Progettisti: A. De Cesaris, A. Franchetti Pardo, E. Salce
PREMESSA
Tra le infrastrutture urbane contemporanee, quella stradale con le sue numerose corsie di marcia
e gli allacci alle altre maglie della rete è, dal punto di vista spaziale, quella potenzialmente più
invasiva. E’ anche quella indispensabile alla vita della città. Da sempre la strada ha organizzato il
territorio e ha costruito lo spazio urbano.
Nel suo collegare punti più o meno distanti tra loro - connettività longitudinale - organizza e struttura
un invaso di dimensioni variabili ai suoi margini. Su questi margini si agganciano una serie di
elementi che assicurano o meno la connettività trasversale. La qualità spaziale e figurativa di questo
invaso e la sua capacità connettiva è cruciale ai fini di un uso sociale della strada vero fulcro
della vita di un quartiere.
Il progressivo aumento dei flussi di traffico e la ricerca di una sempre maggiore velocità di percorrenza
ha portato alla costruzione di una serie di assi a scorrimento veloce che hanno ridotto gli
allacci al sistema complessivo della rete costitutiva del tessuto urbano e quindi delle sue la connettività
trasversali.
Il risultato è un evidente distacco della strada dai territori attraversati, un distacco che ha , a
seconda dei casi, una forte cesura all’interno dei contesti di riferimento, la creazione di una serie
di spazi irrisolti e una riduzione, se non il completo annullamento, del valore sociale della strada.
LO STATO DI FATTO
Corso Francia a Roma rappresenta un esempio emblematico di distacco della strada dal tessuto
urbano al contorno, con alti livelli di criticità.
La strada, a suo tempo realizzata per far fronte a livelli di congestione assai minori di quelli attuali,
si snoda su un fondo valle bordato dalle due colline completamente urbanizzate del Fleming e di
Vigna Clara. Sull’asse longitudinale nord-sud ha come terminali due rilevanti, seppur oggi poco
valorizzate, presenze ambientali: a nord il Parco Urbano dell’Inviolatella Borghese come terminale
del Parco di Veio a sud il parco del Tevere.
Oggi rappresenta la porta d’ingresso al centro di un vasto quadrante di Roma nord assumendo
nei fatti un ruolo di asse dividente tra due quartieri ed un peso in termini di traffico veicolare e che
l’attuale sezione stradale non è più in grado di svolgere. Tale ruolo, con il suo carico di inquinamento
acustico ed ambientale, la rende peraltro totalmente incompatibile con la vivibilità dei quartieri
che ne risulta così gravemente compromessa. La commistione di ruoli tra strada di penetrazione
extraurbana e di collegamento e servizio per zone urbane, la rende infine inefficace proprio
come asse di penetrazione, scopo per la quale fu realizzata.
Attualmente infatti oltre al traffico locale di servizio ai due quartieri del Fleming e di Vigna Clara
convergono su via di Corso Francia i flussi in entrata e in uscita provenienti dalla Cassia
(Grottarossa, La Storta, La Giustiniana e l’hinterland della Braccianense) e dalla Flaminia (Labaro,
Prima Porta e hinterland della Tiberina/Flaminia). Un ulteriore aggravio è costituito dai flussi in
entrata e in uscita dalla tangenziale. Le ricadute sul piano della sostenibilità, economica, sociale e
ambientale sono dunque assai rilevanti.
La strada a 2 corsie di marcia per carreggiata più le complanari mostra oggi elevati livelli di criticità
non solo in relazione ai tempi di percorrenza del traffico veicolare ma anche in termini di:
1- continue interferenze, regolate da molti semafori, tra il traffico locale e il traffico a scorrimento
veloce Cassia/Flaminia-Centro e viceversa;
2- forte inquinamento ambientale (acustico e atmosferico) aggravato dalla particolare condizione
morfologica che non facilita il ricambio dell’aria: Corso Francia vede infatti periodicamente superare
i limiti massimi di inquinamento atmosferico previsti dalla normativa;
3- mancato uso sociale dell’invaso stradale, dato l’attuale utilizzo quasi esclusivamente veicolare;
4- mancata connessione tra i due quartieri limitrofi a causa della forte cesura creata dall’arteria a
scorrimento veloce;
5- perdita di valore e appetibilità degli immobili e delle attività commerciali situati ai margini dell’invaso
LA PROPOSTA
La proposta è finalizzata al risanamento ambientale dell’intero invaso stradale di Corso Francia,
attualmente fortemente degradato, mediante il tombamento di tutta la viabilità legata al traffico
pesante proveniente dalle consolari e diretto verso il centro e viceversa.
Con tale opera si intende:
1- migliorare complessivamente l’accesso alla città da nord;
2- recuperare la superficie stradale alla sua naturale destinazione di percorso urbano;
3- attrezzare il medesimo quale “boulevard” commerciale, riservato a pedoni ed al traffico locale a servizio dei
due quartieri limitrofi (Vigna Clara e Collina Fleming);
4- realizzare il collegamento dei due suddetti quartieri tra loro e verso il centro;
5- potenziare le connessioni tra zone di Roma in rapida trasformazione anche in vista delle Olimpiadi di Roma
2020 (Villaggio Olimpico, Flaminio-Ponte Milvio e Foro
Italico);
6- innescare processi di riqualificazione/trasformazione degli edifici esistenti lungo Corso Francia.
Il progetto prevede:
1- l’interramento del traffico di attraversamento veloce per un tratto di circa 1,2 km con 2 ingressi a nord ed 1 a sud.
A nord gli imbocchi in tunnel alla strada a scorrimento veloce sono sulla via Cassia Nuova all’altezza di
Largo. P. Saraceno e sulla via Flaminia Nuova nel tratto compreso tra via G. Fabbroni e via M. Pantaloni.
Ambedue ricadono al margine del tessuto edificato sul confine esterno del parco di Veio. A sud si prevede un
unico ingresso all’altezza del Cavalcavia di via del Foro Italico (via olimpica) in diretta connessione con il Ponte
Flaminio e con il viadotto di Corso Francia. Ciò realizza un’arteria di scorrimento veloce che giunge fino ai quartieri
più centrali di del settore nord di Roma, ampiamente serviti da parcheggi e da terminali del trasporto pubblico
(Piazza Mancini, Villaggio Olimpico).
La sezione stradale del tunnel ha una larghezza di 21,00 metri (2 carreggiate con 2 corsie per senso di
marcia più marciapiede); e un’ altezza variabile tra 5,50-7,50 metri.
La sezione del tunnel è disegnata in modo tale da permettere, in alcuni tratti, illuminazione e aerazione naturale,
naturalmente in aggiunta ad un adeguato sistema sottoservizi ispezionabili.
Per quanto riguarda il trasporto pubblico il progetto prevede di convogliare quello di collegamento
tra l’hinterland ed il centro, all’interno del tunnel lasciando in superficie quello a servizio
dei quartieri limitrofi. Il progetto prevede come alternativa ai bus di superficie, la realizzazione
di una “tramvia verde”, attualmente non ipotizzabile in quanto sono ancora assenti gli
adeguati collegamenti con il resto della rete. Si auspica, a tal proposito, un possibile collegamento
mediante una linea tranviaria che partendo dalla futura stazione della Metro “C” Vigna
Clara possa collegarsi con l’ “Hub” più vicino (attualmente quello di piazza Mancini).
2-la riqualificazione di Corso di Francia scaricata del traffico di attraversamento veloce attraverso
la creazione di un giardino lineare attrezzato con percorsi pedonali e ciclabili, aree di
sosta, punti ristoro, aree gioco attrezzate, parcheggi a raso per la sosta breve (110)
Tale sistema del verde svolge un ruolo determinante nella dotazione di spazi verdi attualmente
inesistenti nell’area e nella riconnessione fisica e visuale dei due sistemi ambientali di elevato
pregio paesaggistico costituiti dal Parco di Veio e dal Parco del Tevere.
3- la creazione di un parcheggio interrato su due livelli per circa 350 posti auto nel triangolo
compreso tra via Cassia Nuova, via Flaminia Nuova e via A. De Viti De Marco. In quest’ ultima
è previsto l’ingresso al parcheggio. La collocazione del parcheggio è pensata in funzione
di un futuro ripristino della stazione ferroviaria di Vigna Clara realizzata per i Mondiali del 1990
e attualmente inutilizzata.
4- la realizzazione di un ponte pedonale e carrabile di riconnessione tra i due quartieri del
Fleming e di Vigna Clara. Il parapetto di protezione del ponte potrà alloggiare pannelli per la
proiezione di eventi/spettacoli/pubblicità.
5- realizzazione di un ascensore di collegamento tra la quota del ponte e quella del giardino
lineare.
Pubblicato in:
-“Manzar the Scientific Journal of Landscape” n.16, 2011 ISSN 2008-7446
- esposto: Nuova Fiera di Roma, Expo edilizia, nov. 2010