Vetrina 12 - Mozia

I Fenici in Sicilia

Lo storico greco Tucidide (VI, II,6) ci informa sulla più antica storia dei Fenici in Sicilia: essi occuparono i promontori costieri e arrivarono prima dei Greci. La prima città fenicia in Sicilia fu Mozia, fondata da una compagnia di naviganti e mercanti nello Stagnone di Marsala, sulla cuspide occidentale dell'Isola, lungo la rotta della Sardegna e della Penisola Iberica. Circa un secolo dopo fu fondata Panormo, con un porto naturale protetto da un profonda insenatura nell'estuario dei fiumi Kemonia e Papireto, con alle spalle la florida Conca d'Oro. Per ultima sorse, ancora più ad est, Solunto, sfruttando un'altura sul mare. I Fenici in Sicilia Occidentale stabilirono da subito eccellenti relazioni con la popolazione locale: gli Elimi.

Mozia paradigma fenicio in Sicilia e gli scavi della Sapienza

Il primo stanziamento fenicio, con un fondaco e un luogo di culto a cielo aperto scoperti dalla Missione della Sapienza, sorse agli inizi dell'VIII secolo a.C. sulla sponda meridionale dell'isola, dove la falda dell'acqua dolce affiorava in più punti. Qui fu eretto il Tempio di Baal (detto del "Kothon"), più volte ricostruito durante la vita della città, accompagnato dal più piccolo edificio sacro ad Astarte. Rapidamente l'abitato si estese a tutta l'isola, sovrapponendosi ai resti degli insediamenti preistorici sull'acropoli. A nord fu eretto il Tempio di Melqart (detto del "Cappiddazzu"), mentre a nord-ovest fu impiantato il Santuario del Tofet.

Alla metà del VI secolo a.C., Mozia fu cinta da mura e i principali edifici furono ricostruiti. Un Temenos Circolare di 118 m di diametro fu eretto a delimitare l'area delle sorgenti a sud, il ricostruito Tempio di Baal 'Addir/Poseidon e la piscina sacra (il c.d. "Kothon") ad esso collegata; anche il Tempio di Astarte fu rifondato, dotato di un portico. Tutta la città venne monumentalizzata, marcando il suo periodo di maggiore floridezza, quando elementi indigeni, greci, sicelioti, fenici e punici si fusero dando vita ad una cultura contaminata e varia, come ha dimostrato il ritrovamento della straordinaria statua greca detta il "Giovane di Mozia" (un originale greco forse dedicato dal signore locale, che rappresenta Eracle/Melqart trionfante nelle vesti di un auriga), fino alla sua definitiva distruzione da parte del tiranno di Siracusa Dionigi nel 397/6 a.C. Con gli scavi a Mozia, condotti da Antonia Ciasca dal 1964 al 1993, la Sapienza ha contribuito in modo sostanziale alla conoscenza dei Fenici in Sicilia e nel Mediterraneo. Dal 2002 la Missione ha lavorato in sette diverse zone dell'isola, scoprendo il Tempio del Kothon, la Casa del Sacello domestico e la Casa del corno di Tritone, la Fortezza Occidentale, la Casa della sfinge.

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