Vetrina 13 - Mozia

Mozia: La "Casa del sacello domestico"

Alle pendici sud-occidentali dell'Acropoli è stato portato alla luce un ampio edificio, denominato "Casa del sacello domestico" per il rinvenimento in un vano di alcune installazioni di carattere cultuale, e identificato come una residenza aristocratica in uso nel V sec. a.C. e distrutta da un violento incendio durante la conquista dionigiana del 397 a.C.

La residenza sorge lungo una direttrice viaria che mette in collegamento l'Acropoli con l'Area sacra del Kothon. La pianta della struttura si articola in quattro settori disposti attorno ad una corte centrale (L.220) con un pozzo (P.200). Dall'entrata principale, localizzata nell'angolo sud-occidentale dell'edificio, si accedeva ad un'ampia sala d'ingresso (L.240) (da cui proviene un cratere a figure rosse attribuibile alla scuola del Pittore del Meleagro) e da questa alla corte centrale, attraverso un vestibolo (L.228). Nella parte più interna di questo ambiente era un piccolo vano (L.300) nel quale sono stati rinvenuti alcuni apprestamenti e oggetti legati al culto domestico: un'arula, una moneta, un astragalo di bovino e un arredo in terracotta conformato a colonnina con capitello eolico.

Nel settore settentrionale dell'edificio, su un piano rialzato rispetto al sacello, era un bagno (L.264) finemente intonacato. All'interno della corte sono stati ritrovati numerosi reperti tra i quali un frammento di statuetta femminile con polos e un intarsio d'osso configurato a fiore di loto.

Sul lato est della corte centrale si apriva una sala da ricevimento (L.1000) con ampio ingresso porticato (L.1032) e fine pavimentazione in intonaco cementizio, fiancheggiata da una cucina (L.1028) con un forno circolare. Infine, sul lato meridionale della corte, erano il disimpegno L.1060 e la stanza L.1092. L'arredo principale del vano L.1060 era costituito da un telaio ligneo verticale, rinvenuto carbonizzato al centro della stanza insieme a numerosi pesi da telaio e un bruciaprofumi. Nell'angolo sud-occidentale sono stati ritrovati diversi oggetti e vasellame di uso cultuale, tra i quali, il braccio destro di una statua fittile rivestita di foglia d'oro.

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