Stampa turca
- Alla fine del 2015, il direttore del giornale Cumhuriyet Can Dündar e il caporedattore Erdem Gül vengono arrestati con l'accusa di spionaggio dopo che il giornale aveva pubblicato filmati che mostravano l'Intelligence di Stato turca inviare armi ai combattenti islamici siriani. Gli arrestati vengono scarcerati nel febbraio 2016. Nel dicembre 2020 un tribunale turco ha emesso nei confronti di Dundar una condanna a 27 anni di carcere accusandolo di aiuto a un gruppo terroristico e di spionaggio. Dal 2016, vive in esilio in Germania.
- All'inizio di marzo 2016 amministratori fiduciari nominati da un tribunale entrano, scortati dalla polizia, nella sede del quotidiano Zaman, il più diffuso della Turchia. Consegnano lettere di licenziamento al direttore e ad altri giornalisti. Il giornale è di fatto posto sotto il controlo governativo. Motivo di questa decisione, come già accaduto in altre circostanze, è l'accusa di propaganda terrorista poiché il giornale è considerato diretta emanazione di Hizmet il movimento creato da Fetullah Gülen, ex alleato di Erdogan, sul quale pende ora un mandato di cattura per aver creato strutture segrete parallele a quelle statali. (La Repubblica: Sevgi Akarçesme, Elif Shafak, Abdullah Bozkurt - The Indipendent)
- La distruzione del server del giornale ha distrutto i link ai testi degli articoli. Le pagine di Zaman non verranno però cancellate. I nomi dei giornalisti (molti arrestati dopo il tentativo di golpe del 15 luglio) e i titoli degli articoli rimangono come traccia del lavoro del giornale.
- marzo 2018 Aydin Doğan, imprenditore laico inviso ad Erdogan, vende a Yildirim Demiroren (di fatto smantellando il settore media della sua holding) il quotidiano Hurryet, dopo la chiusura di Zaman il più importante della Turchia. Dopo questa vendita 21 dei 29 quotidiani (il 90% delle copie pubblicate) a tiratura nazionale fanno parte della stretta cerchia attorno al capo dello Stato. Il sistema democratico turco, già minato dalle fondamenta, viene ulteriormente indebolito. (alcuni commenti di giornalisti di Hurryet: M. Yetkin, B. Yinanc, Yusuf Kanli, F. Bildirici). Ad ottobre il caporedattore Murat Yetkin, lascia il quotidiano.
- At the beginning of March 2016, court-appointed trustees enter the headquarters of the Zaman newspaper, the most widely distributed in Turkey, escorted by the police. They deliver dismissal letters to the director and other journalists. The newspaper is effectively placed under government control. The reason for this decision, as has already happened in other circumstances, is the accusation of terrorist propaganda since the newspaper is considered a direct emanation of Hizmet, the movement created by Fetullah Gülen, a former ally of Erdogan, on which now hangs an arrest warrant for having created secret structures parallel to the state ones (La Repubblica: Sevgi Akarçesme, Elif Shafak, Abdullah Bozkurt - The Indipendent)
- The destruction of the newspaper's server destroyed the links to the article texts. The pages of Zaman, however, will not be deleted. The names of the journalists (many arrested after the coup attempt on July 15) and the titles of the articles remain as a trace of the newspaper's work.
- March 2018 Aydin Doğan, a secular entrepreneur disliking by Erdogan, sells the Hurryet newspaper to Yildirim Demiroren (effectively dismantling the media sector of his holding), after the closure of Zaman, the most important in Turkey. After this sale, 21 of the 29 newspapers (90% of the copies published) with a national circulation are part of the close circle around the head of state. The Turkish democratic system, already undermined from its foundations, is further weakened. (some comments from Hurryet reporters: M. Yetkin, B. Yinanc, Yusuf Kanli, F. Bildirici). In October, editor-in-chief Murat Yetkin leaves the newspaper.