STORIA DELL'EDIFICIO MARCONI

L’edificio, realizzato dall’architetto Giuseppe Pagano, figura di rilevo nel promuovere l’architettura moderna in Italia, è considerato uno dei progetti più interessanti della Città Universitaria per l’attenzione agli aspetti funzionali dell’Istituto cui era destinato, per la risoluzione dei problemi tecnici, per le linee architettoniche dialoganti con l’ambiente circostante. 
Collocato sull’asse principale, d’angolo sul piazzale della Minerva, l’edificio si inserisce nel contesto urbanistico e architettonico del complesso universitario inaugurato nel 1935. Così lo descrive Marcello Piacentini, architetto capo che detta le linee guida generali della Città:
"Con un volume di m. 72.500 ed una superficie di mq. 3.400, la costruzione è composta essenzialmente di due parti, l’una dedicata alla Fisica superiore e l’altra alla Fisica sperimentale. La struttura è muraria, interamente rivestita in litoceramica".
Il numero degli ambienti è di 237 di cui 20 sono laboratori ampi e luminosi, corredati degli impianti più moderni» (“Architettura”, numero speciale La Città Universitaria di Roma, 1935).
La struttura architettonica, semplice e dinamica nell’articolazione degli spazi secondo i criteri funzionalisti del linguaggio di Pagano, è costruita su pieni e vuoti, con nuclei distinti e una corte centrale dove è collocato il gruppo scultoreo di Corrado Vigni, che ha realizzato anche i bassorilievi con scene di animali in lotta della balaustra sul lato sinistro della scalinata esterna all’edificio. 

MOSTRA: L'edificio di fisica di Giuseppe Pagano alla Città Universitaria