela Brignone, archivista e storica d’impresa, curatrice di numerose monografie per aziende soprattutto nel settore food and beverage. Fra le opere a sua firma, anche il volume al quale l’azienda Gentilini ha voluto dar vita nel 2015 per i propri 125 anni di storia, in un racconto che intreccia sapientemente testo e immagini.

Gentilini è ancora oggi, a più di 130 anni dalla sua nascita, uno di quei marchi che comunicano il valore delle cose semplici e della famiglia tipico del Made in Italy. L’azienda, fondata nel 1890 da Pietro Gentilini, ebbe come prima sede il popoloso quartiere romano dell’Esquilino, dove all’epoca erano in corso i lavori per quella che sarebbe diventata la Stazione Termini. Negli anni successivi laboratori e punti vendita si sparsero velocemente per tutta la città: i biscotti Gentilini diventarono così i “biscotti di Roma”.

Nei primi anni del ‘900 l’azienda, pur mantenendo una vocazione artigianale, iniziò un processo di industrializzazione inevitabile, date le dimensioni che la ditta andava assumendo.  Alla morte del fondatore Pietro nel 1943 la gestione dell’azienda passò nelle mani del figlio Ettore, che dovette fronteggiare una crisi aziendale dovuta non solo alla guerra, ma anche a dissidi familiari verificatisi in seguito alla morte del padre. Nonostante gli alti e bassi fisiologici vissuti dalla Gentilini nel corso del secolo scorso, Ettore prima, e suo figlio Paolo poi, hanno portato l’azienda a ottimi risultati dal punto di vista di produzione e vendita, riuscendo anche a far sì che il marchio di famiglia diventasse una storia che appartiene a tutti gli italiani, in grado di entrare nelle case delle persone rappresentando la semplicità delle piccole cose buone.

«La Gentilini è riuscita nell’impresa di trasmettere la ricchezza del proprio “heritage” anche grazie a un oggetto: la scatola in latta. Sfogliando il volume si può apprezzare la varietà di scatole, raffiguranti momenti storici, che negli anni sono state messe in commercio e che i bambini romani e italiani trovavano spesso in casa dei nonni pieni di biscotti, acquistati sfusi di volta in volta».

Queste le parole dell’autrice, che dell’importanza della storia della “grande ditta” Gentilini ci racconta di più sui social della BiblHuB…

 

di Luciana Caiella

(SCN -Sapienza Università di Roma)
luciana.caiella@uniroma1.it

 

L'estratto della videointervista a Daniela Brignone

 

 

Scheda tecnica del Volume

Titolo completo: 

Biscotti P. Gentilini: 125 anni di bontà (1890-2015)

Azienda protagonista: 

Biscotti Gentilini

Provincia: 

Roma

Website aziendale: 

https://www.biscottigentilini.it/it/

Categoria di appartenenza: 

Alimentare

Anno di pubblicazione: 

2015

Lingua: 

Italiano

Numero di pagine: 

187

Autore/i o curatore/i:

Daniela Brignone

Editore:

Palombi Editore

Formato (base x altezza) in cm: 

29cmx24.5cm

Copertina: 

Rigida

Sovraccoperta: 

no

Carta per pagine interne: 

Cartoncino satinato

ISBN:

9788860606921

Luogo di conservazione:

BiblHuB Sapienza – Biblioteca di Comunicazione e Ricerca Sociale

 

 

 

 

 

Quando l'impresa si fa libro:
Cavir. Proiettati nel futuro, dal 1965

 

“Non puoi sapere chi sei se non sai da dove vieni”: questo è il motto della famiglia De Luca che dal 1965 porta avanti con dedizione la Società Cave Irpine CAVIR, specializzata nella produzione di calcestruzzo, ma anche impegnata nel riciclo di materiali speciali, nei servizi immobiliari e nei trasporti.

Per gli approfondimenti di BiblHuB Sapienza, ho avuto modo di parlarne con Modestino De Luca, giovane responsabile amministrativo dell’azienda e ideatore di una dettagliata monografia istituzionale, risultato finale della sua tesi di laurea sull’Heritage Marketing. Un volume realizzato in collaborazione con gli esperti di Leaving Footprint, brillante agenzia specializzata nell’heritage management nata come spin-off degli Studi del Sannio e dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope.

Il volume, oltre a ripercorrere la storia di tre generazioni che hanno portato l’azienda a essere quella di oggi, mette in luce obiettivi, progetti strategie di marketing messe in campo nel corso del tempo. Dalle pagine del testo, di grande formato e arricchito da numerose immagini e fotografie, traspare una forte e costante voglia di miglioramento che si traduce in attenzione per la ricerca e il rispetto dell’ambiente; si percepisce inoltre l’importanza che quest’impresa attribuisce all’etica del lavoro.

Una delle pagine della storia della Cavir Group che più colpisce è quella sul ruolo dell’azienda nel periodo successivo al terremoto che ha distrutto l’Irpinia nel 1980. In quel momento, operai e dirigenza lavorarono senza sosta, giorno e notte, per poter contribuire a una ricostruzione purtroppo ancora oggi in parte incompiuta. Nonostante il malfunzionamento della macchina pubblica e l’incapacità delle istituzioni di fronteggiare l’emergenza, nel periodo successivo al 1980 la Cavir arrivò a contare più di 50 dipendenti che contribuirono alla ricostruzione. Negli anni successivi, nonostante i cambiamenti nell’assetto societario e le molteplici crisi economiche, l’azienda cresce e cambia adeguandosi alle nuove tecnologie, ponendo sempre più attenzione all’impatto ambientale e provvedendo a ridurlo grazie all’utilizzo di macchine moderne. Oggi l’impresa, nonostante la sua lunga storia, si presenta come un’impresa dinamica, portata avanti dalla nuova generazione dei De Luca.

Luciana Caiella

(SCN - Sapienza Università di Roma)

L'intervista a Modestino De Luca - CAVIR

 

Scheda tecnica del Volume

Titolo completo: 

Cavir. Proiettati nel futuro, dal 1965

Azienda protagonista: 

Cavir Group

Provincia: 

Grottaminarda (AV)

Website aziendale: 

https://www.cavir.it/

Categoria di appartenenza: 

Settore edile

Anno di pubblicazione: 

2020

Lingua: 

Italiano

Numero di pagine: 

112

Autore/i o curatore/i:

Modestino De Luca, Angelo Riviezzo, Giusy Mignone

Editore:

Areablu Edizioni

Formato (base x altezza) in cm: 

21x28

Copertina: 

Rigida

Sovraccoperta: 

No

Carta per pagine interne: 

Patinata opaca

ISBN:

978-88-94925-58-6

Luogo di conservazione:

BiblHuB Sapienza – Biblioteca di Comunicazione e Ricerca Sociale

 

 

Quando l’impresa si fa libro:
la pasta in biblioteca

 

Pasta Mancini il libroL’ambizioso progetto editoriale nasce dal ricordo di Nonno Mariano. Ce lo ha raccontato al telefono Massimo Mancini, titolare dell’azienda marchigiana, che è stato possibile coinvolgere nella BiblHuB di letteratura d’impresa grazie alla ricerca condotta, sotto il lockdown, da tre allieve del corso di Comunicazione organizzativa e di corporate: le studentesse Sapienza Cristina Camastra, Alessia Grillotti e Benedetta Ottaviani.

Ci sono voluti sette anni di lavoro per ideare una pasta dedicata a un grano dallo spirito antico e al ricordo di un agricoltore curioso e innovativo, che ha trasmesso tutta la sua passione ai giovani nipoti. Per promuovere quest’idea, il prodotto è stato accompagnato da un saggio breve, volto a ripercorrere un’interessante declinazione di una delle eccellenze che simboleggiano il “fatto in Italia” nel mondo: la pasta.

Il protagonista del saggio è il fondatore Nonno Mariano, raccontato attraverso aneddoti e curiosità che hanno come cornice la suggestiva campagna del centro Italia. I 4 capitoli di cui il volumetto è composto fanno lentamente scivolare nella vita dell’imprenditore, facendolo scoprire poco a poco.

Il primo capitolo “Centocinque”, in ricordo dell’età di Nonno Mariano, parte dalla fine, dal giorno del suo ultimo saluto, per poi tornare indietro ad alcuni momenti evocativi della sua storia.

Nel secondo capitolo, “Il tutto è diverso dalla somma delle sue parti”, è animato dalle domande di Massimo Mancini, ideatore del progetto: “Cosa mi resta tra le mani di Nonno Mariano?”, “Cosa è stato per me Nonno Mariano?”. Per riscoprire il bagaglio di passione che, tramandato da nonno a nipote, ha dato senso al progetto imprenditoriale.

Il terzo capitolo, “Rinascere grano”, racconta quindi il percorso che fatto sì che, in 7 anni, l’antico grano coltivato dai Mancini diventasse ufficialmente il seme di grano “Nonno Mariano”, riconosciuto e certificato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

Nel quarto capitolo, “Nonno Mariano è di tutti”, a conclusione del saggio vengono presentate le caratteristiche del grano e della pasta del pastificio Mancini.

La particolarità di questo progetto sta anche nella sua presentazione. “Nonno Mariano - Il libro” si presenta in un cofanetto di grande formato che, insieme al saggio, contiene un assaggio della pasta prodotta a partire dal grano “Nonno Mariano”. Cultura e gastronomia si fondono così all’interno di una scatola molto speciale, rompendo gli schemi e portando un prodotto pop come la pasta fin dentro una biblioteca.

Luciana Caiella
(SCN - Sapienza Università di Roma - SBS)

https://www.linkedin.com/company/mancini-pastificio-agricolo/videos/

 

Scheda tecnica del Volume

Titolo completo: 

Nonno Mariano - il libro

Azienda protagonista: 

Mancini Pastificio Agricolo

Provincia: 

Fermo

Website aziendale: 

https://www.pastamancini.com/it/

Categoria di appartenenza: 

Alimentari- Produzione|Distribuzione

Anno di pubblicazione: 

2020

Lingua: 

Italiano, Inglese

Numero di pagine: 

19

Autore/i o curatore/i:

Massimo Mancini

Editore:

No

Formato (base x altezza) in cm: 

19x27

Copertina: 

Rigida

Sovraccoperta: 

No

Carta per pagine interne: 

Cartoncino Bristol opaco

ISBN:

No

Luogo di conservazione:

BiblHuB Sapienza – Biblioteca di Comunicazione e Ricerca Sociale

Permalink all'OPAC SBN:

No

 

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