Gli architetti della Città Universitaria e Roma
La Città universitaria è inaugurata il 31 ottobre 1935, dopo solo tre anni dalla costituzione del Consorzio per l’assetto edilizio della Regia Università di Roma (C.E.R.U.R.), ente preposto alla sua costruzione. La nuova sede rientra pienamente nel programma di rinnovamento urbanistico e architettonico della Capitale voluto da Mussolini, un progetto di fascistizzazione dello spazio urbano, il cosiddetto “fascismo di pietra” come definito dallo storico Emilio Gentile. È significativo che negli stessi anni a Roma siano realizzati il Foro Mussolini, la Città dello Sport (1932) e Cinecittà, la Città del Cinema (1937), cui seguirà l’E42, il quartiere monumentale che avrebbe dovuto ospitare l’Esposizione Universale di Roma nel 1942, i cui lavori avviati nel 1937 saranno poi interrotti dalla guerra.
Alla realizzazione della Città Universitaria, che vede Marcello Piacentini architetto capo e direttore generale dei lavori, partecipano architetti di varie regioni italiane a sottolineare il carattere nazionale della grande impresa e di differenti orientamenti stilistici come denotano i singoli edifici.
Provengono da esperienze e fronti diversi all’interno del dibattito di rinnovamento dell’architettura italiana: Torino e Milano con Giuseppe Pagano, direttore di “Casabella”, e Gio Ponti, direttore di “Domus”; Firenze con Giovanni Michelucci del Gruppo Toscano, autore del progetto vincitore della Stazione di Santa Maria Novella; Roma con Pietro Aschieri, Giuseppe Capponi e Gaetano Minnucci del gruppo romano del Movimento Italiano per l’Architettura Razionale, Arnaldo Foschini, già direttore di “Architettura e Arti decorative“, rivista del Sindacato Nazionale degli Architetti, e Gaetano Rapisardi, collaboratore di Piacentini.
La Città Universitaria dialoga da sempre con Roma e la sua storia. E così, dagli edifici storici della Sapienza ancora esistenti entro il perimetro universitario e assegnati ai progettisti scelti da Piacentini, lo sguardo si allarga ai diversi luoghi della Capitale alla ricerca degli edifici realizzati dai “nostri architetti”, selezionando quelli che ancora conservano un carattere storico, ma soprattutto quelli che più connotano lo spazio urbano e sociale dei quartieri romani per ritessere quelle relazioni tra passato e presente, tra centro e periferia che caratterizzano la nostra città.
Un racconto unico ma con molte trame dove note biografiche, architetture e ritratti fanno conoscere il patrimonio artistico, storico e culturale della Sapienza e di Roma. Da qui, la scelta di presentare per lo più ritratti artistici degli architetti realizzati dalla nota fotografa Ghitta Carell tra il 1933 e il 1935, gli anni della costruzione della nuova sede universitaria, e comunque ritratti degli anni Trenta anche negli altri casi. Per la loro particolarità le foto ben restituiscono l’epoca, ma soprattutto documentano la presenza della fotografa nella storia della Città Universitaria, dove è coinvolta con i ritratti del Re Vittorio Emanuele III e di Mussolini destinati alle aule e alle sale rappresentative degli edifici.
Le trame di intrecciano e creano altri incontri di cui questi video sono una piccola testimonianza.