Le scienze del linguaggio, data la natura eteroclita del loro oggetto, si collocano al crocevia di una pluralità di discipline. L’interdisciplinarità non è, dunque, una scelta di campo di questo o quello studioso, ma caratterizza in modo profondo gli approcci al linguaggio e alle lingue che vogliano tendere all’integralità dell’analisi, per cogliere la complessità del fenomeno nelle sue molteplici dimensioni. La ricerca dell’autonomia, e assieme la necessità di evitare il rischio di ipostatizzazione dell’oggetto o il riduzionismo sotto un paradigma scientifico altro, è stata particolarmente avvertita nello snodo tra l’Ottocento e il Novecento, con l’affermarsi di due antipsicologismi fondativi: i) quello fregeano, tendente ad affrancare la logica dalla psicologia, ii) quello saussuriano, mirante a costituire la linguistica come scienza autonoma dalla psicologia, eppure inquadrata nella semiologia intesa come branca della psicologia sociale.
Tra le due tendenze autonomiste si è fatto poi largo il programma chomskyano, con l’ambizione di segno contrario di fare della linguistica una scienza naturale nel seno della psicologia cognitiva e delle scienze della mente largamente intese, anch’esse, da un certo momento in poi, ridotte alla biologia in quanto ambito disciplinare che consente l’indagine del linguaggio quale organo della mente-cervello. La cosiddetta “seconda rivoluzione cognitiva”, in polemica con gli approcci tradizionali, ha aperto nuove prospettive per l’indagine delle condizioni di possibilità sia delle lingue storico-naturali sia della varietà dei codici, delle norme e degli usi semiotici che ristrutturano le variegate prassi messe in atto dagli agenti sociali. In chiave anti-chomskyana, prima la linguistica cognitiva degli anni Novanta e poi, in anni più recenti, la così detta 4E Cognition, hanno ripreso a rilanciato molte di queste tematiche con contaminazioni e attenzioni nei confronti della fenomenologia e del pragmatismo, ma con sempre minore attenzione ai concetti e ai problemi provenienti dalle scienze del linguaggio.
Sembra dunque che il rapporto tra teorie linguistiche e paradigmi psicologici, a un secolo e più di distanza da Frege e Saussure, rappresenti ancora un terreno fertile di discussione. Il XXIX convegno SFL intenderà dunque occuparsi di questi temi e problemi, con particolare attenzione a:
Interverranno:
A conclusione dei lavori si svolgerà la tavola rotonda sul tema Linguaggio, Pensiero e Intelligenza Artificiale, moderata dal presidente della SFL Claudio Paolucci (Università di Bologna) alla quale parteciperanno: Filomena Diodato (Sapienza, Università di Roma), Alfredo Paternoster (Università di Bergamo), Elisabetta Sacchi (Università Vita Salute San Raffaele, Milano).