Fondo Crescini

La biblioteca di Vincenzo Crescini, donata dalla figlia Eros Crescini, fu depositata da Giulio Bertoni all'Istituto di Filologia Romanza dell'Università "La Sapienza" di Roma nel 1936 insieme all'archivio personale, una raccolta cospicua di carte, appunti e corrispondenza il cui riordinamento è ora in corso. Nel 1947 fu pubblicato il Catalogo della Biblioteca di Vincenzo Crescini, in cui sono registrate 7745 opere. Il Catalogo è anche una preziosa integrazione alla Bibliografia delle Opere scientifiche posta dall'allievo Viscardi ad apertura di Romànica Fragmenta, antologia di scritti scelti da Crescini stesso, pubblicata però dopo la sua morte.

Vincenzo Crescini (1857-1932)

Filologo romanzo, rappresentante della scuola storica e positiva, Vincenzo Crescini si laureò nel 1879 con Ugo Angelo Canello, titolare a Padova della prima cattedra di Storia comparata delle lingue e letterature neolatine; si specializzò con Graziadio Isaia Ascoli e Pio Rajna all'Accademia scientifico-letteraria di Milano (1880-81). Dopo un breve incarico per l'insegnamento di Storia comparata delle lingue classiche e neolatine a Genova (1882 e 1882-83), dove fu suo allievo Ernesto Giacomo Parodi, Crescini prese il posto di Canello alla cattedra padovana non appena questi morì nel 1883, prima come docente straordinario, poi dal 1891 come ordinario. A Padova Crescini insegnò per cinquant'anni: presso la Facoltà di filosofia e lettere, della quale fu preside negli anni 1900-1902, occupò per brevi periodi anche le cattedre di Letteratura italiana (1885-87; 1894-95; 1915-16), Letteratura francese (1919-20), Storia moderna (1899-1900), Storia comparata delle lingue classiche (1912); presso la Scuola storico-filosofica delle Venezie insegnò Dialetti veneti medievali (1930-31). Fu inoltre presidente dell'Istituto veneto e dell'Accademia Patavina e condirettore dei "Nuovi Studi Medievali". Convinto assertore dell'unità e inscindibilità di filologia e linguistica e rivolto più alle ricerche puntuali che alle sintesi generali, Crescini si dedicò in modo particolare alla provenzalistica (di rilievo è il Manualetto provenzale. Introduzione grammaticale, crestomazia, glossario, Padova 1893) e, in campo italiano, agli studi sul Boccaccio (tra gli altri si veda il Contributo agli studi sul Boccaccio, Torino 1887).

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