Vetrina 1 - Gerico

Tell es-Sultan/Gerico: 10000 anni di storia in Palestina

Tell es-Sultan, nella Valle del Giordano a 7 Km dalla sponda settentrionale del Mar Morto, è uno dei giacimenti archeologici più ricchi dell'intero Vicino Oriente. La Sapienza è stata la prima Università ad intraprendere scavi congiuntamente con il Ministero del Turismo e delle Antichità della Palestina, avviando nel 1997 un Progetto Pilota, ancora in corso, per lo studio, il recupero e la valorizzazione scientifica e turistica dell'antica Gerico. Gli scavi della Missione Italo-Palestinese, hanno interessato 11 aree e sono stati concentrati sulle città dell'Età del Bronzo Antico e Medio, portando alla luce le articolate fortificazioni (all'origine delle antica tradizione biblica confluita nel racconto del Libro di Giosuè, con la conquista della città al suono dei corni di montone), diversi settori dell'abitato e, sulla Collina della Sorgente, i palazzi reali sovrapposti delle due epoche.

Gerico Neolitica (8500-4600 a.C.)
La straordinaria fioritura di Gerico agli albori della rivoluzione neolitica le sono valsi l'epiteto di "città più antica del mondo", essendo stata cinta da mura e dotata di una monumentale torre circolare già nel Neolitico Pre-Ceramico A (8500-7500 a.C.). A Gerico l'Uomo ha compiuto i suoi primi passi, addomesticando piante e animali, inventando l'architettura modulare (il mattone) e sviluppando la sua prima organizzazione sociale e ideologica, rappresentando per la prima volta i propri antenati. Infine, l'introduzione della ceramica (Neolitico Ceramico, 6000-4600 a.C.) è accompagnata da una sorta di regressione culturale complessiva dell'insediamento.

Gerico nell'Età del Bronzo: Ruha dei Cananei (3500-1500 a.C.)
La città dell'Età del Bronzo, uno dei migliori esempi dell'urbanizzazione secondaria del Levante, era difesa da imponenti circuiti di mura e terrapieni che racchiudevano la sorgente di 'Ain es-Sultan, un vero fiume di acqua da 4000 litri al minuto che alimentava l'intera Oasi. Al centro della città erano il tempio maggiore e, sul pendio che dominava la sorgente e l'oasi, il Palazzo reale, portato alla luce dalla Sapienza, sotto al quale, in una tomba principesca, è stato ritrovato uno scarabeo che ha rivelato il nome cananaico di Gerico scritto in geroglifici egizi: Ruha.

La necropoli
Nel pianoro a nord e a ovest del sito si estendeva dal Bronzo Antico I una vasta necropoli, con tombe familiari (individuali solamente nel Bronzo Intermedio/Bronzo Antico IV) che riflettono la vita lunga e fiorente di una comunità sviluppatasi attorno all'agricoltura intensiva e al controllo di fondamentali materie prime della depressione del Mar Morto: il sale, il bitume, lo zolfo.

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