Collezioni Museo di Anatomia Comparata "Battista Grassi"

L'Anatomia Comparata 

Nonostante il nome evochi sanguinose dissezioni, in realtà l'Anatomia Comparata è una disciplina naturalistica inserita nel complesso delle scienze zoologiche che rivolgono il loro interesse al mondo degli animali. L'anatomia comparata infatti ricerca le cause della forma degli animali, soprattutto dei Vertebrati, e cerca di darne una interpretazione che, in prima istanza, è funzionale. Un pesce è fatto per vivere nell'acqua e tutta la sua anatomia, da quella delle branchie a quella del suo scheletro, è prova di un perfetto adattamento a questo modo di vivere. Anche lo strisciare di un serpente è un tipo particolare di movimento che prevede strutture altrettanto peculiari: una colonna vertebrale snodata e numerosissime costole. Tutto il corpo degli uccelli è una perfetta macchina per volare, e lo scheletro dell'ala è una struttura adatta all'inserimento delle penne a formare un'ala. Ma un'altra interpretazione delle strutture corporee è indispensabile per trovare il senso di certe forme: la storia evolutiva percorsa. L'ala degli uccelli è derivata da quella dell'Archeopterix, vissuto circa 40 milioni di anni fa, nel quale si riconoscono tre dita come in certi dinosauri del Mesozoico. Alla stessa maniera possiamo riconoscere il significato di alcune strutture dei pesci confrontandole con quelle di animali vissuti nelle antiche ere geologiche. Se volessimo sintetizzare il significato dell'anatomia comparata in poche parole, potremmo allora dire: forma, funzione, evoluzione. 

La sala dei Cetacei

Il colossale scheletro di una balenottera comune troneggia al centro della sala cetacei. Questo esemplare, valutato sui 22 metri di lunghezza, si arenò nel 1866 sul litorale tirrenico nei pressi di Santa Marinella; ne fu preparato lo scheletro che, assieme a quello del capodoglio, fu esposto in uno speciale padiglione nell'orto botanico, costituendo un vanto per le collezioni naturalistiche del museo dell’Archiginnasio pontificio e un sicuro richiamo per i visitatori. Altri reperti cetologici completano la sala: la scatola cranica di un'altra balenottera, le cui dimensioni fanno valutare l'intero animale di una lunghezza di 26 metri; il rostro di un narvalo, il cetaceo artico che generò la leggenda del cavallo marino unicorno. Il confronto tra lo scheletro di una giraffa e quello di un tursiope esaspera le differenze di strutture di un mammifero fatto per correre nelle savane alberate e di uno fatto per nuotare veloce nelle acque aperte dei mari.

La sala Didattica

Dalla sala dei Cetacei si passa alla sala didattica, ove, ordinati per sistemi organici, i preparati anatomici esposti aiutano gli studenti nella preparazione dei loro esami universitari.

La sala Grassi 

Nel '600, con la scoperta del microscopio, si allargarono a dismisura le possibilità di studiare le strutture anatomiche, essendo possibile l'analisi della loro organizzazione microscopica. Abbiamo voluto ricostruire in questo angolo del museo un tavolo di lavoro della fine del secolo scorso, utilizzando apparati ed arredi appartenuti al Prof. Battista Grassi, che diresse l'Istituto di Anatomia Comparata dal 1896 al 1926. Il nome di questo grande zoologo italiano è legato all'identificazione dell'insetto vettore del plasmodio della malaria, una grande scoperta che fa quasi dimenticare gli altri enormi contributi apportati dal Grassi alla zoologia e all'anatomia comparata, che spaziano dalle migrazioni e metamorfosi delle anguille, alle caste delle termiti, all'entomologia di base, a quella medica ed agraria. Nella sala dedicata al Grassi, insieme ai cimeli appartenuti al grande zoologo e ai manoscritti delle sue opere, sono esposti antichi modelli anatomici, le cartapeste scomponibili di Jérome Auzoux e i modelli di cera di Adolf e Friedrich Ziegler.

Le sale dei Microscopi

In queste sale sono esposti antichi strumenti per l'analisi microscopica delle strutture: microtomi, microscopi, apparati microfotografici che datano dalla fine del '700 ai primi anni del '900 fino a moderni microscopi elettronici a trasmissione e a scansione.

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma