Termogalvanometro di Duddell

The Cambridge Sc. Instruments Co.; 1905 (il brevetto è del 1900); 25 x 25 x 30

 

Gli strumenti a filo caldo si basano sugli effetti termici prodotti per effetto Joule quando la corrente passa in un filo. Si distinguono vari sottotipi a seconda del particolare fenomeno associato al riscaldamento del filo; così, vi sono strumenti che sfruttano la variazione di volume di un gas riscaldato dal filo; le variazioni di resistenza del filo; la dilatazione del filo; la ddp sviluppata da termoelementi. 

Il termogalvanometro di Duddell, impiegato per misure di c.a., adotta un quadro mobile basato sul principio di funzionamento di Deprez-D'arsonval, con bobina in sospensione e lettura a specchio e sfrutta, in particolare, l'irraggiamento da parte di un sottile filo di quarzo platinato, riscaldato per passaggio di corrente, su una termocoppia di bismuto-antimonio. Quest'ultima costituisce una spira dell'avvolgimento della bobina mobile. La corrente da misurare è inviata al filo di quarzo mentre la bobina è alimentata con c.c.

L'esemplare mostrato venne acquistato nel 1905 (il brevetto è del 1900) per 15,10 sterline, come si ricava dal Registro delle fatture dell'Istituto di Fisica.

(M. Grazia Ianniello)

 

Milliamperometro Duddell a filo caldo

The Cambridge Sc. Instruments Co.; 1905 ca.; 21 x 10 x 19

Il milliamperometro in esame (o Thermo-ammeter) impiega il brevetto Duddell, del 1900. La scala va da 0 a 100 mA, la resistenza dello strumento varia da 1 a 43 ohm per temperature fino a 170°C.

(M. Grazia Ianniello)

 

Milliamperometro a filo caldo

Hartmann & Braun; 1925 ca.; 23x21x11

Lo strumento sfrutta il calore sviluppato per effetto Joule in un filo percorso da corrente. Un sistema di trasduzione meccanica amplifica l'allungamento del filo che viene registrato da un indice su scala. Il "filo caldo" deve avere grosso coefficiente di espansione, alto punto di fusione, resistenza meccanica elevata. La Hartmann & Braun impiegava, per questi motivi, una lega di platino-iridio. La scala è lineare tra 0 e 20 mA, non lineare da 20 a 100 mA. La lettura è diretta; lo strumento aperiodico, trasportabile.

(M. Grazia Ianniello)

 

Millivoltmetro per misure di temperatura

Siemens & Halske, Berlino; primi anni del '900; 18 x 18 x 18

Nello strumento le bobine sono montate su perni e la lettura è ad ago, come negli indicatori Weston; la scala superiore, con 170 divisioni, permette di misurare tensioni da 0 a 17 mV; la scala inferiore, con 160 divisioni, consente misure di temperature tra 0 °C e 1600 °C. Lo strumento, per essere impiegato come misuratore di temperature, va accoppiato a una termopila di platino e platino-rodio. La punta della termocoppia con le due estremità metalliche saldate, va posta nel punto in cui si vuole misurare la temperatura mentre le altre due estremità vanno unite ai morsetti. In tal modo la d.d.p. dei termoelementi viene associata alla differenza di temperatura tra l'estremità libera e la punta. La sensibilità dello strumento è di 5×10-4 V; la resistenza interna di 777 ohm.

(M. Grazia Ianniello)

 

Millivoltmetro Foster per misure di temperatura

Foster Instruments Co., Letchworth, Herts; 1924; 25x9x31

Sulla cassa dello strumento vi sono tre morsetti con anima metallica per i contatti elettrici, contrassegnati da 0 mV, 19 mV e 1600 °C, 1300 °C.

Il millivoltmetro, a bobina mobile e magnete, funziona sul principio di Deprez-D'Arsonval; dispone di tre scale lungo le quali scorre un ago sottile. La scala superiore va da 0 a 19 mV e ha una sensibilità di 0,1 mV; le altre due si riferiscono a misure di temperatura, la prima da 0 a 1600 °C, la seconda da 0 a 1300 °C, entrambe con sensibilità di 10 °C. Lo strumento sfrutta la ddp sviluppata da una termocoppia di platino e platino rodio. Questo tipo di millivoltmetro, il cui brevetto è del 1915, aveva come agenti esclusivi per l'Italia, Henry Coe & Clerici di Milano.

(M. Grazia Ianniello)

 

Voltmetro a tre sensibilità a filo caldo

Hartmann & Braun; 1925 ca.; 21x20x13

Sulla cassa dello strumento sono posti 4 morsetti in bachelite con anima metallica, contrassegnati con i numeri 0, 15, 30, 150 e destinati a effettuare misure nelle tre possibili scale di tensioni massime (15 V, 30 V, 150 V). Una serie di resistenze permette di variare la scala di lettura. Lo strumento è aperiodico, trasportabile.

(M. Grazia Ianniello)