La fondazione Roffredo Caetani ha dato il via al restauro degli edifici dei giardini di Ninfa

Latina, rivivono gli edifici della città morta di Ninfa grazie all'8 per millehttps://roma.repubblica.it/cronaca/2019/12/17/news/latina_rivivono_gli_edifici_della_citta_morta_di_ninfa_grazie_all_8_per_mille-243697367/La fondazione Roffredo Caetani ha dato il via al restauro degli edifici dei giardini di Ninfa, in provincia di Latina, considerati dal New York Times i più belli al mondo. I fondi provengono dalle donazioni dei cittadini che hanno devoluto l’8 per 1000 nel 2016di CLEMENTE PISTILLISono trascorsi sessant’anni da quando lo scrittore ferrarese Giorgio Bassani, estasiato dalla meraviglia delle rovine della città morta di Ninfa e dai giardini che vi sono stati realizzati attorno dalla nobile famiglia romana dei Caetani, si ispirò a quell’angolo di paradiso della provincia di Latina per scrivere Il giardino dei Finzi Contini. Un romanzo che denuncia la tragedia vissuta durante il fascismo dalla comunità ebraica italiana e da cui Vittorio De Sica ha tratto l’omonimo film.A far scoprire i Giardini di Ninfa a Bassani, definiti dal New York Times i più belli del mondo, fu Marguerite Chapin, la moglie di Roffredo Caetani, duca di Sermoneta, con cui lo scrittore collaborava nella rivista letteraria Botteghe Oscure. E ora la Fondazione che gestisce il patrimonio dei Caetani, proprio come fece in passato la nobile famiglia, ha deciso di avviare il restauro di alcuni tra i principali monumenti medievali della città morta, tra cui l’antica dogana, il luogo maggiormente amato da Bassani. Il progetto di restauro conservativo deciso dalla Fondazione Roffredo Caetani, finanziato con 338mila euro provenienti dai fondi dell’ 8 per mille dell’Irpef del 2016, comprende la ristrutturazione della copertura dell’antico palazzo comunale di Ninfa, del retro dell’abside della chiesa di Santa Maria Maggiore, della casa a schiera in prossimità sempre della chiesa e appunto dell’antica dogana, in prossimità del Ponte del Macello, edifici tutti risalenti al XII e XIII secolo.I lavori dureranno alcune settimane e stanno impegnando un team di esperti, tra cui la professoressa Daniela Esposito, direttore della Scuola di specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio di Roma, e i docenti del Dipartimento di Storia, disegno e restauro dell’architettura dell’Università La Sapienza di Roma, facoltà di Architettura di Valle Giulia. La progettazione è stata poi affidata all’architetto Elisabetta Ricci e tra i tecnici all’opera vi sono l’architetto Armandina Antobenedetto, l’architetto Pasquale Loffarelli e il geologo Massimo Amodio."Dare notizia di questo ennesimo progetto di restauro conservativo che riguarda importantissime aree del Giardino di Ninfa — afferma il presidente della Fondazione Roffredo Caetani, l’architetto Tommaso Agnoni — è per noi motivo di orgoglio soprattutto perché a finanziarlo sono gli stessi cittadini con i fondi messi a disposizione dall’ 8 per mille. Il Giardino di Ninfa, la città di Ninfa e le sue rovine sono un patrimonio di tutti, la conservazione e la sua tutela devono dunque essere un impegno comune".

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