Strumenti
Per il Gabinetto di Geografia fu fondamentale dotarsi di un ricco patrimonio di strumenti a uso didattico che aiutavano i docenti nell’insegnamento della disciplina, per sua natura pratica e dimostrativa. Sappiamo da alcune fonti letterarie che gli strumenti acquisiti dal Gabinetto vennero utilizzati per le dimostrazioni pratiche a partire dall’anno accademico 1916-1917 quando vennero inaugurate presso il Gabinetto le esercitazioni e lezioni seminariali di Magistero ove si formavano i futuri insegnanti di Geografia. Tali attività prevedevano esercitazioni pratiche e l’utilizzo di diversi strumenti di misurazione “si cercò ad es. che gli studenti si impratichissero nella consultazione delle nostre carte topografiche, abituandosi ad interpretarle ed a trarne il maggior partito, con l’aiuto di profili, sezioni e anche con l’impiego di strumenti di misura, come il curvimetro ed il planimetro, di quali fu insegnato l’uso” (Roberto Almagià, 1921, Il Gabinetto di Geografia della Regia Università di Roma, Società Anonima Tipografica Leonardo da Vinci, Città di Castello, p. 9).
Alcuni di questi strumenti sono ancora conservati presso l’ex Istituto di Geografia, ad esempio è presente una collezione di planimetri meccanici (a scure e di Amsler), molto utilizzati a partire dalla seconda metà dell’Ottocento per misurare le aree irregolari di figure piane disegnate in scala. Tra gli strumenti conservati, circa venticinque in totale, sono individuabili strumenti per la misurazione, come ad esempio le bussole, i sestanti a specchio, gli altimetri e i termometri, e strumenti dimostrativi, utilizzati durante le lezioni per illustrare precisi fenomeni geografici come ad esempio i telluri astronomici (che riproducevano i moti fondamentali della Terra e della Luna nello spazio), epidiascopi, proiettori cinematografici, sezioni litologiche, cliché tipografici e altri strumenti ancora in fase di studio.