A15 - Stirene
La storia della canzone del polistirene di Raymond Queneau ce la racconta Vincenzo Schettino in Scienza e arte - chimica, arti figurative e letteratura (edito da Firenze University Press nel 2014).
Le chant du styréne gli fu commissionata nel 1957 dalla Pecheney per un cortometraggio pubblicitario di Alain Resnais sulla bellezza della plastica.
Nel 1985 su proposta dell'editore Vanni Scheiwiller, Italo Calvino ne cura la versione in italiano che sarà la strenna Natalizia della Montedison. Ancora una volta, incerto su 9 parole, Calvino chiede la collaborazione di Primo Levi.
Questo fu forse l’ultimo scritto di Calvino che morirà nel settembre di quell’anno.
La canzone accompagna un documentario sull’intero ciclo industriale di produzione del polistirene, un polimero termoplastico dello stirene, partendo dalla materia grezza al filo sottile e granulo colorato, fino alla produzione di oggetti in plastica.
Tempo, ferma la forma! Canta il tuo carme, plastica!
Chi sei? Di te rivelami Lari, penati, fasti!
Di che sei fatta? Spiegami le rare tue virtù!
Dal prodotto finito risaliamo su su
Ai primordi remoti, rivivendo in un lampo
Le tue gesta gloriose! In principio, lo stampo.
Vi sta racchiusa l’anima; del lor grembo in balìa
Nascerà il recipiente, o altro oggetto che sia.
Ma lo stampo a sua volta lo racchiude una pressa
Da cui viene la pasta iniettata e compressa,
Metodo che su ogn’altro ha il vantaggio innegabile
Di produrre l’oggetto finito e commerciabile.
Lo stampo costa caro; questo è un inconveniente,
Ma lo si può affittare, anche da un concorrente.
Altro sistema in uso permette di formare
Oggetti sotto vuoto, per cui basta aspirare.
Già prima il materiale, tiepido, pronto all’uso
Viene compresso contro una filiera: “estruso”,
Ossia spinto all’ugello per forza di pistone;
Lo scalderà il cilindro al punto di fusione.
E’ lì che fa il suo ingresso nel bollente crogiolo
Il rapido, il vivace, il bel polistirolo.
Lo sciame granuloso sul setaccio si spinge,
Formicola felice del color che lo tinge.
Prima di farsi granulo, somigliava a un vibrante
Spaghetto variopinto: chiaro, scuro, cangiante.
Una filiera trae, dall’estruso finito,
Gli spaghi che una vite senza fine aggomitola.
E l’agglutinazione come si fa ad averla?
Con perle variopinte: un colore ogni perla.
Ma colorate come? Diventerà uno solo
Il pigmento omogeneo dentro il polistirolo.
Prima certo bisogna asciugarlo per bene
il rotante prodotto, dico il polistirene,
il nostro neonato, il giovane polimero
Del sempilice stirene, ma nient’affatto effimero.
“Polimerizzazione” designa, già lo sai,
il modo d’ottenere più elevati che mai
Pesi molecolari; non hai che far girare
Un reattore idoneo: mi sembra elementare
Come perle on collana, legate l’una in cima
All’altra, tu incateni le molecole…E prima?
Lo stirene non era che un liquido incolore
Coi suoi scatti esplosivi e un sensibile odore
Oseervatelo bene: non perdete le rare
Occasioni che s’offrono di vedere e imparare.
E’ dall’etilbenzene, se lo surriscaldate
Che stirene otterrete, anche in più tonnellate.
Lo si estraeva un tempo dal benzoino, strano
Figlio dello storace, arbuso indonesiano.
Così, di arte in arte, pian piano si risale
Dai canali dell’arido deserto inospitale
Verso i prodotti primi, la materia assoluta
Che scorreva infinita, segreta, sconosciuta.
Lavando e distillando quella materia prima,
-Esercizi di stile meglio in prosa che in rima-
L’etilibenzene scoppia per sua virtù esplosiva
Se la temperatura a un certo grado arriva.
L’etilibenzene il quale, com’è noto, proviene
Dall’incontro d’un liquido che sarebbe il benzene
Mischiato all’etilene che è un semplice vapore.
Etilene e benzene hanno per genitore
O carbone o petrolio oppure entrambi insieme.
Per fare l’uno e l’altro, l’altro e l’uno van bene.
Potremmo ripartire su questa nuova pista
Cercando come e quando l’uno e l’altro esistano.
Dimmi, petrolio, è vero che provieni dai pesci?
E’ da buie foreste, carbone, che tu esci?
E’ il plancton la matrice dei nostri idrocarburi?
Questioni controverse…Natali arcani e oscuri…
Comunque è sempre in fumo che la storia finisce.
Finchè non viene il chimico, ci pensa su e capisce
Il metodo per rendere solide e malleabili
Le nubi e farne oggetti resistenti e lavabili.
In materiali nuovi quegli oscuri residui
Eccoli trasformati. Non v’è chi non li invidii
Tra le ignote risorse che attendono un destino
Di riciclaggio, impiego e prezzo di listino.
Raymond Queneau (traduzione di Italo Calvino)
Il documentario Montedison, appartenente al fondo Edison, è conservato e digitalizzato da CSC-Archivio Nazionale Cinema Impresa (trovi il link nella sezione approfondimento.
Nella sezione approfondimenti il link per leggere il testo di Schettino sul sito dell’editore Firenze University press.
scheda | letteratura/arti visive |
titolo | La canzone dello stirene |
genere | poesia/documentario |
autore | Raymond Queneau (traduzione Italo Calvino) |
anno (Paese) | 1985 (Italia) |
editore | Vanni Scheiwiller |