Dagli esemplari d’erbario al paesaggio naturale: il cerro

Passeggiando (virtualmente) sotto l’ombra dei nostri boschi di Fagaceae: il cerro.

 

Il cerro (Quercus cerris L.) è una delle diverse specie di quercia che caratterizzano i boschi del Lazio.

La sua distribuzione attuale comprende un’ampia regione, dall'Europa meridionale all'Asia Minore, con particolare abbondanza nelle penisole balcanica e italiana. La presenza di cerro in queste regioni è documentata fin dall’inizio del Quaternario (2,6 milioni di anni fa) da ritrovamenti di macrofossili (foglie e frutti).

 

COME RICONOSCERLO 

  • È un albero caducifoglio alto fino a 30-35m, con tronco dritto e chioma ovale e allungata.
  • La corteccia, bruno-grigiastra, spessa e ruvida, con l’età si fessura in profondi e stretti solchi, verticali e orizzontali, di un caratteristico rosso salmone.
  • Le foglie, lunghe 8-13 cm e larghe 4-6 cm, sono alterne, oblunghe e di consistenza coriacea. La lamina è più o meno profondamente lobata, con lobi ineguali e appuntiti, e ambedue le pagine sono ruvide al tatto, di colore verde scuro la superiore e verde-grigio l’inferiore; le nervature sono pennate. Hanno la caratteristica di essere tardivamente caduche (si staccano nella primavera successiva).
  • I fiori maschili sono riuniti in infiorescenze pendule e giallicce.
  • I fiori femminili sono solitari o riuniti in gruppi di 2-5.
  • I frutti (ghiande), portati sui rami dell’anno precedente, sono noci ovato-allungate contenute in una cupola con squame pelose, lineari (strette ed allungate) e patenti; la forma delle squame è un carattere che distingue il cerro da tutte le altre querce. I frutti sono riuniti in gruppi di 2-4 su un breve peduncolo.
  • Il periodo di fioritura è tra aprile e maggio. L’impollinazione è, come in tutte le querce e nel faggio, operata dal vento.

 

DOVE INCONTRARLO 

È molto comune in quasi tutto il Lazio, ad esclusione delle isole, dalle pianure costiere alla fascia montana (fino a 1200 m sul livello del mare). Partecipa alla costituzione di querceti misti o puri (cerrete) e di boschi misti collinari, con presenze nelle faggete e nei castagneti montani. Predilige un clima temperato e un terreno profondo, subacido, con buona disponibilità di acqua.

 

USI E CURIOSITA’ 

Il cerro viene utilizzato per rimboschimenti nell’area mediterranea, essendo una quercia a rapida crescita.

Il suo legno non ha ampi impieghi ad eccezione dell'uso come combustibile. Una volta era usato come legname per traversine ferroviarie, doghe per botti e raggi per ruote.

Lo scienziato più curioso dell’antichità, Plinio il Vecchio, cita più volte il cerro nella sua Naturalis historia, descrivendo l’azione repellente esercitata dalle sue radici contro gli scorpioni e le proprietà astringenti delle ghiande e della corteccia (liber XXIV, Medicinae ex arboribus silvestribus). Le ghiande hanno infatti un elevato contenuto in tannini, sostanza che le rende amare e non appetibili per il bestiame. 

 

Esemplare di Quercus cerris dell'erbario Frutto del cerro Particolare della corteccia del cerro
Distribuzione geografica del Quercus cerris, in verde le popolazioni
native, le crocette indicano popolazioni isolate, i triangoli
esemplari introdotti e naturalizzati.
Fonte: Caudullo, G., Welk, E., San-Miguel-Ayanz, J., 2017. Chorological maps
for the main European woody species.
Data in Brief 12, 662-666. DOI: 10.1016/j.dib.2017.05.007

 

 

In attesa di poter presto tornare a riposare sotto l’ombra dei nostri cerri: #staysafe #stayhome

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