Vetrina 3 - Arslantepe

Arslantepe nel Bronzo Antico I (3000-2850 a.C.): nuovi capi guerrieri sull'Alto Eufrate

Nell'ultima fase di vita del palazzo il sistema di potere aveva visto il declino della componente ideologico-cerimoniale e la crescita di quella difensiva e militare. Le crescenti pressioni economiche esercitate dal potere centrale sulla popolazione, come pure la frequentazione della piana di Malatya da parte di gruppi semi-nomadi, che probabilmente portavano al palazzo prodotti della pastorizia e metallo, furono elementi di instabilità, che stimolarono un crescente bisogno di difesa. Da qui la comparsa di armi sofisticate, tra cui le più antiche spade conosciute, e la costruzione di un muro di fortificazione intorno al palazzo. Con l'aumento delle tensioni interne ed esterne il sistema collassò. Il palazzo fu distrutto da un violento incendio e la storia del potere ad Arslantepe prese una nuova via.

Tra il 3000 e il 2900 a.C. sulle rovine del palazzo si installarono le capanne di pastori transumanti, legati alle culture del mondo Transcaucasico. Scomparsa ogni forma di economia centralizzata, il sito divenne un luogo di contesa e si affermò un nuovo sistema politico in cui il potere si fondava sulla difesa e sulla guerra. Ai margini dell'abitato fu sepolto un capo-guerriero in una straordinaria sepoltura di pietra con un ricchissimo corredo di oggetti in metallo:

armi, ornamenti e strumenti in rame arsenicato, argento, oro e una particolarissima lega di rame e argento. Sulle lastre di copertura della tomba vennero sacrificati quattro adolescenti, tre femmine e un maschio, due dei quali con diadema e ornamenti personali in metallo. La complessità del rituale indica l'affermarsi di una nuova concezione e rappresentazione del potere politico, che si diffuse in tutta la valle del Medio Eufrate. I successivi sviluppi del III millennio videro Arslantepe risorgere come piccola città fortificata con una cultura locale ormai distante dalle realtà mesopotamiche.

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