storia del museo
La storia del museo è la storia di una comunità che ha custodito gelosamente dal "passato lontano" agli anni del secondo dopoguerra le testimonianze concrete del suo operare, sia nell'insegnamento che, in epoche più recenti, nella ricerca.
Una parte cospicua delle collezioni risale a Paolo Volpicelli, professore di fisica alla Sapienza e figura di spicco nel periodo di transizione dal governo pontificio al nuovo stato unitario. Con Pietro Blaserna, nell'Italia postunitaria, il vecchio modo di fare e insegnare la fisica sperimentale cambia radicalmente: gli studenti partecipano finalmente in prima persona alle attività della Scuola pratica di fisica e li linee di ricerca si coniugano ormai alle esigenze concrete di un paese in crescita.
La strumentazione dell'Istituto Fisico si sposta così verso l'acquisizione di apparecchi adatti a misure di precisione nel settore della Fisica tecnica e di apparati funzionali a un ufficio metrologico come l'Ufficio del corista uniforme. Dopo Blaserna, Orso Maria Corbino rappresenta la modernità, la nascita in Italia di un nuovo modo di formare i giovani anche attraverso soggiorni di studio all'estero, l'apertura alla fisica teorica, l'istituzione dell'Ufficio del Radio e il realizzarsi delle condizioni che favorirono il decollo della scuola di Fermi.
E' il periodo esaltante delle ricerche in spettroscopia atomica e molecolare prima, e delle scoperte della radioattività indotta dai neutroni poi: entrambi settori di punta, ci hanno lasciato, il primo, una collezione di splendidi spettrografi, il secondo la "collezione Fermi", con varie apparecchiature realizzate dagli stessi protagonisti della ricerca sulla radioattivitià indotta,
Nel periodo del secondo dopoguerra, dopo la dispersione del gruppo, con Edoardo Amaldi si rinsaldano le collaborazioni internazionali e si continua a costruire sulla solida eredità lasciata da Fermi e collaboratori.
Guido Martinelli - Sapienza Università di Roma
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