Canne d'organo da dimostrazione

R. König, Parigi; 1873 ca.; 10x10x65 cm la grande; 7x7x45 cm le piccole; legno, vetro

Vari furono i metodi per studiare le caratteristiche fisiche più importanti della colonna d'aria vibrante all'interno di una canna, sia aperta che chiusa, quando questa venga eccitata. In particolare, per le canne d'organo si utilizzarono i tre metodi sotto esposti, validi sia per l'armonica fondamentale che per le armoniche superiori producibili.

Se si introduce in una canna d'organo, con una parete di vetro trasparente, una piccola membrana appesa ad un filo e ricoperta di sabbia, si vede facilmente che la sabbia rimane immobile solo nei nodi dell'onda sonora, mentre sobbalza in tutti gli altri punti e in particolare nei ventri.

Essendo la pressione dell'aria nei ventri uguale a quella atmosferica, un foro aperto nella canna in un punto di ventre non cambia lo stato della colonna d'aria vibrante, mentre lo modifica in ogni altro punto. Questo fatto si verifica tramite una canna d'organo che porti uno o più fori apribili in punti coincidenti con ventri dell'armonica generata. L'effetto prodotto consiste nell'eventuale variazione del suono reso.

In un nodo la velocità dell'aria è nulla: se, mentre si genera l'armonica fondamentale, si interrompe il tubo sonoro in quel punto tramite un setto con un foro di diametro minore della canna, lo stato della colonna d'aria vibrante non si modifica. Se, invece, si interrompe la colonna d'aria con un setto rigido, si ottiene il medesimo suono della canna aperta. Gli effetti prodotti servono per provare, nel primo caso, l'invariabilità del suono col setto sia inserito, sia estratto; nel secondo caso, che un tubo chiuso dà il medesimo suono di uno aperto di lunghezza doppia.

Il Museo conserva, in buone condizioni, le tre canne d'organo con imboccatura a flauto necessarie per queste esperienze: una con parete di vetro; una con un foro apribile e una con un setto estraibile, posti a metà della loro lunghezza.

(Daniele Rebuzzi)