Drowning by numbers, il mondo della scienza al bivio fra competizione o collaborazione
Stefano L. Sensi, Dipartimento di Eccellenza di Neuroscienze, Imaging e Scienze Cliniche, Università di Chieti-Pescara.
22 febbraio ore 12.00
Aula Sergi CU026
Una delle scomode verità sulla ricerca scientifica degli ultimi 30 anni riguarda come le logiche di mercato/impresa abbiano permeato il campo della scienza. Gli scienziati sono stati forzati a diventare imprenditori di se stessi e si sono adeguati ad essere valutati attraverso una serie di parametri (IF, h-index, conteggio delle citazioni, ecc.) e di benchmarks (grants, attività di terza missione). Ciò ha reindirizzato l’obbiettivo generale del lavoro dello scienzato dalla produzione di conoscenza a quello di generatore di “prodotti scientici”, patents e spin-off. Nel campo della produzione di scienza, il risultato è una sovraproduzione di articoli mediocri, poco innovativi e spesso inutili (1). E’ stata anche accantonata la ricerca ad alto tasso di rischio ma con potenziale di elevato impatto traslazionale a favore di una ricerca adagiata su tematiche più mainstream ma arricchità da un alto contenuto tecnonologico delle metodologie impiegate. Per quanto riguarda i giovani ricercatori il quadro di competizione a scapito della cooperazione ha portato alla loro trasformazione in forza lavoro precarizzata con scarsa possibilità di rimanere nel campo della scienza. Trend che è sempre piu riscontrabile per PhD students, post-docs e junior scientists (2). Il tutto si accompagna ad una transizione della condivisione e divulgazione scientifica che passano da processi gestiti in prima persona da scienziati e società scientifiche a business ad alto ritorno di investimento in mano al mondo dell’editoria scientifica privata oramai riconducibile ad un oligopolio (Reed-Elsevier, Wiley-Blackwell, Springer, eTaylor & Francis)(3,4). Un’alternativa da discutere viene nella riorganizzazione della produzione di scienza a favore di modelli cooperativi come gia in atto nell’ambito della fisica (CERN) nella condivisione di ampli database (ADNI) o nel mondo dell’informatica e bioinformatica (Linux, Foldit, RoseTTaFold).
Refs
1) Park, M., Leahey, E. & Funk, R.J. Papers and patents are becoming less disruptive over time. Nature 613, 138–144 (2023). https://doi.org/10.1038/s41586-022-05543-x https://www.nature.com/articles/s41586-022-05543-x
2)Changing demographics of scientific careers: The rise of the temporary workforce Staša Milojević, Filippo Radicchi , John P Walsh, Proc Natl Acad Sci U S A. 2018 Dec 11;115(50):12616-12623. doi: 10.1073/pnas.1800478115
3) https://www.theguardian.com/science/2017/jun/27/profitable-business-scientific-publishing-bad-for-science
4) Larivière, V., Haustein, S., & Mongeon, P. (2015). The Oligopoly of Academic Publishers in the Digital Era. PLOS ONE, 10(6), e0127502. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0127502
Venue:
22 febbraio 2023 ore 12.00
Aula Sergi, Antropologia CU026 (primo piano)