Concorso Menoèpiù4

 

Seconda fase

Progettista Capogruppo: Piero Ostilio Rossi
Gruppo di progettazione: CAMPOARCHITETTI (Andrea Bruschi, Lorenzo Iacchia, Laura Iermano, Luca Scalvedi) LAND-I (Roberto Capecci, Raffaella Sini); Paolo D'Ulisse (impianti); Alessandra Di Giuseppe (capitolati e computi metrici)
Collaboratori: Federico Brook (artista) Anna Radice (paesaggio); Giovanna Pappalardo Alatri (programmi educativi e pedagogia); Alessandra Reggiani (light design)

Il progetto è strutturato in maniera tale da realizzare una connessione di carattere urbano tra la piazza del nuovo quartiere e il Parco interpretando in maniera contestuale un tema tipico della geografia di Roma: il dispositivo di passaggio tra due quote differenti. La connessione è costruita sulla sequenza dei seguenti elementi:

– la piazza del quartiere (quota media +38.50) sulla quale si protende la pensilina d'ingresso del Centro civico e che viene riconfigurata lungo il suo margine meridionale) in modo da costituire il perno del disegno dei un sistema di terrazzamenti configurati

– la grande scultura urbana che si propone come perno visivo del sistema ed è collocata in corrispondenza dell’affaccio della piazza sul Parco

– il Centro civico che si sviluppa su due livelli (+38.50 e +34.50 che costituiscono le due quote principali di progetto) ed al quale si accede direttamente sia dalla piazza più grande - attraverso la grande pensilina d'ingresso - sia dalla piazza più piccola che il Piano disegna alla quota della strada e del Parco

– il sistema dei terrazzamenti che disegnano un graduale passaggio dalla piazza al Parco digradando dalla quota + 38,80 alla quota +35,00

– la rampa urbana a pendenza molto dolce (8%) che conclude sul bordo dell’edificio del Centro civico la serie dei terrazzamenti e collega la piazza al sistema dei percorsi pedonali e ciclabili del Parco

In conseguenza a questa scelta, il Parco è disegnato a partire dalla quota +35,00 che viene assunta come quota costante di un parterre pedonale che può essere percorso anche in bicicletta. Il parterre disegna un anello che gira tutt'intorno alla piccola collina, lambisce l'asilo nido fino a riconnetersi con il percorso ciclabile che si dirige verso il Parco di Tor Marancia. SuIla collina, è posto il cuore fisico e concettuale del Parco: quello che abbiamo voluto chiamare il “Giardino della Grande Magia” che è definito da un sistema di “stanze” archeologiche che sono disegnate per circoscrivere le aree dei ritrovamenti archeologici ed evocarne la presenza in maniera discreta, efficace, leggera e quindi totalmente reversibile. 
All’interno di ciascuna stanza, una serie di piastre in acciaio corten incise richiamano ciò che è celato (evidenziato) al di sotto della campitura a prato: area sepolture, pozzo, canaletto, struttura… E’ la grande magia della commedia di Eduardo De Filippo: l’importante non è quello che si vede ma ciò che si immagina che ci sia nella scatola – nel nostro caso ciò che è racchiuso al di sotto della superficie, quello che la nostra fantasia ricostruisce con gli occhi della mente. Oggi infatti non è in programma riportare alla luce questi resti archeologici, né la loro consistenza appare tale da trasmettere il senso di un insieme identificabile e riconoscibile.

 

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