Alfredo Lambertucci (Montecassiano MC, 19 marzo 1928 - Roma, 10 aprile 1996) si è laureato nel 1953 presso la Facoltà di Architettura di Roma dove ha continuato a svolgere attività di didattica e ricerca presso la cattedra di Elementi di Composizione del prof. Roberto Marino con il quale si era laureato.
Nel 1964 ha conseguito la libera docenza in Elementi di Composizione, è Professore Incaricato dal 1967 e professore Ordinario dal 1981. Ha insegnato Composizione architettonica promuovendo iniziative volte all'aggiornamento della didattica della progettazione partecipando attivamente al dibattito e alla sperimentazione per la riforma della Facoltà. Ha diretto l'istituto di Progettazione della Facoltà di Architettura di Roma. Dal 1979 è stato responsabile per l'INARCH della sezione Architettura. Soprattutto attraverso l'attività sperimentale e la partecipazione a concorsi ha cercato di costruire con gradualità un proprio programma di lavoro e di confrontarsi con le questioni emergenti poste alla disciplina dal mondo contemporaneo.
Nel 1962 ha vinto il premio regionale INARCH per la progettazione della Chiesa di Consalvi a Macerata. Nel 1955 vince con Claudio Dall'Olio il concorso di architettura per il nuovo Istituto di Farmacologia dell'Università La Sapienza. In seguito partecipa a vari concorsi di architettura come quelli per il complesso scolastico di Cremona (1 premio, 1955), per il Motovelodromo Olimpico di Roma (3 premio, 1955) e per l'inclusione nell'elenco dei progettisti INA Casa, in cui affronta il tema della residenza che diventerà il suo campo di interesse principale nella professione, nella didattica e nella ricerca, in un periodo storico in cui l'emergenza casa era un problema politico e sociale molto sentito dagli architetti più impegnati.
Tra le principali opere: il quartiere INA Casa a Rimini (1956), la nuova sede della Casa Editrice Laterza a Bari, (1958), la Scuola a Rovigo (1960), l'Unità Residenziale nel quartiere Spinaceto di Roma (1967, in collaborazione), il Complesso edilizio misto IACP a Ferrara (1969 - 1973), il quartiere ISES di Secondigliano (1965), il quartiere Vigne Nuove a Roma (1972-79), il progetto di ristrutturazione della borgata Primavalle a Roma (1976), nell'ambito della ricerca GESCAL sull'edilizia residenziale; la casa di famiglia a Genzano (1973), le case a schiera a Genzano (1980-82). Tra il 1967 e il 1971, realizza il Palazzo di Giustizia di Macerata, considerato da Bruno Zevi una delle architetture più rappresentative del XX secolo; dal 1986 al 1990 cura con lo Studio Valle il complesso del Campus per la II Università di Roma a Tor Vergata, in un'area esterna al Grande Raccordo Anulare.
Alla sua attività di progettista e docente, affianca quella artistica, realizzando una grande quantità di tele astratte.