Rendi visibile la tua ricerca
Nel 2003 la Sapienza ha firmato la dichiarazione di Berlino che promuove l'accesso libero e senza barriere al sapere scientifico. Anche la normativa italiana, introduce il principio dell’accesso aperto. Si tratta dell’art. 4 “Disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo delle biblioteche e degli archivi e per la promozione della recitazione e della lettura” del decreto legge 8 agosto 2013, n. 91 “Disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo”.
Chi può pubblicare in Open Access ?
Qualsiasi autore che sceglie di pubblicare in una rivista open access, per esempio, PLoS, o in riviste che offrono il modello "paga l'autore", il cosidetto "gold" OA. Ormai quasi tutti gli editori offrono opzioni di questo tipo - Nature, Elsevier, Springer, Wiley e tanti altri (elenco completo - http://www.sherpa.ac.uk/romeo/PaidOA.html )
Chi può archiviare in Open Access ?
Un'altra opzione, "green" open access, è l'auto-archiviazione da parte dell'autore sul sito personale o nel repositorio istituzionale. Qui si tratta dell'archiviazione del pre-print o dell'articolo a partire da un determinato tempo (embargo) successivo alla pubblicazione sulla rivista.
Per facilitare questa scelta l'autore può verificare politiche e condizioni di accesso/copyright sia degli editori che dei periodici su SHERPA.
Nel mondo accademico negli ultimi anni sono stati fatti notevoli passi in avanti per costituire presso università e istituti di ricerca archivi ad accesso aperto in linea con i migliori standard internazionali che garantiscono l’interoperabilità. E' consuetudine accedere all'archivio OA attraverso il Catalogo della Ricerca, cioè l'elenco dei Prodotti della Ricerca (articoli su rivista, libri, capitoli di libro, brevetti, ecc.) collegati agli Autori, ai Progetti e alle Strutture e disponibile nel dominio pubblico. La Sapienza per ora non rende accessibile questo catalogo anche se i dati ivi contenuti sono comunque nel dominio pubblico (abstract e metadati). Un esempio operativo è l'archivio dell'università di Oxford - http://ora.ox.ac.uk/ .
Chi deve archiviare in Open Access ?
- Unione Europea nel 7 Programma Quadro ha avviato un Progetto Pilota Open Access che prevede l'obbligo di deposito in Open Access per le ricerche finanziate in sette discipline: Energia, Ambiente (incluso cambiamento climatico), Salute, ICT, Scienze e Società, Scienze socio-economiche e umanistiche.
Se l'ente di appartenenza non possiede un archivio aperto, come è il caso della Sapienza, il ricercatore potrà utilizzare l’articolo nell’OpenAIRE Orphan Repository.
- Anche la nuova normativa stabilisce che "I soggetti pubblici preposti all'erogazione o alla gestione dei finanziamenti della ricerca scientifica adottano, nella loro
autonomia, le misure necessarie per la promozione dell'accesso aperto ai risultati della ricerca finanziata per una quota pari o superiore al 50 per cento con fondi pubblici, quando documentati in articoli pubblicati su periodici a carattere scientifico che abbiano almeno due uscite annue. I predetti articoli devono includere una scheda di
progetto in cui siano menzionati tutti i soggetti che hanno concorso
alla realizzazione degli stessi. L'accesso aperto si realizza:
a) tramite la pubblicazione da parte dell'editore, al momento
della prima pubblicazione, in modo tale che l'articolo sia
accessibile a titolo gratuito dal luogo e nel momento scelti
individualmente;
b) tramite la ripubblicazione senza fini di lucro in archivi
elettronici istituzionali o disciplinari, secondo le stesse
modalita', entro diciotto mesi dalla prima pubblicazione per le
pubblicazioni delle aree disciplinari scientifico-tecnico-mediche e
ventiquattro mesi per le aree disciplinari umanistiche e delle
scienze sociali." (decreto legge 8 agosto 2013, n. 91, art. 4).