Attività didattiche

Attività didattiche

Il Laboratorio supporta le attività didattiche nell'ambito dell'Arte per la formazione Medica e Sanitaria in collegamento con le Medical Education

Il museo può diventare un ambiente dove il pubblico può attivare indagini nuove legate al proprio interesse ai diversi punti di vista legato alla propria esperienza e cultura. E’ in questo contesto che possiamo inserire l’utilizzo dell’arte per la formazione Medica e Sanitaria. L’esperienza di osservazione può essere guidata secondo metodologie sperimentate e valutate  negli Stati Uniti presso grandi Musei (Museum of Fine Art – Boston; Moma – NY) e grandi Università (Harvard, Yale) e l’oggetto museale può offrire i propri contenuti evidenziando i collegamenti con la medicina e la cura.

L’arte viene utilizzata come strumento terapeutico ma da qualche anno anche come strumento per il miglioramento delle competenze in ambito medico e sanitario.  L’utilizzo dell’arte è collegato allo sviluppo della disciplina delle MedicalHumanities, a partire dagli anni ’60, per rispondere all’esigenza di arricchire gli studi medici con discipline umanistiche.Nella convinzione che la medicina sia qualcosa di più che un insieme di conoscenze e di abilità tecniche, gli educatori medici hanno ritenuto importante inserire materie umanistiche come arte, letteratura, filosofia, etica, storia, nel programma di studi formativi di un buon medico.

Uno degli elementi alla base del processo decisionale medico è l’osservazione. Per affinare l’acuità di osservazione, generalmente acquisita solo dopo anni di esperienza clinica, negli Stati Uniti periodicamente i formatori hanno sperimentato l’utilizzo dell’arte per insegnare tale abilità mediante la visione sistematica di dipinti a partire dagli anni ottanta.Agli studenti di medicina, di scienze infermieristiche o di altri settori dell’area medica e sanitaria  viene insegnato ad osservare le opere d'arte e tale metodo viene applicato alle proprie pratiche professionali. In questo modo, si sviluppano osservazione, interpretazione, empatia e capacità di collaborazione, al fine di migliorare la diagnosi e la pratica clinica. Sono diversi gli approcci e i metodi utilizzati nel coinvolgimento degli studenti delle discipline mediche e di cura sviluppati da partenariati tra Università e Musei raccolti e presentati a un Forum The Art of Examination che si è tenuto nel 2016 a New York. Tali metodi fanno riferimento agli studi collegati alla Nuova Museologia, che intendono applicare durante la visita al museo, il modello che pone al centro l’osservatore e i suoi interessi, trasformando il museo da “tempio” della conservazione a luogo “attivo” attorno all’opera.Anche in Italia dal 2014 è stata attivata tale sperimentazione utilizzando il metodo VTS ed è attivo dall’anno accademico 2015-2016 un corso di arte per la formazione del medico presso La Sapienza Università di Roma e diversi seminari sono svolti anche nel settore infermieristico e per i Medici in formazione per Medicina generale. Per la realizzazione di tale corso è stata attivata una collaborazione con diversi musei (Galleria Nazionale, Musei della Sovrintendenza Capitolina, Museo Nazionale Etrusco, Museo delle civiltà) che hanno messo a disposizione il loro patrimonio per la pratica VTS. Il metodo delle strategie di pensiero visuale applicato alla medicina  sembra rispondere alle esigenze di sviluppo delle competenze alla base della professione medica e/o di cura che possono essere sinteticamente elencate:Comunicazione, empatia, ascolto attivo, osservazione, lavoro in team. Dal 2017 è attiva una sperimentazione che vede coinvolto il III,IV e V anno del corso di laurea in Medicina e Chirurgia della Sapienza con applicazione di visual thinking strategies e altre pratiche laboratoriali come l’iconodiagnostica per migliorare le soft skills. E’ allo studio una sperimentazione dell’arte per limitare il rischio burnout negli studenti.

 

 

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