armadietto Alambicco

C03 - Sir Arthur Conan Doyle

 

Sherlock Holmes è un grande investigatore, ma è anche un chimico forense.

Lo incontriamo spesso alle prese con esperimenti o deduzioni chimiche. Il primo incontro con John Watson, in "Uno studio in rosso" (1887), è proprio in un laboratorio di chimica:

Svoltammo in un vialetto e varcammo una porticina laterale che dava in un'ala del grande ospedale. Conoscevo l'ambiente e non avevo bisogno d'essere guidato, mentre salivamo lo squallido scalone di pietra e ci incamminavamo per un lungo corridoio dalle candide mura in cui si apriva una fila di porte color noce. Quasi in fondo, attraverso un piccolo arco, svoltammo in un corridoio secondario che conduceva al gabinetto di chimica.

 

Questo era una sala vasta con le pareti rivestite di scaffali ingombri d'ogni sorta di recipienti. C'erano varie tavole basse, irte di storte e provette, e di becchi Bunsen con le loro tremolanti fiammelle blu.

In tutta la sala c'era un uomo solo, curvo su una tavola all'altro capo, assorto nel suo lavoro. Al rumore dei nostri passi, si volse, poi balzò in piedi con un'esclamazione di gioia.

- Ho trovato! Ho trovato! - gridò apostrofando il mio compagno e correndogli incontro, con una provetta in mano. - Ho trovato un reagente che precipita con l'emoglobina e con nient'altro.

[...]

- Lasci perdere - fece lui ridacchiando. - Ora, l'importante è questa faccenda dell'emoglobina. Immagino che si renda conto del significato della mia scoperta.

- Dal punto di vista sperimentale, è certamente interessante - risposi. - Ma sotto l'aspetto pratico...

- Ma via, dottore, da anni non si faceva una scoperta così interessante nel campo della medicina legale! Non capisce che questo ci offre la possibilità di una prova infallibile per le macchie di sangue? Venga qui.

Tutto agitato, mi afferrò per una manica, trascinandomi verso la tavola alla quale aveva lavorato sino a un momento prima.

- Facciamo una prova con sangue fresco - soggiunse cacciandosi un lungo ago in un dito e raccogliendo una goccia di sangue in una pipetta da prelievo. - Ora guardi. Metto questa piccola quantità di sangue in un litro d'acqua.

Come vede, all'occhio non si avverte la presenza di sangue, l'acqua sembra purissima. La percentuale di sangue è talmente piccola da non essere percettibile. Eppure, sono certo che riusciremo a ottenere la reazione caratteristica.

Mentre parlava, lasciava cadere nel recipiente dell'acqua alcuni cristalli bianchi, poi aggiunse qualche goccia di un liquido trasparente. In un attimo, il contenuto assunse un colore mogano scuro e una polverina marrone precipitò in fondo al vaso di vetro. - Ah! - esclamò ancora Holmes battendo le mani con l'aria del bambino che ha un giocattolo nuovo. - Che glie ne sembra?

- É una prova molto delicata - osservai,

- Magnifico! Magnifico! La vecchia prova col guaiacolo era poco pratica e incerta. Altrettanto dicasi per l'esame microscopico delle emazie, esame che è assolutamente privo d'ogni valore, se le macchie risalgono a qualche ora prima.

La mia reazione, invece, sembra verificarsi nello stesso modo sia quando il sangue è vecchio sia quando il sangue è fresco. Se questa prova fosse stata inventata prima, centinaia di uomini che attualmente passeggiano liberi sulla faccia della terra, avrebbero pagato, da un pezzo, il prezzo dei loro delitti.

- Davvero? - mormorai.

- Accade di continuo che un processo per omicidio dipenda proprio da questo unico punto. Un uomo è sospettato per un delitto, vari giorni, o addirittura vari mesi dopo averlo commesso. La sua biancheria e i suoi vestiti vengono esaminati, e vi si trovano delle macchie brunastre. Sono macchie di sangue, o di fango, o di ruggine, o di frutta, o di che cosa? Ecco il problema che tormentava i periti... e perché? Perché non esisteva alcuna prova attendibile di laboratorio.

D'ora in poi, ci sarà la "reazione Sherlock Holmes", e ogni dubbio verrà eliminato. Gli lampeggiavano gli occhi mentre parlava.

La chimica diventa, così, lo strumento investigativo più importante per arrivare alla verità.

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