Vetrina 18 - Sculture egizie

Sculture egizie del Nuovo Regno (1550-1077 a.C.) e dei Periodi Tardi

Nonostante la sua rigida bidimensionalità, la scultura fu largamente adottata dalle classi più elevate della società egizia, con un serie di tipi ben codificati di dimensioni solitamente inferiori al vero che venivano realizzati in una varietà di pietre, facilmente reperibili nei deserti egiziani. Assieme al calcare e all'arenaria, molto comuni, ma relativamente soffici e facilmente erodibili (principalmente impiegati nell'architettura, assieme al granito), una grande varietà di pietre semidure erano disponibili in Egitto: la grovacca, il granito, il basalto, lo scisto, la diorite e la quarzite. Esse furono sfruttate magnificamente per rappresentare il potere dei faraoni e sottolineare il rango dei personaggi pubblici, oltre che per raffigurare gli dei.

Il naoforo
Il naoforo "portatore di tempio" è un tipo scultoreo caratteristico dell'arte egizia e raffigura un personaggio che reca, inginocchiato o in piedi, un tabernacolo con una figura o degli emblemi divini. Questo genere di statua compare nel Nuovo Regno (1550-1077 a.C.) ed è attestato fino al I secolo a.C. Il naoforo non è quasi mai un sovrano. La statua di un personaggio accovacciato ("a cubo") con il naos posizionato anteriormente appare in epoca ramesside e scompare alla fine del Nuovo Regno.

Diversamente, il naoforo inginocchiato è attestato dalla XVIII Dinastia (epoca di ?atshepsut, 1478-1359 a.C.) fino alla XXX (380-343 a.C.), con una maggiore diffusione durante la XXVI Dinastia (672-525 a.C.). Il naoforo in piedi è invece attestato a partire dalla XX Dinastia (1189-1077 a.C.) fino all'epoca tolemaica.

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