Cronologia delle relazioni euromediterranee 2015

  

2015

  • gennaio Muore il re saudita Abdullah. La monarchia si da subito, nella figura del  principe Salman, un altro sovrano ma le incognite, in una situazione complessa come quella attuale sono molte (stampa). In una nota l’Ue condanna la condotta dei Palestinesi e degli Israeliani che mette a repentaglio il processo di pace. A fine mese sul confine con il Libano la riposta israeliana ad un attacco di Hezbollah provoca la morte di un casco blu spagnolo. Si svolge in Sardegna la NextMed Conference. Più di 500 partecipanti per il lancio della nuova fase del programma di cooperazione transfrontaliera nel Mediterraneo. L’UpM e il CESE firmano un memorandum  per lavorare più strettamente nelle aree di reciproco interesse. A metà gennaio iniziano a Ginevra i colloqui tra le fazioni libiche. La Mogherini esprime la sua soddisfazione per l’attitudine costruttiva delle parti mentre il PE emana una risoluzione sulla situazione in Libia (en)- P8_TA(2015)0010. Sul campo però, nonostante si sia arrivati per la prima volta d un cessate il fuoco, la violenza non accenna a diminuire: terroristi attaccano l'hotel Corinthia, che ospita il governo di Omar al Hassi, non riconosciuto dalla comunità internazionale, e diplomatici e lavoratori stranieri. La UE condanna l’assalto mentre si fanno varie ipotesi sugli autori. Il PE emana una risoluzione anche sulla situazione in Egitto (en)- P8_TA(2015)0012. In Yemen i ribelli sciiti Houthi, appoggiati da Ahmed Saleh  figlio dell'ex presidente Ali Abdullah Saleh, conquistano anche Aden. La coalizione che sostiene il presidente Hadi, fuggito a Riad, per bocca del generale saudita Ahmed Asseri cerca di minimizzare ma il fatto che a parlare sia Asseri conferma coinvolgimento dell’Arabia Saudita nella guerra è ormai totale. Il programma congiunto UE-Consiglio d’Europa “Strengthening democratic reform in the southern Neighbourhood”  pubblica i risultati raggiunti. Si svolge a Bruxelles il primo meeting del European Migration ForumViene pubblicato il Baromètre du voisinage de l’UE Sud de la Méditerranée - (vague6). I cittadini dei paesi presi in esame sono generalmente, più nel Maghreb che nel Mashrek, soddisfatti della propria vita anche se preoccupati dalla disoccupazione e dal terrorismo.  L’Unione europea continua ad avere un'immagine sostanzialmente positiva.

 

  • febbraio Il Quartetto sul Medio Oriente invitando Israeliani e palestinesi a riallacciare i colloqui di pace sottolinea l’importanza del coinvolgimento dei Paesi arabi e dello sblocco dei fondi destinati alla ricostruzione di Gaza decisi nella conferenza del Cairo del 2014. Il capo della diplomazia europea incontra il presidente palestinese Abbas auspicando ancora una volta la soluzione dei due-stati per risolvere il conflitto. Si svolge il settimo Consiglio di associazione UE-Libano. Durante la riunione è stato firmato un protocollo che permetterà al Libano di partecipare ai programmi dell’UE e far parte delle Agenzie. Federica Mogherini incontra il Segretario generale dell’unione per il Mediterraneo Fathallah Sijilmassi. Al centro dei colloqui il ruolo dell’UpM nell’ambito della Politica di Vicinato. In visita a Tunisi incontra il presidente Essebsi, il primo ministro Essid ed esponenti della società civile. Durante la visita vengono affrontati i temi più importanti che riguardano il Partenariato privilegiato UE-Tunisia. In Libia nonostante l'appoggio UE ai colloqui di pace tra le parti la spirale di violenza non si ferma: miliziani legati all’Isis decapitano ventuno lavoratori egiziani di religione copta. L’Egitto per rappresaglia bombarda le zone controllate dagli estremisti islamici mentre nei propri confini continua la repressione nei confronti dei Fratelli Musulmani e degli attivisti che avevano partecipato alle rivolte contro Mubarak. L’appoggio aperto dell’Egitto al governo di Tobruk, e al generale Khalifa Haftar non è visto di buon occhio dagli altri paesi della regione e complica il lavoro delle Nazioni Unite per la ricerca della pace. Federica Mogherini e Bernardino Leòn si incontrano a Madrid per discutere su come fronteggiare la situazione (stampa febbraio). Dopo pochi giorni a Washington l’UE, gli USA, l’ONU e l’Egitto, a margine del Summit contro la violenza estremista fanno il punto sulla situazione in Libia. Il PE adotta una risoluzione sulla situazione umanitaria in Iraq e Siria (en)– P8_TA(2015)0040. La BERD approva la prima country strategy per il  Marocco con lo scopo di sviluppare appieno il potenziale imprenditoriale del paese nordafricano. Il Pricipato di Monaco ospita la nona assemblea plenaria della Parliamentary Assembly of the Mediterranean (PAM).

 

 

  • aprile miliziani di Daesh (ISIS) attaccano il campo di rifugiati palestinesi di Yarmouk alle porte di Damasco. Vengono ripresi i colloqui tra le fazioni libiche. L’UE e il consiglio d’Europa lanciano il programma congiunto “Towards strengthened democratic governance in the Souther Mediterranean” - South Programme II (2015-2017)Si svolge dopo sette anni, in maniera informale, una riunione dei ministri degli affari esteri UE e partner mediterranei incentrata sulla definizione delle nuove linee sulla politica di vicinato a seguito del documento di consultazione pubblicato a marzo. L’AR Mogherini auspica che la riunione si svolga annualmente. Partecipa anche l’UpM. Una serie ripetuta di naufragi in Mediterraneo, oltre a mostrare la filosofia militarista e le lacune  dell’Operazione TRITON spinge il presidente del PE ad intervenire e, dopo pochi giorni, l'AR Mogherini a porre il problema come punto all’ordine del giorno alla riunione congiunta dei ministri degli esteri e dell’interno. La CE approva un piano in 10 punti (in linea con l'approccio fallimentare che ha portato l’UE a militarizzare le frontiere) da sottoporre alla riunione straordinaria del Consiglio europeo  (en) (MogheriniTusk). Il balletto politico si ripete: le potenze occidentali che hanno provocato la disgregazione della Libia (dove ora anche il governo di Tripoli vuole essere riconosciuto dall’UE per collaborare) e della Siria (e dell’Iraq) si rifiutano di intervenire accontentandosi di salvare la faccia con qualche  salvataggio e con l’aumento dei fondi destinati all’operazione Triton e Poseidon. Le conclusioni del Consiglio straordinario sono criticate dal Presidente della CE  Junker  mentre il Consiglio Italiano per i Rifugiati le definisce scandalose. (stampa - aprile). Il Consiglio affari esteri (en) adotta conclusioni sullo Yemen e sulla revisione della politica europea di vicinato. Sono ribaditi i quattro settori prioritari che l'attuale revisione della PEV mira ad affrontare: differenziazione, impostazione mirata (compresi tra l'altro sicurezza, sviluppo economico e commercio, buon governo, migrazione, energia e diritti umani), flessibilità, nonché titolarità e visibilitàViene approvata  l'agenda europea sulla sicurezza Com(2015)185. Il PE approva una “Risoluzione sulle recenti tragedie nel Mediterraneo e sulle politiche dell'UE in materia di migrazione e asilo” (en)- P8_TA(2015)0176  in cui invita la Commissione a fissare una quota vincolante per la ripartizione dei richiedenti asilo tra tutti gli Stati membri. Si riunisce a Ramallah il Comitato congiunto UE-Palestina. L’UE  si impegna a mantenere l’attuale supporto finanziario di circa 300 milioni di euro. Viene raggiunto a Losanna un accordo di massima tra USA e Iran  sul  nucleare. L’accordo è ancora da perfezionare e deve superare l’opposizione non solo di  Israele e di alcuni stati arabi ma anche delle parti più intransigenti all’interno  dei due paesi. (stampa - marzo). Nell'ambito della Deauville partnership si svolge in Germania la Conferenza di alto livello "Responsible financial inclusion for Social inclusion and stability". L'EEAS pubblica il suo Annual Activity Report.

 

  • maggio vengono pubblicati il rapporto  “MedMedia: Assessment of media regulation in the southern Mediterranean region e il Rapporto annuale MedReg  della Mediterranean Energy Regulators’ Association. A Rabat la  Association of the Mediterranean Transmission System Operators (Med-TSO) e la Mediterranean Energy Regulators’ Association (MEDREG) lanciano ufficialmente la Euro-Mediterranean Energy PlatformsConfermando il ruolo centrale che l’Algeria sta acquisendo come contraltare all’Egitto e come stabilizzatore del Nord Africa. Unione europea e Algeria lanciano un dialogo di alto livello sulla cooperazione nel campo dell’energia. A seguito del consiglio del 23 aprile l'AR Mogherini si reca in Tunisia per partecipare ai colloqui tra le parti in guerra in Libia e per superare la contrarietà  da parte delle autorità libiche a qualunque intervento armato sul proprio territorio. L’ex presidente egiziano Morsi viene condannato a morte. In Libano ormai da un anno non si riesce ad eleggere il Presidente della Repubblica. Il vuoto di potere in un paese al centro di tensioni regionali e nazionali provoca timori sulla tenuta delle istituzioni. Congratulandosi per la formazione del nuovo governo Israeliano la Mogherini afferma la necessità di uno Stato palestinese che viva in pace con Israele. Viene pubblicata l’“Agenda europea sulla migrazione “ Com(2015) 240 – (en) basata su quattro punti: ridurre gli incentivi alla migrazione irregolare, gestire e rendere sicure le frontiere esterne della Ue, proteggere i richiedenti asilo e creare una nuova politica della migrazione legale. Fra le azioni concrete dell'agenda c'è la proposta di distribuire i rifugiati fra gli stati membri, in situazioni di emergenza, secondo una chiave di ripartizione che terrà conto di quattro parametri: popolazione complessiva, pil, tasso di disoccupazione e rifugiati già accolti sul territorio nazionale. Viene pubblicato  “Piano d'azione dell'UE contro il traffico di migranti (2015 - 2020) Com(2015)285 – (en) che presenta le azioni specifiche necessarie per attuare l’agenda sulla migrazione e quella sulla sicurezza. La questione delle “quote” scatena subito la solita battaglia di distinguo e di rifiuti.  (stampa - aprile) Il Consiglio istituisce l'operazione navale dell'UE - EUNAVFOR Med - contro i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo. “EUNAVFOR Med si svolgerà in fasi successive, nel rispetto del diritto internazionale e in collaborazione con le autorità libiche. L’intervento delle forze militari europee vicino alle coste libiche non viene visto di buon occhio dal governo di Tripoli che si riserva intraprendere azioni di difesa. Si svolge a Lisbona l'undicesima plenaria della AP-UpM.

 

 

 

  • agosto  in Yemen, in Siria e in Iraq le guerre continuano. Ad esse si aggiunge quella che la Turchia scatena contro i curdi sia sul proprio territorio che fuori dei propri confini. L’insostenibile situazione in cui vivono milioni di persone (segnalata anche dalla Relazione annuale sulle politiche di aiuto umanitario e protezione civile dell'Unione europea e sulla loro attuazione nel 2014 (en) – Com(2015)406) provoca un esodo di massa verso i confini dell’Europa, il peggior esodo dalla fine della seconda guerra mondiale. Però l’UE, in nome della “lotta al terrorismo”, continua a sostenere regimi illiberali vendendo loro armi, al momento usate per dispegare la più grande “offensiva contro la società civile mai lanciata nel mondo arabo”. La politica euromediterranea europea, stritolata dal (previsto) precipitare degli eventi, può considerarsi morta e la stessa operazione EUNAVFOR si fermerà alla fase I se non ci saranno accordi a livello politico. Errore dopo errore, e qui le parole di Junker risultano puramente retoriche, l’UE si è cacciata in un vicolo cieco dove solo la sensibilità dei cittadini sembra poter mettere freno alla barbarie dei governanti (europei e mediorientali). I risultati minimi del Consiglio di Luglio si mostrano poca cosa rispetto alla realtà dei fatti ma, invece di alzare gli obiettivi della cooperazione europea, la risposta dei leader è nelle parole di  Cameron aggressive contro i migranti di Calais, o in quelle di Hollande che dal canto suo blinda il confine con l’Italia, o in quelle di Orban che militarizza la frontiera con la Serbia, in Macedonia e in Grecia la polizia spara. Laddove non c’è volontà di repressione gli incidenti dimostrano come questa marea umana, che scappa dalla violenza o dalla fame, non potrà essere fermata con la violenza. Solo la Germania, sospendendo il Regolamento di  Dublino, non cerca di fermare i migranti preparandosi ad accoglierne circa 800.000. La Merkel partecipa anche al vertice dei paesi balcanici convocato per fronteggiare i massicci arrivi. Ormai è chiaro che l’UE dovrà dotarsi di un sistema diverso che regoli i flussi migratori trasformando questa nuova linfa in ricchezza o finirà per cedere anche alle altre tensioni cui è da tempo soggetta. In Libia  dopo la firma dell'accordo di Skirat, in Marocco, da cui si sono auto-escluse solo le fazioni di Tripoli, si cerca di discutere della formazione del nuovo governo.  A Sirte i miliziani islamici reprimono nel sangue una rivolta tanto da spingere il governo di Tobruk a  chiedere aiuto alla lega araba.

  • settembre  inseguito alla convocazione per  il 2016 del primo vertice umanitario mondiale la Commissione pubblica la Comunicazione “ Verso il vertice umanitario mondiale: un partenariato globale per un'azione umanitaria efficace e basata sui principi (en) – Com(2015)419 accompagnata dal documento SWD(2015)166. Nell’urgenza di dare risposte comuni alla crisi vengono convocati il Consiglio informale  dei Ministri della  difesa  nel quale si  auspica, dopo aver completato la fase uno (raccolta delle informazioni), il passaggio alla fase due (quella operativa nelle acque internazionali) di EUNAVFOR e quello dei  Ministri degli esteri  nel quale si ribadisce non solo il dovere morale ma legale del diritto di asilo. Di fronte alla nuova strategia tedesca ed ai passi europei  sull’accoglienza  le nazioni dell’Europa orientale si mostrano contrarie e nel  vertice di Praga confermano  il rifiuto di accettare quote obbligatore. Le aperture della Merkel  costringono all’angolo anche alleati come Sarkozy  o Cameron ma sono in sintonia con le parole del Papa che esorta le parrocchie e le altre strutture ecclesiastiche ad aprire le porte ai rifugiati. Le resistenze all’accoglienza sono il frutto di forti differenze nella visione dell’Europa  che, traducendosi nel rifiuto di politiche comuni, diventano  parte del problema.  L’analisi economica della migrazione invece considera, e questo certamente è stato tenuto in conto dalla Cancelliera tedesca,  ricchezza l’arrivo di una popolazione giovane che potrebbe fermare il  declino demografico europeo. Anche nei luoghi di partenza dei profughi si delineano situazioni sbilanciate: se da un lato Turchia, Libano e Giordania esplodono dall’altro i Paesi del Golfo non accettano alcun profugo.  Nel suo primo discorso sullo Stato dell’Unione  il presidente della Commissione Junker si limita a ricordare le grandi linee delle proposte della Commissione: redistribuzione per quote obbligatorie di 120mila profughi, creazione di un fondo di 1,8 miliardi di euro con cui aiutare i paesi africani; precisazione del la lista di paesi sicuri i cui cittadini non potranno chiedere asilo in Europa; proporre un meccanismo permanente di accoglienza dei rifugiati e la trasformazione dell’agenzia Frontex in un vero e proprio corpo europeo di controllo delle frontiere.  Vengono  pubblicate come parte di un pacchetto articolato di proposte la Comunicazione congiunta  “ Affrontare la crisi dei rifugiati in Europa: il ruolo dell’azione esterna dell’UE” (en) – JOIN(2015)40 che  descrive l’azione esterna dell’Unione europea per affrontare la crisi dei rifugiati e rinvia al vertice  della Valletta sulla migrazione (11 e 12 novembre 2015) che riunirà i leader europei e dei principali paesi africani e alla conferenza ad alto livello sulla rotta del Mediterraneo orientale/dei Balcani occidentali (autunno 2015) che riunirà gli Stati membri dell’UE, i paesi dei Balcani occidentali e la Turchia;  la Comunicazione “Piano d'azione dell'UE sul rimpatrio” (en) – Com(2015)453 nella quale si definiscono le misure da prendere nell'immediato e a medio termine per rendere più efficace, al fine di dissuadere coloro che non hanno diritto a rimanere nella UE,  il sistema di rimpatrio dell'UE;  la proposta di decisione che istituisce misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell'Italia, della Grecia e dell'Ungheria  (en) – Com(2015)451. Il PE pubblica la risoluzione Migrazione e rifugiati in Europa (en) P8_TA(2015)0317 – nella quale ricorda che la migrazione è un fenomeno globale e complesso che richiede l'adozione di un approccio a lungo termine per affrontarne le cause profonde, povertà, disuguaglianze,  cambiamenti climatici, malgoverno,  conflitti armati e la risoluzione The Eu's role in the Middle East peace process - P8 TA(2015)318. Il Consiglio pubblica il documento Migrazione: azione dell'UE, stato di avanzamento e prossime tappe (en) - 11782/1/15 – La nota illustra una panoramica delle prossime fasi e fissa alcune scadenze per il breve o medio termine da discutersi al Consiglio del 14 settembre alla vigilia del quale la Germania sorprende tutti annunciando, seguita poi da altri,  il ripristino dei controlli alle frontiere. Alcuni credono che la misura sia stata adottata per le forti critiche ricevute dalla Merkel  all’interno della CDU ma altri pongono l’accento sul fatto che questa andrà a ricadere sui paesi dell’est  che rifiutano ogni azione comune.  Il Consiglio si chiude con un fallimento. Si trova un accordo sul via libera alle azioni che porteranno alla fase due di EUNAVFOR MED, sulla realizzazione degli hotspot, sulla politica dei rimpatri, sul rafforzamento di Frontex. Non c’è accordo invece sulla redistribuzione di 120.000 profughi, il Gruppo di Visegrad non accetta il testo delle conclusioni per cui i dettagli della ripartizione verranno decisi al prossimo Consiglio nel quale si potrà decidere a maggioranza qualificata. Per quanto riguarda la situazione in Medio Oriente durante la visita in Israele il Presidente del Consiglio europeo Tusk rassicura Netanhyau sulla bontà dell’accordo con l’Iran e riafferma la volontà dell’Ue di perseguire la soluzione due stati. Mentre sul fronte libico sembrano finalmente esserci spazi per un accordo tra le parti (una delle condizioni implicite per sperare in un completo dispiegamento dell’operazione EUNAVFOR).