DESIDERIO DI ESSERE (E AUTENTICITÀ)

FilmIDA di Pawel Pawlikowski, 2013

Ospiti:

ANNA COTUGNO, Psicoterapeuta, Docente SSPC

- Le tecniche di ripresa utilizzate in questo film favoriscono l'identificazione con i personaggi. L'inquadratura fissa, il formato 4:3, la fotografia, il colore bianco/nero, sono tutti elementi che aiutano una focalizzazione sulle due protagoniste e dunque un'identificazione con loro.

- Il film è un itinerario, è un viaggio di una eroina che va in cerca della sua storia. E il viaggio prende forma dall'incontro con la zia, grazie alla quale Ida andrà incontro al proprio desiderio, ma anche a quello della zia, andrà incontro al dolore, all'indicibile, e anche al futuro. Un viaggio in cui Ida riscopre delle parti di sé perdute. Il culmine di questo viaggio è quando le due donne disseppelliscono e riseppelliscono i fantasmi del loro passato: eppure non c'è possibilità di elaborare la tragedia familiare che le accomuna, anche perché sono forzate a fare i conti con la loro storia (e la storia della loro nazione, la Polonia) dalla madre superiora che costringe Ida a conoscere la zia, unico suo familiare ancora in vita. Oltre che un viaggio, il film si potrebbe considerare anche un "esilio", tema caro al regista: quello di Ida dalla sua vita di suora, e quello dei suoi parenti ebrei esiliati in Polonia e poi barbaramente uccisi.

- Il film dice anche qualcosa sull'identità femminile. Questo film illustra l'incapacità nell'universo femminile di raccogliere il patrimonio che viene dalla madre, per questo può essere considerato un film sul "desiderio della madre". È la danza tra queste due donne la vera protagonista del film, che ricorda un po' il mito di Demetra e Core: da un estremo di vicinanza a un estremo di lontananza e questo a dimostrare l'assenza di misura nel rapporto madre-figlia. È qualcosa che ha a che fare con il pre-edipico e la fase edipica: nel pre-edipico trionfa la passione per il corpo della madre, mentre nella fase edipica subentra il padre: ovvero la figlia femmina passa dalla fantasia di dare un figlio alla madre alla fantasia di ricevere un figlio dal padre. Appunto, vicinanza-lontananza.

- Questo viaggio di Ida non termina come era cominciato anche se lei sembra ritornare al convento, perché la suora dell'inizio non è la suora della fine. Ida durante il suo viaggio ha "mangiato il chicco" cioè ha attraversato una serie di mondi, di luoghi, anche psichici, che la rendono diversa. Anche rispetto all'aspetto corporeo: la suora di prima non è stata mai sfiorata, e dall'incontro con la zia, dalla vicinanza con lei, sperimenta il contatto corporeo (più che la sessualità) che la zia ha nei suoi confronti e che lei poi le restituisce quando se ne prende cura, oppure quando la abbraccia. Insomma, dopo aver visto l'orrido Ida ritorna in un luogo dove l'orrido non c'è.