WRM | Workshop Roma e il Mare
Workshop di dottorato nell’ambito della ricerca
Progetti sperimentali di nuovi paesaggi nella “Coda della Cometa” tra il Grande Raccordo Anulare e il Mare
Il workshop è stato organizzato per esprimere metodiche, pareri e soluzioni sulle premesse concettuali impostate dalla ricerca di base svolta nel corso del primo anno dall’avvio dello studio. Le risposte a questa “chiamata”, che ha visto protagonisti i tre Dottorati di Ricerca del Dipartimento di Architettura e Progetto DiAP, hanno segnato linee di ricerca sperimentali che impostano e seguono indirizzi di progettazione differenziati. Tali indirizzi, con grande autonomia, seppur nel rispetto di tutti i dati del tema, hanno il fine di restituire al gruppo di ricerca ipotesi e proposte, sondaggi spaziali utili a contribuire alla definizione di un assetto.
Avendo ricevuto l’onore e l’onere di dirigere il workshop, il primo indirizzo è stato quello di considerare ricercatori e dottorandi come membri di gruppi di progettazione integrata, in cui il ruolo dei ricercatori non fosse solo quello di tutors, secondo una prassi consolidata, ma anche di responsabili del progetto. Altro indirizzo è stato quello di proporre ai gruppi di progettazione un’esperienza che fosse caratterizzata da una rapidità di esecuzione e da una grande intensità e concentrazione nel lavoro creativo. La scelta di questa impostazione operativa è stata facilitata dall'esperienza accumulata anche dai nostri dottorandi, ormai abituati nella scuola a vivere l’esperienza progettuale come segmento formativo oltre ogni disputa tra teoria e progetto.
Occorre ricordare e ringraziare in questa occasione gli esperti, che con il gruppo di coordinamento scientifico hanno contribuito ad avviare con competenza scientifica i lavori del workshop. Il primo giorno abbiamo organizzato un convegno istruttorio all'interno del quale, oltre alla presentazione dei materiali di base che “formavano” il corpus strumentale e argomentativo dei sei temi individuati, abbiamo ricevuto importanti contributi dai proff. Carlo Pavolini, Vieri Quilici e Franco Zagari.
La Coda della Cometa rappresenta un’entità urbana forte caratterizzata da enormi corpi ambientali, le pinete di Castel Porziano e di Castel Fusano, dal Tevere che arriva alla foce attraverso un tratto navigabile di grande importanza, da presenze storiche di rilievo come la Necropoli di Portus, Ostia antica, il lago di Traiano, l’antico tracciato della Severiana, da un sistema infrastrutturale incentrato sulle grandi radiali della Via del Mare/Ostiense, della Cristoforo Colombo, della Portuense, dell’autostrada Roma-Fiumicino. Esiste in questo ambito territoriale una questione di decifrabilità e di riconoscibilità delle differenze topologico- spaziali, frutto di morfologie disordinate e casuali che fanno vacillare la descrizione ancor prima che il progetto. L’ambito scelto ci sembra adatto ad interpretare il ruolo che vorremmo assegnargli rispetto all’intera metropoli: un’area vasta che offre le sue risorse storiche, naturali, ambientali ed ecologiche per costruire un sistema di tecnologie adattive, idonee a coniugare la modernità, il progetto, con la sostenibilità, la cura del territorio, la sua manutenzione, il suo sviluppo sostenibile. Nella Coda della Cometa, l’insieme degli elementi presenti-antropizzati e non-utilizzabili dall’uomo per produrre energia mediante l’uso opportuno delle conoscenze scientifiche e tecnologiche, può portare ad individuare in essa una grande riserva energetica. Tale riserva, attraverso il progetto, si può tradurre in un intelligente dispositivo in grado di innescare e promuovere nuove scelte di politica ambientale, capaci a nostro avviso di rappresentare per Roma un modello per una nuova via di sviluppo. Ecco dunque perché abbiamo usato il termine visione, ossia una percezione visuale insolita, che vada oltre i dati della realtà per alzare lo sguardo oltre ciò che oggi è dato vedere. Uno sguardo osservante, prefigurativo, proiettivo.
-- Orazio Carpenzano dal Dossier finale del workshop --