Collezioni Museo del Vicino Oriente Egitto e Mediterraneo

Una cultura condivisa tra vicino oriente e mediterraneo

Il percorso espositivo esplora, attraverso i reperti ritrovati dalle Missioni della Sapienza (originali, ma anche copie e plastici, poiché i ritrovamenti devono restare nei paesi dove "vissero" e sono stati ritrovati dagli archeologi) l'articolato e differenziato percorso formativo della civiltà mediterranea, rintracciandone le più profonde radici fino alla nascita della città, all'invenzione della scrittura e, successivamente, dell'alfabeto, alla creazione delle più antiche istituzioni culturali umane: religione, potere, economia, storia, arte e letteratura riflessi attraverso la lente dell'archeologia in una varietà di documenti e testimonianze.

Highlights del museo

Tra gli highlights del Museo: la torre, il cranio modellato e i primi mattoni da Gerico Neolitica (8500-7000 a.C.); le cretule e la tomba del principe con tutto il corredo di armi e gioielli da Arslantepe (3300-3000 a.C.); le asce di Batrawy (2400 a.C.); il capitello a volute dal palazzo dei re di Giuda a Ramat Rahel (VIII secolo a.C.); l'Ossuario di Simonide (I secolo d.C.); l'ossidiana di Pantelleria; le stele e le urne del Tofet di Mozia (VII-VI secolo a.C.); la statuina di dio itifallico da Monte Sirai (III secolo a.C.) e, nella sezione sull'Egitto, il piatto del primo faraone della II Dinastia, Hotepsekhemui; i calchi di Tuya, madre di Ramses II, e lo straordinario busto non finito di Nefertiti, oltre ai ritratti di due faraoni, uno dei quali, ligneo; il rilievo di Sheshonq, altissimo dignitario della XXVI Dinastia, titolare di una delle più grandi tombe di Tebe; i ricchissimi materiali da Antinoe, la città fondata da Adriano in memoria del suo favorito morto annegato nel Nilo; il calco alto 6 m della parete scolpita del Tempio del Dio-Leone Apedamak a Mussawarat es-Sufra eretto dal sovrano meroitico Nakatamani (I secolo d.C.), come pure la statua di leone e i preziosi ritrovamenti dal Palazzo eretto dallo stesso re al Jebel Barkal (Napata). Infine, le testimonianze dell'Egitto cristiano copto da Tamit e Sonqi Tino in Nubia.

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