L’addio di Scienze della Comunicazione a Umberto Eco

Italiano
Lettera del direttore

Cari Colleghi,
so che tutti abbiamo condiviso la profonda tristezza della scomparsa di Umberto Eco, a cui molti di noi erano legati da vincoli di amicizia, consuetudine e collaborazione scientifica e istituzionale.
Tanto più questo riguarda i corsi di Comunicazione che lo hanno avuto Presidente della Conferenza dalla sua fondazione. Il ruolo di Eco è stato decisivo, del resto, per l’incardinamento accademico nell’Università italiana e per l’istituzionalizzazione dei nostri studi.
È anche evidente la coerenza tra la partecipazione alla Commissione ministeriale istitutrice presieduta da Pietro Rossi (e in cui ero il membro junior) e il resto della sua straordinaria carriera scientifica e culturale. Quel tasso impressionante di innovazione che Eco ha portato alla cultura italiana ha profondamente influenzato anche l’identità e la natura di movimenti culturale di Scienze della Comunicazione.
Chi lo ha conosciuto sa bene che lui a qualunque sottopancia preferiva il termine di professore. Dobbiamo inventare un modo di ricordarlo che lo avrebbe fatto sorridere, anche per far percepire meglio ai nostri studenti, addottorandi e docenti, il profilo di quello che è stato un vero punto di riferimento.

Un caro saluto
Mario Morcellini

Suggerita a

Lunedì, 22 Febbraio, 2016

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma