IL PROGETTO DEL NUOVO CIVICO ZERO A SAN LORENZO, ROMA Committente: Save the Children Italia Onlus - responsabile dott. Claudio Gatti Studio e progetto di riqualificazione: Responsabile scientifico: prof. arch.Domizia Mandolesi - HousingLab DiAP - Sapienza Università di Roma Gruppo di lavoro: dott. arch. Leila Bochicchio, dott. arch. Pina Colamarino
Direzione dei lavori: dott. arch. Pina Colamarino progetto: marzo 2018; realizzazione: settembre 2018 fotografie: VL9_photography
Descrizione Il nuovo Civico Zero nel quartiere San Lorenzo a Roma, un centro di accoglienza diurno per minori non accompagnati gestito dalla cooperativa omonima e finanziato da Save the Children Italia Onlus, nasce dalla collaborazione tra l'associazione Save the Children e la facoltà di Architettura dell' Università Sapienza di Roma. Il progetto in particolare è l'esito di un contratto di ricerca stipulato tra Save the Children e HousingLab, il laboratorio di ricerca del Dipartimento di Architettura e Progetto (DiAP) dell'Università Sapienza di Roma (1), per la riqualificazione di un ex officina situata in via dei Bruzi. L'obiettivo è definire modelli di spazi per l'accoglienza, la protezione, il supporto e l'orientamento di giovani migranti in condizioni di marginalità sociale al fine di tutelare i loro diritti e promuoverne l'integrazione nel tessuto sociale di riferimento. Le attività di supporto e assistenza che il Centro offre ai giovani sono organizzate su tre livelli: servizi di base (mediazione culturale, informativa e consulenza legale, consulenza sanitaria, etc..); inclusione sociale (laboratori, attività ludiche e culturali, etc..); formazione e integrazione sociale (formazione linguistica, orientamento, formazione e ricerca di lavoro). La multiculturalità dei destinatari e la multidisciplinarietà delle risorse necessarie alle attività di assistenza sono stati due dei principali aspetti ai quali il progetto si è ispirato per giungere a un'organizzazione spaziale fortemente connotata e riconoscibile ma al tempo stesso fluida e flessibile, prevedendo ambienti destinati ad attività specifiche senza precludere l'uso degli spazi secondo logiche di appropriazione individuali. Creare un punto di appoggio per giovani di differenti etnie e culture in particolari condizioni di disagio e fragilità psicologica, un luogo dove poter trovare conforto e assistenza attraverso lo svolgimento di attività diverse e dove poter ricostruire un senso di comunità, ha costituito la principale sfida del progetto. A partire da questi presupposti, l'idea progettuale, ispirata ai concetti di variazione spaziale e flessibilità funzionale, si basa sull'integrazione di due elementi: - il contenitore principale rappresentato dall'edificio esistente, un ex laboratorio per la lavorazione delle materie plastiche, ristrutturato e adeguato dal punto di vista normativo e impiantisco, che resta sostanzialmente invariato nei caratteri morfologici e materici; - gli ambienti interni come struttura più leggera, flessibili e modificabili nello spazio e nel tempo, concepiti come ambiti spaziali e funzionali protetti ma, al tempo stesso, in collegamento visivo gli uni con gli altri. L'obiettivo è stato realizzare un ambiente per la condivisione ma anche un luogo dove sentirsi al sicuro, stimolando un uso libero e non univoco degli spazi. Da qui l'individuazione di una struttura organizzativa composta di due "maniche", una dedicata alla formazione e l'altra adibita a spazio espositivo e di ingresso, entrambe confluenti nello spazio centrale, il cuore del centro, una sorta di piazza coperta destinata all'incontro e allo scambio dove poter svolgere attività diverse (musica, teatro, lettura, gioco, etc...), ma anche dotata di luoghi in cui poter creare piccoli gruppi o leggere appartati. Lo studio dei materiali e il dosaggio della luce naturale proveniente dall'alto hanno assunto un ruolo fondamentale nella definizione dei caratteri dei singoli spazi e dell'atmosfera complessiva del Centro, suggerendo per i nuovi volumi l'impiego di un involucro leggero e permeabile con il quale ottenere variazioni della luminosità anche attraverso l'introduzione del colore.
(1) Il contratto di ricerca ha come oggetto lo studio di riqualificazione e adeguamento funzionale degli spazi di proprietà di Save the Children Italia Onlus, situati ai numeri civici 16/a, 16/b e 16/c di via dei Bruzi in Roma, e l'assistenza tecnica alla redazione del progetto esecutivo per la realizzazione di un centro diurno per minori non accompagnati. Responsabile scientifico per il DiAP: prof. arch. Domizia Mandolesi (HousingLab); referente per Save the Children: dott. Claudio Gatti
Il Fatto Quotidiano: Roma, a San Lorenzo un altro quartiere è possibile >
|