Storia Museo di Geologia

Il museo fu fondato dal medico e naturalista romano Giuseppe Ponzi (1805-1885), poco dopo la metà del secolo scorso con raccolte proprie, cui si aggiunsero nel 1875 collezioni di rocce, fossili e libri antichi provenienti dal secentesco Museo Kircheriano (che aveva sede in alcune sale del Collegio Romano, nelle quali oggi si trovano le aule del Liceo E.Q. Visconti). G. Ponzi ricoprì la prima cattedra di Geologia dell'Archiginnasio Romano istituita nel 1864 dal pontefice Pio IX e svolse un'intensa attività di ricerca nella Campagna Romana, nei Monti Lepini e in quelli della Tolfa. La sua attività di ricerca fu poi sviluppata da altri studiosi che posero le basi della stratigrafia del Vulcano Laziale e della Campagna Romana, del bacino dell'alto e medio Aniene, realizzando fra l'altro le prime carte geologiche dell'area, contribuendo cosi' ad arricchire con raccolte specifiche ed anche con scambi e donazioni le Collezioni del Museo.
Nel 1935, con l'inaugurazione dell'attuale sede presso la Sapienza Università di Roma il Museo notevolmente arricchito fu trasferito al secondo piano dell'allora Istituto di Geologia e Paleontologia. Per l'ampliamento dell'attività didattica e di ricerca dell'Istituto l'area originariamente occupata dal Museo e da esso realmente utilizzata (circa 700 mq) venne notevolmente ridotta agli inizi del 1960, per far posto alla Biblioteca (a sua volta qui trasferita per consentire la realizzazione di una nuova grande aula): nel rimanente spazio tra le originarie vetrine fino al 1993 era ospitata la sala di lettura per gli studenti. Nello spazio del corridoio di accesso dell'ex Istituto di Geologia si trovano inoltre cinque vetrine, una delle quali e' riservata alla "Collezione B. Accordi" di "Curiosita' geologiche", raccolte dall'illustre geologo Prof. B. Accordi (1916-1986) già Direttore dell'Istituto, particolarmente attratto anche da questo aspetto minore della Geologia. Fra le raccolte scientifiche e didattiche del Museo sono da segnalare le campionature delle varie successioni regionali italiane, nonché una ricca documentazione di cartografia geologica antica e recente. Molto nota, specialmente fra gli archeologi, e' la "Collezione di Marmi Antichi T. Belli", costituita da circa 550 marmette, ritagliate nel secolo scorso in reperti di marmi e di altre pietre ornamentali, venuti alla luce in occasione degli scavi di Roma antica. La Collezione fu acquistata nel 1841 per 6.000 scudi. Ad essa si aggiunge un'altra ricca Collezione, la "Dodwell" di oltre 1000 marmette quadrate, provenienti da varie località europee e, solo in parte dagli scavi di Roma. Anche questa fu acquistata nel secolo scorso.

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