Il porto di Corneto

Il Porto di Corneto è ubicato nel moderno comune di Tarquinia Lido (località Porto Clementino, VT) nel tratto di costa tra la foce del fiume Marta a Nord e quella del Mignone a Sud.

Tra la fine del VII e gli inizi del VI secolo a.C. è attestata una prima frequentazione nell’area di Gravisca, dove sorgerà uno dei più importanti emporion della costa. L’impianto portuale fu riattivato poi da Corneto probabilmente nel secolo XI e si affermò come uno tra i più importanti scali tirrenici: infatti sono documentati commerci principalmente con le città di Genova e Pisa e con tutto il bacino del Mediterraneo. Accanto al grano, che arrivava dalle vaste aree interne dell’area alto laziale, e che rappresentava la principale risorsa commercializzata, circolavano anche sale, panni di lana, vino, agrumi, cera, zucchero, frutta, ferro, legname e sicuramente come merce di accompagno anche la ceramica. Dallo studio dei documenti presenti negli archivi emerge che fino alla metà del XIV secolo – prima della scoperta dell’allume nell’area di Tolfa e Allumiere e al conseguente sviluppo del porto di Civitavecchia – il porto di Corneto insieme a quello di Montalto di Castro costituivano i due soli luoghi da cui fosse possibile esportare i cereali dalla provincia.

Delle strutture portuali antiche rimane veramente poco: le evidenze ancora oggi presenti, quelle del porto Clementino, appartengono alla fase tardomedievale e alle tante ristrutturazioni effettuate in epoca moderna. La prima grande opera di ristrutturazione del porto medievale si ha dopo le distruzioni avvenute nel 1486 durante la guerra tra papa Innocenzo VIII e il re di Napoli. Successivamente papa Clemente XII (1730-1740) e Benedetto XIV (1740-1758) operarono ulteriori interventi di restauro. Molto importante per lo sviluppo dell’area è la decisione di iniziare lo sfruttamento industriale del sale. Nel 1802 la Reverenda Camera Apostolica accoglie il progetto del Lipari di realizzare una vera e propria salina. Il 1 gennaio 1803 viene concesso, per 23 anni, lo sfruttamento di una superficie di 76.000 canne quadrate in loc. Carcarello nella tenuta della “Piscina del Vescovo” di proprietà dell’ospizio dei Padri Conventuali.

Il Porto di Corneto e il limitrofo territorio sono oggetto di indagine nell’ambito del Progetto di Ateneo (finanziato 2016) Tra terra e mare: il porto di Corneto e l’entroterra. Comunicazioni e scambi in epoca medievale nel territorio di Tarquinia (Responsabile scientifico Giorgia Maria Annoscia): il Progetto si sviluppa in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale nelle persone delle dott. F. Trucco e B. Casocavallo. È stata avviata un’attività di documentazione grafica e di restituzione 3D delle evidenze architettoniche del Porto di Corneto mediante l’utilizzo di strumenti tecnologico-analitici accurati ma di tipo speditivo (impiego combinato di Drone e Stazione Totale).

Un altro aspetto fondante di detto Progetto, che si avvale della consolidata metodologia di ricerca e delle procedure d’indagine dell’Archeologia (Globale) dei Paesaggi, è la ricostruzione di un paesaggio costiero mutevole, frutto della continua interazione tra uomo e ambiente (dall’epoca etrusca al basso medioevo), mediante l’apprestamento, da parte del prof. C. Citter dell’Università degli Studi di Siena, di una carta di predittività archeologica del territorio (compreso tra i fiumi Marta e Mignone). La carta di potenziale archeologico, come ben noto, è uno strumento che fa dei resti sepolti una ricchezza per il territorio nonché una formidabile occasione di conoscenza delle testimonianze materiali: formulando ipotesi sulla maggiore o minore probabilità che in passato talune aree possano essere state interessate da qualche forma di presenza umana, la mappa è dunque predittiva, in quanto non si limita a ‘fotografare’ l’esistente (come fa la Carta Archeologica), ma lo utilizza per creare in forma ipotetica nuove conoscenze.

Nell’ottica di protezione e conservazione delle strutture murarie del Porto di Corneto è stata da poco avviata anche una collaborazione con il Dip. per il Servizio Geologico dell’ISPRA (dott. D. Spizzichino e dott. G. Leoni) a svolgere studi di inquadramento geologico-oceanografico del settore costiero preliminari all’elaborazione di un modello paleogeografico dell’area che tenga conto altresì degli aspetti paleoclimatici. Inoltre, detto Dipartimento svolgerà sia campagne di test dell’indagine geofisica al fine di delineare un modello del sottosuolo sia campagne di rilevamento subacqueo funzionali all’acquisizione di un rilievo batimetrico e tipologico dei fondali.

 

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