Cordoglio per il Prof. Marzano

Alessandro Galli Così arduo trovare parole adeguate per provare a esprimere le fortissime emozioni di una perdita tanto dolorosa quanto del tutto inaspettata. Anni e anni passati come vicini di stanza, una stima assoluta, la simpatia immediata, condivisione di gioie e sofferenze varie, incontrandosi in corridoio, sempre pronti a sdrammatizzare qualsiasi ‘insidia accademica’ con una battuta ironica e un sorriso luminoso… E ora rimangono i piccoli ma indelebili ricordi… Certo, alcuni momenti di collaborazione scientifica, sempre piacevoli, divertenti e intellettualmente stimolanti… Ma ancor più vividi gli eventi non istituzionali… Ecco riemergere allora dal profondo della memoria una partita di calcetto dipartimentale, più di trent’anni fa: sfida tra il 4° piano degli ‘elettronici’ e il 3° piano degli ‘elettromagnetici’ (io in porta, e poi il nostro ‘roccioso’ tecnico Fascetti, il collega Toscano ora a RomaTre, il prof. Lampariello ‘in regia’ e Frank che svariava sul fronte di attacco)… Finì 4-1 per il 3° piano, e Frank, incontenibile, segnò 3 gol, sì, lo ricordo ancora… E poi, incontrarsi inaspettatamente una volta al Globe Theatre per svelarci anche appassionati shakespeariani… Non avrei scritto nulla oggi probabilmente, sarei rimasto ancora bloccato… Ma, forse interpreti inconsapevoli di una più ampia regia teatrale che ci sfugge, ieri sera eccomi un po’ casualmente ad assistere a una versione scenica de “Il filo di mezzogiorno” di Goliarda Sapienza… Come trattenere la commozione sulle parole del monologo finale, che sembrano da te dettate per una nostra qualche consolazione? “E se camminando nel bosco sconosciuto della vita avrò voglia di correre e morrò, schiantato da una corsa felice nel sole controvento, se morirò fulminato dal fulmine della gioia, soffocato da un abbraccio troppo forte... io vi chiedo solo questo: non cercate di spiegarvi la mia morte, non la sezionate, non la catalogate per vostra tranquillità, per paura della vostra morte, ma al massimo pensate, non lo dite forte – la parola tradisce, non lo dite forte – ma pensate dentro di voi: è morto perché ha vissuto.” Evidentemente c’eri anche tu accanto ieri, e ci sarai sempre, carissimo Frank.
Laura Bianco Caro Frank, e' stato un onore incontrarti sul mio cammino. Sei una persona fuori dal comune, elegante, dotta, educata e positiva. Impossibile non pensare tutto il meglio di te. Tutte queste testimonianze lo dimostrano. Hai lasciato il segno in molti. Sarai il "buon esempio" da seguire... certo che pero' "you set the bar a little too high".
Nicola Argenti Frank, la questione qui è stata il perdere un amico, prima di tutto il resto. Inutile elencare quanto altri fanno e sapranno fare molto meglio di me. Sul lavoro ne abbiamo passate tante - ma proprio tante - e questo ha generato prima stima, poi affetto e, voglio azzardare, poi amicizia. Anche fuori da qui. Amavi la poesia, portavi l'estro in te, sommesso e discreto così come lo eri tu. Io conosco poche cose ma di endecasillabi e esametri ne mastico abbastanza. Eppure, banalmente, ricorrerò anche in questo caso a chi davvero conosce il lunguaggio, le parole e l'esperienza umana: -- [...] Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace. La morte non è niente, di Henry Scott Holland Io non ci credo che "sia niente" ma spesso il conforto sceglie e percorre strade del tutto inaspettate. Qui non va tutto bene ma sapere che "sei proprio dietro l'angolo" mi rasserena, almeno per qualche minuto. Ciao Frank. Nicola
Alessandro Manoni Non ho avuto a che fare con il Prof. Marzano per molto tempo, l'ho incontrato solo per un colloquio e durante un corso di antenne. Credo, tuttavia, che lui abbia giocato un ruolo fondamentale nel mio percorso universitario. Dopo una triennale a Tor Vergata che non mi ha lasciato niente, ho deciso di passare alla Sapienza quando i corsi di magistrale erano già iniziati da sei mesi. Ero abbastanza scoraggiato verso gli studi in generale, ma decisi comunque di provare a parlare col direttore di dipartimento dell'epoca, che era appunto lui. Dopo avermi ricevuto (a tempo zero dalla mia richiesta, tra l'altro), mi ha chiesto cos'è che non era andato durante la triennale. Mi ricordo come parlare con lui mi abbia enormemente rassicurato, e ridato un po' di speranza proprio quando ne avevo bisogno. Decisi quindi di iscrivermi alla Sapienza. A distanza di anni, e dopo una magistrale che ricordo esclusivamente con piacere, sono ora all'ultimo anno di dottorato. Penso che una parte di questo, e di come sia cambiato il mio modo di vedere l'università, sia merito del Professor Marzano e delle sue parole. Parole che raramente ho sentito usare in modo così efficace (soprattutto da un Professore), e per le quali avrà sempre la mia gratitudine. Arrivederci Professore, e grazie.
Mauro Olivieri Ciao Frank. Credo che l'ultima volta che ci siamo visti di persona, pochi giorni prima del tuo addio, sia stato in aula 6 quando cercavamo di far funzionare la lavagna elettronica. Eri una delle persone migliori con cui ragionare seriamente o ironicamente di universita' e didattica, che mi onoro e sono contento di aver conosciuto per tanti anni della nostra vita.
Jothiram Vivekanandan, NCAR, Boulder, CO, USA I am deeply saddened to note Frank Marzano's untimely passing away. I have known Frank since the late 1980s. When he was at FSU, he wrote a detailed and helpful review of my journal of Applied Meteorology manuscript. He is a sincere, hardworking, and down-to-earth person. He was one of the referees for my EGU medal. I talked to Frank at the IEEE Radar conference in Italy in June 2020. He was the session chair. It was a virtual conference due to the COVID. I offer my thoughts and condolences to Marzano's family on behalf of many of my professional colleagues. I sincerely pray for all our well-being. Regards, Vivek.
Paolo Cicolin Sono estremamente addolorato per la scomparsa improvvisa del prof. F.S.Marzano. Ho avuto modo di conoscere il professore come dottorando e come suo allievo. Persona sensibile, gentilissima, straordinariamente disponibile, acuto, intelligente e di profonda umanità. E' una grande perdita. Mi stingo fortemente al dolore della famiglia e in particolare ai figli del professore che ho avuto modo di conoscere. Il mio desiderio è di mantenere vivo il suo ricordo e la sua opera scientifica è per me un esempio costantemente illuminante. Grazie professore, è stato un privilegio ed un onore poter ricevere un insegnamento sapiente e colto.
Nico Cimini E’ difficile, forse impossibile, essere brevi nel tessere le lodi di Frank. Da appena appresa la notizia, una frase rimbomba nella mia mente: “se ne vanno sempre i migliori”. E’ una frase che Frank non avrebbe accettato, essendo priva di ogni fondamento statistico. Ma è questo un caso in cui tale frase è dannatamente vera. Frank eccelleva. Eccelleva nel suo lavoro di ricercatore, eccelleva come educatore. Eccellentemente dirigeva un Centro di Eccellenza. Frank eccelleva anche per le sue doti umane, per la sua vitalità, e perfino nel lato sportivo. Voglio ricordarlo nei momenti più spensierati della nostra quasi trentennale collaborazione, ormai divenuta solida amicizia: Frank è stato l’iniziatore delle giornate di team-building del CETEMPS, che organizzava (e mai mancava) sulle spiagge dell'adriatico abruzzese. Pur essendo il decano, Frank eccelleva in tutte le attività. Eccelleva nel beach tennis, ma anche nel biliardino. Un po’ meno nel tressette… A lui, così colto e raffinato, mancavano le basi da bar di periferia, ma era avido di imparare anche quelle. In tutte queste attività Frank metteva una grinta e una tigna invidiabili, ma sempre dominate da puro divertimento ludico. Forse è questo il più grande insegnamento di Frank: quell'approccio gentile ma grintoso, curioso ma non invadente, avido ma al tempo stesso ludico. Lo porterò sempre con me, pur sapendo di non esserne all’altezza. Mi mancherà immensamente. Ciao Frank, grazie di tutto, grazie di cuore.
Valerio Poggiali Indubbiamente uno dei migliori professori che abbia mai incontrato: preciso ed appassionato. Sara' per me sempre un esempio. Grazie Professore, riposa in pace.
Claudio Ciani Ho avuto l'occasione (non casuale: il caso non esiste né, tanto meno e più, la sua necessità) di collaborare con il prof. Frank S. Marzano, alcuni anni fa. Poi le nostre rispettive "strade" si sono separate ma siamo sempre rimasti in contatto via mail su questioni altre rispetto alle sue materie di studio. Gli parlavo e scrivevo sui "massimi sistemi", di politica e geopolitica, di intelligence e filosofia. Mi chiedeva dei miei prossimi articoli o libri. S'interessava ed io m'interessavo ai suoi studi ma in modo nient'affatto "accademico" quanto piuttosto "alternativo", se così si può dire (in particolare sui cosiddetti "cambiamenti climatici"). Mi colpì un giorno quando citò il grande filosofo Michel Foucault. Citò il testo più noto di Foucault, la "Microfisica del potere". Il 13 marzo 2021 alle ore 08:31 mi scriveva: "Nuovi traguardi, nuove scritture di articoli e/o libri, nuove letture? E se ci fosse un percorso che porta dalla Microfisica del potere a quella del dovere, dell'avere, dell'essere?". Ed è proprio la filosofia di Foucault (e Frank apprezzò poi molto, in particolare, "la nascita della biopolitica" che gli inviai il 18.03.2021, un testo attualissimo) - a mio avviso - che può fornirci una chiave di lettura per comprendere il carattere, la cifra umana, più che professionale, del prof. Marzano; questa chiave la troviamo nella nuova interpretazione che il filosofo francese diede al concetto di "potere". Frank intendeva il "potere", la "microfisica del potere", come essenzialmente esperibile attraverso la condivisione, la delega, la partecipazione, un insieme di reti (anche neurali come concetto, se volete), punti di rete in cui ciascuno ricopre la sua funzione corrispondente per così dire alla sua propria natura. In senso orizzontale, mai verticale/verticistico (come vorrebbe oggi la gente di Davos). Qui stava la sua forza e "singolarità", la sua grandezza umana che lo rendeva affatto diverso e direi distante anni luce da altro docente (vero e proprio fenotipo) cui una mattina feci notare, en passant, che il grande regista Monicelli si era suicidato gettandosi dal quinto piano del San Giovanni - ne ebbi come pronta replica la seguente: "ma a noi cosa importa/interessa?". Frank non l'avrebbe mai detto. Apertura, condivisione, comprensione dell'altrui esistenza, curiosità intellettuale. Ho letto che Frank è deceduto per un malore mentre era in bici a Roma. Quanti strani "malori" di questi tempi, quante strane morti improvvise! Forse non del tutto casuali (il caso non esiste né, tanto meno e più, la sua necessità). Vorrei che a Frank fosse dedicata un'Aula (non la 33) nel complesso "ingegneristico" di San Pietro in Vincoli come spesso è stato fatto per altre personalità del mondo della ricerca scientifica qui in Sapienza. Sono certo che il Direttore di Dipartimento e il Preside di Facoltà possano acconsentire inoltrando questa richiesta alla nostra Magnifica Rettrice. Grazie per tutto Frank. Ciao Frank, mi mancherai.

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