Convegno. Chieti, 2014

Lunedì, 1 Dicembre, 2014

DIPARTIMENTO DI LETTERE, ARTI E SCIENZE SOCIALI

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI “G. D’ANNUNZIO” DI CHIETI

 

GIORNATE DI STUDIO

 

LA METAFORA NEL PENSIERO E NELL’OPERA DI LEOPARDI:

IMMAGINE, CONOSCENZA, COMUNICAZIONE

 

CHIETI, 1-2 DICEMBRE 2014

 

AULA MAGNA

 

PROGRAMMA

 

LUNEDI’ 1 dicembre – aula magna

13.00 Rinfresco di benvenuto

14.15 Apertura dei lavori

Saluto del Direttore del dipartimento Prof. Stefano Trinchese

Saluto del Prof. Gianni Oliva

Introduzione ai lavori: Antonella Del Gatto

Coordina: Andrea Lombardinilo

14.45 Floriana Di Ruzza

Metafora come discontinuità: da figura retorica a forma del pensiero

15.00 Marco Manotta

Similitudini proprie e raccorciate. Annotazioni sul paradigma comparativo leopardiano

15.15 Margherita Centenari

Le immagini del vertere: metafore e linguaggio figurato nella teoria leopardiana del tradurre (1814-1817)

15.30 Andrea Campana

Ancora sulle metafore scientifiche leopardiane

15.45 Patrizia Landi

Il male, il nulla e un giardino. Descrizione e pensiero nello Zibaldone

16.00 PAUSA

16.30 Cosetta Veronese

Le metafore dello Zibaldone

16.45 Andrea Bonazzi, Lisa Gambetta, Maria Chiara Janner, Nunzio La Fauci

La massima parte di qualunque linguaggio umano è composta di metafore…

17.00 Andrea Lombardinilo

Leopardi e il Machiavello sociale: una lezione (metaforica) per i moderni

17.15 Andrea Malagamba

Il corpo dice la mente: sui movimenti corporei come metafore dei moti interiori nella scrittura leopardiana

 

MARTEDI’ 2 dicembre – aula magna

9.15 Paola Cori

Metafore attenuate e similitudini dialogiche in Leopardi

9.30 Nicola Longo

Metafora e poesia nella Ginestra

10,00 PAUSA

10.30 TAVOLA ROTONDA

Coordina: Antonella Del Gatto

introdurranno la discussione: CLAUDIO COLAIACOMO, NUNZIO LA FAUCI, NICOLA LONGO, LAURA MELOSI

 

PRESENTAZIONE

 

Più che un tema, o una figura retorica fine a se stessa, da rintracciare negli scritti di Leopardi, quello della metafora vuole essere un punto di vista privilegiato da cui leggere i testi leopardiani, per metterne in evidenza ed indagarne la natura complessa, doppia, pluridimensionale. Sulle teorie della metafora si possono consultare vari volumi (ad esempio Teorie della metafora a cura di Cristina Cacciari o Itinerario sulla metafora a cura di Claudia Casadio; sul rapporto della metafora con la letteratura il riferimento sono tuttora i saggi raccolti nel volume a cura di Silvana Ghiazza, Metafora tra scienza e letteratura). Nell’ambito delle attuali teorie della comunicazione e della ricezione, la metafora è studiata come una imponente struttura mediatica del pensiero e della testualità: e come tale credo che vada indagata nell’opera leopardiana.

Leopardi sembra interpretare la metafora secondo la concezione che oggi chiameremmo interattiva, secondo la definizione di Richards, o proiettiva, secondo la definizione di Black, per cui essa si presenta com un conflitto concettuale aperto: la metafora non serve a rappresentare analogie già date ma a crearne di nuove, che ampliano e cambiano la nostra visione del mondo. In essa, considerata come sistema di distrazione e di velatura del messaggio di superficie, mi pare che spesso Leopardi accentui la posizione del soggetto sussidiario (ovvero il soggetto della metafora) lasciando sullo sfondo il soggetto primario. La metafora, una volta inserita nel circuito comunicativo, non si può dominare; i suoi phantasmata assumono potenzialità infinite diventando autonomi. Dunque, la metafora aiuta il lettore a saltare in una dimensione conoscitiva parallela, alternativa, a volte onirica; è una specie di passaggio segreto verso l’apertura e lo scioglimento dell’enigma testuale, e in tal senso è uno strumento letterario e filosofico formidabile per la moltiplicazione dei livelli testuali. D’altronde, mi sembra che nell’ultimo decennio gli studi leopardiani si siano sensibilizzati verso l’indagine di questi aspetti enigmatici, oscuri, di latenza, della scrittura leopardiana, che sono venuti sempre di più alla luce anche in seguito ad imprese che hanno necessitato di uno scavo profondo nella scrittura leopardiana, come la traduzione in inglese dello Zibaldone a cura di Franco D’Intino e Michael Caesar, e il progetto del “Lessico leopardiano” a cura di Novella Bellucci, Franco D’Intino e Stefano Gensini. Margherita Centenari è l’autrice del lemma “metafora” nel volume del Lessico 2014 già disponibile.

Da diverse prospettive (retorica, stilistica, storica, filologica, linguistica, filosofica), e sempre con occhio attento all’interdisciplinarità, le relazioni presentate al Convegno offrono una vasta gamma di spunti riflessivi sul concetto e sull’uso della metafora nell’opera di Leopardi: nei Canti, nello Zibaldone, nelle Operette. Gli atti del Convegno saranno pubblicati entro il 2015.

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