Cordoglio per il Prof. Marzano

Maria Paola Manzi Sono giorni che cerco di metabolizzare questa notizia che mai avrei immaginato di ricevere, ma è da giorni che sono solo inebetita dal dolore e disorientata. Perché se provo a tirare le somme su chi sono oggi e quello che faccio, non posso fare a meno di constatare che sia merito delle indicazioni, dei consigli e del supporto che ho avuto la fortuna di ricevere da te. E come me, tutti quelli che hanno potuto entrare in contatto con il tuo altruismo, la tua umiltà, la tua competenza, professionalità, gentilezza, visione, non possono che essere sconcertati. Con orgoglio ogni studente si riferisce a te come al “mio professore”, perché è così: per ognuno hai sempre trovato modo e tempo per lasciare un insegnamento personale e dedicato, toccando nel profondo ogni singolo e lasciando un messaggio positivo... mi sono sempre chiesta in che modo riuscissi visti gli innumerevoli impegni e ruoli che ricoprivi, ha sempre avuto del sovrannaturale. Come ho sempre detto per ogni volta che abbiamo avuto modo di sentirci, grazie, grazie, grazie, mille volte grazie, lo ripeterei all’infinito! Grazie per essere stato come sei, grazie per avermi permesso di lavorare assieme e avere la fortuna di conoscerti, grazie per il sostegno, grazie per avermi trasmesso la passione in quello che faccio. Oggi piango non solo la perdita del professore ma la perdita di un uomo come ne esistono pochi al mondo.
Iranian students community of Electronic Engineering faculty We are still shocked to hear this news. There is not only a single word that can describe the pain in our hearts. Professor Frank Marzano, personally, Morally, and academically, was a role model in our life. Like all of the many other Italian and International students of his, our lives have been touched and shaped in a good way by him. He may rest in peace, and we send our regrets to his beloved family and the Sapienza university society.
Piergiorgio Pacifici È proprio vero che se ne vanno via sempre i migliori. Non esiste miglior professore nelle spiegazioni di concetti durante le lezioni e nella comprensione degli alunni in ogni sfaccettatura. Un vero leader della facoltà, una figura simbolo dell’Ingegneria Italiana.
Piero Marietti Cara Signora Antonella, cari figli di Frank e cari tutti del DIET, mi permetto di intromettermi nel vostro dolore per raccontarvi qualcosa di Frank. Frank è stato uno dei miei studenti: uno dei più brillanti. Ma io non lo stimavo solo per questa ragione. Frank era anche rappresentante degli studenti nel Consiglio di Facoltà, quando la Facoltà di Ingegneria era una sola. I suoi interventi non erano volti alla difesa di interessi studenteschi di corto respiro: anche di questi, perché era il mestiere richiesto al rappresentante degli studenti. L'intervento di Frank aveva sempre un respiro intrinseco, sottinteso e intenzionale che lo apriva verso orizzonti più ampi. Quando l'intervento riguardava l'Istituzione, egli ragionava da statista. Ammiravo i suoi interventi e ci trovavo quell'affinità che con lui non ho mai perso e che rinforzava la stima che gli nutrivo. Il suo passaggio nelle fila dei docenti fu naturale per le sue posizioni e accolto con gioia da un gruppo di professori che, magari inconsapevolmente, cercava operazioni di svecchiamento. Frank ricoprì il suo nuovo ruolo non solo con la serietà che era la sua dote riconosciuta fino ad essere data per scontata, ma ci aggiunse la proposta di una modernizzazione della figura docente senza abbandonare la severità con la quale si relazionava con studenti, colleghi e con la scienza. Una persona completa cui il rispetto era dovuto per default. La sua scelta disciplinare fu distante dai miei interessi: Frank era un'anima indipendente e scelse in sua perfetta libertà. Aggiungo con piacere un episodio del quale forse non siete a conoscenza. Quando Frank era ancora studente, ci venne in mente di affrontare, per divertimento, una sfida diversa dall'elettronica e dintorni. Mettere in scena uno spettacolo di prosa. La scelta cadde su Chi ha paura di Virginia Woolf, di E. Albee, dramma americano che più americano non si può. Dramma difficile, riservato ad attori di vaglia, non a noi presuntuosi. Lui avrebbe fatto Nick. Ci si lavorò un inverno intero: alla fine, la grande difficoltà del testo ci sfiancò al punto che fummo costretti a rinunciare. Ma c'eravamo divertiti tanto. E' stata una grande perdita. Piero Marietti

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma - CF 80209930587 PI 02133771002