Sguardi contemporanei. 50 anni di architettura italiana.

 

Catalogo della mostra organizzata dal Servizio di architettura e urbanistica della DARC alla 9a Mostra
Internazionale di Architettura di Venezia "Metamorph"
Giardini della Biennale, Padiglione Venezia, 12 set-7 nov 2004, pp. 13-16

        

L’ARCHITETTURA A ROMA DAL 1945 AD OGGI 

Selezione delle opere di rilevante interesse storico artistico

QART-Laboratorio per lo studio di Roma contemporanea del Dipartimento di Architettura (già DPAUPI Dipartimento di Progettazione architettonica, urbana, del paesaggio e degli interni) dell’Università “La Sapienza” di Roma: Piero Ostilio Rossi (responsabile scientifico), Andrea Bruschi. Alessandra Capanna, Francesca Romana Castelli, Laura Iermano con Domenico Franco.

Premessa

Nel 2001 si è stabilita un’intesa tra la DARC e l’Ufficio per il Nuovo Piano Regolatore, per una comune strategia d’attenzione nei confronti delle opere di architettura realizzate a Roma nel Novecento che fa riferimento all’Indagine sugli elementi di rilevante interesse architettonico e urbano della città contemporanea, redatta dal nostro gruppo di lavoro tra l’ottobre 1999 e il febbraio 2001 e poi confluita nella “Carta per la Qualità” del Piano. L’insieme delle opere presenti in quello studio, comprese tra il 1945 e il 2002, è stato quindi assunto come materiale di base per la Selezione delle opere di rilevante interesse storico artistico realizzate a Roma dalla fine della seconda guerra mondiale

Il metodo

Questo materiale – che comprende poco più di 600 opere - ha costituito il punto di partenza del nostro lavoro. Una prima operazione ha riguardato l’eliminazione di quei manufatti non di stretta pertinenza dell’ambito d’interesse di questo studio perché costituiti da porzioni di tessuto urbano troppo ampie per essere considerate singole opere d’architettura o così strettamente legati ai caratteri e alla configurazione dei tessuti nei quali sono inseriti da non poter essere presi in esame in un contesto che abbracci l’intera città. Sulle opere rimanenti è stato avviato un ulteriore lavoro di vaglio, basato sul principio di distinzione tra il rilevante interesse architettonico e urbano (sul quale è impostata l’indagine per il Piano) e il rilevante interesse storico-artistico assunto come parametro di riferimento per la ricerca della DARC.

Il primo problema da affrontare ha riguardato proprio il binomio costituito dall’espressione “storico-artistico”. Abbiamo ritenuto di sciogliere un nodo così complesso utilizzando entrambi i termini come specifico criterio di selezione, distinguendo le opere di carattere artistico - che assumono quindi naturalmente una rilevanza di natura storica – dalle opere che, pur non raggiungendo livelli eccezionali di qualità, rivestono un valore storico significativo all’interno del panorama architettonico della Roma contemporanea.

Per dare sostanza metodologica al valore artistico, abbiamo fatto riferimento ad un criterio di carattere bibliografico, utilizzando come base gli studi che si sono sistematicamente occupati dell’architettura di Roma moderna e le più importanti riviste del settore. Non abbiamo però attribuito a questo criterio un valore assoluto e deterministico, ma ci siamo sforzati di interpretare la fortuna critica di ogni singolo manufatto, valutandola con attenzione caso per caso. 

 

Gli studi che abbiamo preso in esame sono:

- F. Sapori, Architettura in Roma 1901-1950, Belardetti, Roma 1953;

- B. Pagani, Architettura italiana oggi, Hoepli, Milano 1955;

- A. Sartoris, Encyclopédie de l’architecture nouvelle, Ordre et climat mèditerranèens, Hoepli, Milano 1957;

- ANIAI, Guida dell’architettura contemporanea in Roma, Tekni/con, Roma 1965;

- A. Galardi, Architettura italiana contemporanea. 1955–1965, Ed. Comunità, Milano 1967;

- Itinerari architettonici di Roma moderna, pubblicati su “Domus” n. 506, gennaio 1972, n. 617, maggio 1981 e n. 654, ottobre 1984;

- I. de Guttry, Guida di Roma moderna dal 1870 ad oggi, De Luca, Roma 1978, 1979, e 2001;

- P.O. Rossi, Roma. Guida all’architettura moderna, Laterza, Roma-Bari 1984, 1991 e 2000;

- G. Ciucci, V. De Feo, Itinerari per Roma, Guide de “L’Espresso”, Milano 1985;

- S. Polano, Guida all’architettura del Novecento, Electa, Milano 1991;

- G. Muratore ed altri, Italia. Gli ultimi trent’anni, Zanichelli, Bologna 1992.

- Touring Club Italiano, Guida d’Italia. Roma, Milano 1993;

- M. Sanfilippo, La costruzione di una capitale, Roma, vol. 3 (1945-1991), Silvana Editoriale, s.l. 1994;

- G. Remiddi, A Greco, A. Bonavita, P. Ferri, Il Moderno attraverso Roma. 200 architetture scelte, F.lli. Palombi, Roma 2000;

Per quanto riguarda invece le riviste che si pubblicano in Italia, abbiamo attribuito un rilievo maggiore a “L’Architettura cronache e storia”, “Casabella”, “Domus” e “Lotus”.Per l’attribuzione del valore storico abbiamo invece articolato le vicende architettoniche che hanno riguardato Roma negli ultimi sessant’anni in cinque segmenti temporali, individuando in ciascuno di essi i temi dominanti rispetto ai quali valutare l’importanza e il rilievo delle singole opere. Invece di guardare con gli occhi di oggi opere che non è sempre facile collocare stabilmente in una prospettiva storica, abbiamo preferito storicizzarle rispetto ai caratteri predominanti degli anni nei quali sono state realizzate. 

I cinque segmenti temporali sono:

  1. Dal 1944 alla metà degli anni Cinquanta 
    L’architettura della ricostruzione (tema urbano principale: i quartieri Ina-Casa)
     
  2. Dalla metà degli anni Cinquanta alla fine degli anni Sessanta 
    La crescita della città / L’architettura del boom economico (tema urbano principale: i Giochi della XVII^ Olimpiade)
     
  3. Gli anni Settanta 
    La crisi di identità / L’industrializzazione edilizia / L’architettura della grande dimensione (tema urbano principale: l’attuazione della Legge 167)
     
  4. Gli anni Ottanta
    Il rapporto con il passato (Moderno, Tardo moderno, Postmoderno) / Nuove figure urbane (tema urbano principale: i Mondiali di Calcio del 1990)
     
  5. Gli anni Novanta 
    Riqualificare la città / Verso un nuovo internazionalismo (tema urbano principale: il Giubileo del 2000)

I criteri di selezione:

A partire da queste premesse, le opere sono state analizzate attraverso sette criteri:

1. L’opera è pubblicata in almeno due degli studi che si sono occupati sistematicamente dell’architettura di Roma moderna.

2. L’opera è pubblicata in almeno uno degli studi precedenti e in una rivista d’importanza internazionale italiana o straniera.

3. L’opera è pubblicata in almeno due riviste d’importanza internazionale italiane o straniere.

4. L’opera riveste un ruolo significativo nel panorama dell’architettura romana degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi del dibattito e della ricerca architettonica internazionale.

5 .L’opera riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere costruttivo.

6. L’opera è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura romana, nazionale o internazionale.
 
7. L’opera si segnala per particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

A ciascuna delle opere è stato quindi attribuito uno o più di uno di questi criteri, ma solo quelle nelle quali figurano i criteri 4 o 5 (relativi rispettivamente all’interesse architettonico e all’interesse tipologico-costruttivo), cioè quelli più specificamente critici, sono state inserite all’interno della selezione che attualmente comprende 269 opere ed è articolata in due livelli:

- il primo comprende un gruppo di 90 opere sul quale i giudizi critici possono ritenersi consolidati e sufficientemente condivisi;

- il secondo ne include 179 e riunisce tutte le altre opere, compreso un gruppo di opere recenti, realizzate negli ultimi dieci–dodici anni, che viene posto all’attenzione della DARC affinché sia oggetto di un monitoraggio che ne segua, nel tempo, le fortune critiche. Le altre 300 opere segnalate nella “Carta per la Qualità” del Piano Regolatore, ma escluse da questa ricerca costituiscono una sorta di bacino ampio che può essere utilizzato come una riserva alla quale far riferimento nel tempo per eventuali correzioni o revisioni critiche.
 

Le 90 opere principali:

E’ il gruppo di opere che appare caratterizzato da una maggiore importanza nella storia della città e nelle valutazioni dei critici. Si tratta di un elenco aperto e disponibile ad essere discusso, corretto ed eventualmente integrato all’interno del sistema di coerenze illustrato in precedenza.

Tra gli edifici più noti al grande pubblico, esso comprende, il Mausoleo delle Fosse Ardeatine, l’edificio di testa della Stazione Termini, il Palazzo dello Sport, il Palazzetto dello Sport, lo stadio Flaminio, la “Rinascente” di piazza Fiume, il palazzo degli uffici dell’ENI e l’ex sede della Democrazia Cristiana, la Direzione Generale della RAI, l’Università Salesiana, la sede della Confindustria, la Moschea e il nuovo Auditorium. Include tre edifici progettati da architetti stranieri: l’Ambasciata della Gran Bretagna, l’Accademia di Danimarca e l’Istituto Giapponese di Cultura, oltre ad una serie di manufatti che edifici non sono: il viadotto di corso Francia, il cavalcavia sull’Appia Antica, il viadotto dell’autostrada per Fiumicino insieme alla centrale idroelettrica di Castel Giubileo e al Centro idrico dell’ACEA di Vigna Murata. 

Sono presenti quartieri di iniziativa pubblica: i complessi INA–Casa del Tiburtino e del Tuscolano, il Villaggio Olimpico, il quartiere INCIS di Decima e l’intervento IACP di Vigne Nuove, un nutrito gruppo di palazzine e villini, alcune chiese, palazzi per uffici, e l’unica piccola opera realizzata a Roma da Carlo Scarpa.