Atlanti
Gli atlanti rappresentano uno strumento strategico di organizzazione e costruzione della conoscenza particolarmente in uso nell’ambito didattico in quanto raccoglie in maniera sistematica carte geografiche in tavole uguali rilegate sotto forma di libro. Gli atlanti sono tra le prime acquisizioni del Gabinetto di Geografia, alcuni dei quali provenienti dal Museo d’Istruzione e di Educazione (il quale fu diretto dal geografo Giuseppe Dalla Vedova dal 1875 al 1877), e oggi ne sono conservati ben 560 esemplari nella sezione di Geografia della Biblioteca del Dipartimento di Lettere e Culture moderne.
Tra gli atlanti più antichi che sono conservati è L’Atlas Antiquus di Heinrich Kiepert (anni Settanta dell’Ottocento circa) e il Physikalischer Atlas di Hermann Bérghaus edito da Justus Perthes nel 1886, primo esempio di atlante tematico moderno, entrambi di provenienza tedesca come molti degli atlanti ottocenteschi posseduti. La Germania, infatti, si era specializzata nella produzione di materiale cartografico inserendosi nel mercato italiano dove le case editrici nazionali ancora non erano presenti.
Tra gli esemplari italiani ottocenteschi è il Grande Atlante di Geografia moderna realizzato dal geografo Giuseppe Dalla Vedova ed edito dalla casa editrice Paravia, iniziato nel 1890, restò incompiuto con la pubblicazione di sole ventiquattro tavole delle cinquanta previste.
Infine, si ricordano atlanti italiani che hanno dominato la scena geografica di buona parte del Novecento: il Grande Atlante Geografico De Agostino e l’Atlante Internazionale del Touring Club Italiano, frutto della collaborazione di molti geografi con case editrici private italiane. Tra gli atlanti pubblicati da enti pubblici il più noto è l’Atlante dei Tipi Geografici di Olinto Marinelli, edito dall’Istituto Geografico Militare, che raccoglie stralci di carte topografiche scelte e commentate: la Biblioteca di Geografia possiede la prima edizione in fogli sciolti del 1922 e la ristampa del 1948 rilegata in forma di libro.