E’ indetta una procedura selettiva pubblica, per titoli e colloquio, per l'attribuzione di n. 1 assegno per lo svolgimento di attività di ricerca di categoria B) – Tipologia I della durata di 1 anno, rinnovabile, per il settore scientifico disciplinare MED/15 presso il Dipartimento di Biotecnologie Cellulari ed Ematologia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
Titolo della ricerca: Valutazione dell’impatto dei fattori prognostici clinici integrati con le caratteristiche biologiche del Linfoma Diffuso a grandi cellule B (DLBCL)
Progetto di ricerca: Il linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) è il sottotipo più comune di linfoma non Hodgkin (LNH), rappresentando circa il 30% di tutti i casi di LNH. Nell’ultimo decennio la prognosi del DLBCL è notevolmente migliorata, grazie all’introduzione del Rituximab. Tuttavia nonostante I miglioramenti, I pazienti con DLBCL recidivante o refrattario hanno ancora una prognosi estremamente sfavorevole. Circa il 30-40% dei pazienti presenta recidive o progressioni di malattia ed il 70% di questa categoria ha una sopravvivenza inferiore a 2 anni nonostante terapie di salvataggio e procedura di trapianto. Il DLBCL è una malattia neoplastica complessa ed etereogenea, caratterizzata da differenze nella presentazione clinica, nella morfologia, nei profili genetici e molecolari. E’ possibile attraverso l’uso del gene expression profile (GEP) definire tre sottogruppi prognostici basati sulla cellula di origine (COO): germinal center B cell-like (GCB), activated B cell-like (ABC) e non classificabile. Questa identificazione è fortemente raccomandata dalla revisione della classificazione WHO 2016. Oltre al COO, le mutazioni che interessano I diversi pathways dovrebbero essere identificate e valutate come marcatori prognostici/predittivi, al fine di migliorare la stratificazione del rischio biologico per lo sviluppo di terapie mirate e personalizzate nel DLBCL.
La risposta al trattamento nel DLBCL viene monitorata mediante TC o PET/TC, che forniscono una stima macroscopica della riduzione del volume neoplastico e della localizzazione. Tuttavia I costi ed il rischio legate all’ampio uso delle radiazioni ionizzanti sono le principali problematiche emergenti. Inoltre l’impiego delle tecniche di imaging nel monitoraggio del LNH presenta alcune limitazioni: i) hanno una sensibilità relativamente bassa nella valutazione della risposta; ii) non possono acquisire processi dinamici come la cinetica della risposta e l’evoluzione clonale; iii) spesso non è possibile anticipare in modo significativo la recidiva rispetto alla ricomparsa dei segni/sintomi clinici della malattia. Le nuove terapie biologiche mirate, che saranno combinate o anche sostituite all’immunochemioterapia nel LNH e che potrebbero essere impiegate in una fase di malattia subclinica, rendono necessarie nuove tecnologie clinicamente validate per definire la malattia minima residua (MRD).
La valutazione del MRD non è mai stata implementata nel DLBCL a causa dell’assenza di una componente cellulare neoplastica circolante. Il DNA tumorale circolante (ct-DNA) è il DNA rilasciato nel sangue periferico (PB) dalle cellule tumorali soggette ad apoptosi/necrosi. Potenzialmente riflette tutte le lesioni genetiche e fornisce una panoramica più dettagliata della neoplasia, riassumendo l’eterogeneità molecolare tra I diversi siti di malattia. L’analisi del ct-DNA ha diversi potenziali di applicazione (profilo molecolare, monitoraggio della risposta, evoluzione clonale e diagnosi precoce delle recidive), che sono ancora un campo inesplorato nel DLBCL. La possibilità di eseguire il monitoraggio del MRD su ct-DNA tramite next generation sequencing (NGS) nel DLBCL sarà effettuata dai laboratori MRD del nostro Istituto di Ematologia.
Gli obiettivi di questo progetto sono di studiare l’impatto delle caratteristiche cliniche e biologiche della malattia su progression free survival (PFS) e overall survival (OS) e di individuare una possibile correlazione tra il monitoraggio MRD e la valutazione radiologica della risposta iniziale e finale (PET/TC).