Cronologia delle relazioni euromediterranee 2018

 

  • 2018

 

  • gennaio Algeri ospita la quattordicesima conferenza dei ministri degli esteri del dialogo 5+5 “Western Mediterranean: promoting an economic, social and inclusive development, shared and sustainable, faced with the common challenges of the region.” L’incontro si concentra sui problemi di uno sviluppo sostenibile, sull’occupazione giovanile e sulla gestione delle migrazioni. Dichiarazione finale. Negli stessi giorni si svolge il Consiglio affari esteri imperniato sul processo di pace israelo-palestinese.  La UE condanna ancora una volta l’ennesimo piano di insediamenti ebraici in Cisgiordania e l’AR Mogherini, a margine del Consiglio, conferma al presidente palestinese Mahmoud Abbas la volontà UE di arrivare ad una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati con Gerusalemme capitale dei due. Nella conferenza stampa al temine del Consiglio l’AR Mogherini ribadisce la necessità di preservare un quadro di negoziazioni multilaterale. Unione europea ed Egitto, mentre della morte di Tullio Regeni nessuno è incolpato, firmano due accordi di cooperazione. In Tunisia, in quella che viene definita l’unica democrazia del Nord Africa, nonostante gli aiuti dell’UE gravi difficoltà economiche alimentano tensioni sociali e politiche. In Libia si continua a combattere. A Tripoli viene proclamato lo stato di emergenza dopo l'attacco alla prigione di Mitiga per liberare prigionieri di Daesh e di Al Qaeda. A Benghazi due bombe provocano più di 30 morti e oltre 70 feriti, tra i colpiti anche alti esponenti della sicurezza. La vendetta dei militari legati ad Haftar è feroce dieci presunti terroristi vengono giustiziati a sangue freddo. Nell’ambito del progetto Euromed Justice IV (2016-2018) si svolge a Madrid il primo Forum dei Procuratori generali dei paesi mediterranei. Durante il Forum i partecipanti hanno condiviso esperienze e buone pratiche nei campi della lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata. Concludono i lavori una road map e una dichiarazione finale  Roma ospita il "Med 7" una riunione dei sette paesi mediterranei europei organizzata dal premier italiano Gentiloni. Tema principale quello delle migrazioni in vista delle decisioni che l'Unione deve prendere nel primo semestre dell'anno. Nella dichiarazione finale si ribadisce che il “ruolo fondamentale nella protezione di questi confini va riconosciuto e il carico va condiviso con tutti i paesi Ue”. I Sette nel sostenere la riforma del regolamento di Dublino (prevista per giugno) fanno fronte comune contro il gruppo di Visegrad. Si svolge, organizzata dalla UE e dalla Norvegia, una riunione straordinaria del International Donor Group for Palestine (Ad Hoc Liaison Committee, AHLC). Nella conferenza stampa congiunta l’AR Mogherini  sottolinea l’urgenza dell’incontro a seguito dell’annuncio di Trump su Gerusalemme. A tal proposito conferma la necessità che la città sia capitale dei due stati, Israeliano e Palestinese, come previsto dagli accordi di Oslo, alla quale lavorano sia l’UE che l’ONU. Si aspetta inoltre che a seguito della negoziazione egiziana la frontiera con l’Egitto sia controllata dai palestinesi. Annuncia infine ulteriori aiuti UE per una somma di 42.5 milioni di euro che si aggiungono ai 107 provenienti dall’UNRWA.

  • febbraio Malta ospita la conferenza annuale del FEMISE ‘Neighbours of Neighbours: Relations and Cooperation of the EU-Med towards Africa’L’UpM partecipa al nono World Urban Forum: Towards Implementing the New Urban Agenda in the Euro-Mediterranean RegionL’AR Mogherini incontra il ministro degli esteri tunisino confermando l’appoggio UE allo sviluppo economico e democratico. Viene lanciato un programma di supporto alla riforma delle finanze pubbliche dell’Algeria. Con un budget di 10 milioni di euro il programma UE REFIN contribuirà all’attuazione del Piano Strategico di Modernizzazione delle Finanze Pubbliche. Il Kuwait ospita un incontro tra ministri della Coalizione contro Daesh a fine incontro l’AR Mogherini, ricordando l’impegno UEribadisce la necessità, al fine di consolidare i risultati raggiunti nella regione, di un processo politico di stabilizzazione guidato dall’ONU ma sostenuto da tutti gli attori in gioco. La stabilizzazione della regione non può prescindere dalla ricostruzione dell’Iraq e della Siria dove con l’intervento turco nella zona di Afrin si apre un altro fronte di guerra e un’altra emergenza umanitariaDopo la firma di un memorandum d’intesa tra EUBAM e il ministro della giustizia libico una missione di alto livello congiunta Unione Africana, UE, ONU visita Tripoli al fine di rilanciare la cooperazione nella gestione dei flussi migratori con le autorità libiche mentre il nodo delle torture effettuate nei centri di detenzione dei migranti resta aperto. Intanto termina l’operazione TRITON che sarebbe dovuta finire il 31 dicembre scorso ma ha avuto un mese di proroga per il tempo necessario a chiudere l’intesa sulla nuova operazione denominata THEMIS nella quale scompare l’obbligo di portare in Italia i migranti soccorsi. Al termine della Conferenza internazionale sul Sahel, la dichiarazione finale sottolinea l’importanza attribuita alla regione nel controllare le bande criminali che gestiscono i flussi migratori, il traffico d’armi e di droga. Si sottolinea altresì la necessità che la stabilizzazione securitaria e la militarizzazione della zona si accompagni a politiche di aiuto e sviluppo più incisive in una zona dell’Africa dove lo sviluppo demografico è impetuoso anche se “aiutarli a casa loro” non sembra essere la ricetta giusta per diminuire le migrazioni. Frontex pubblica il Rapporto (parte1 - parte2) sul dunzionamento di EUROSUR.

 

  • marzo nell’ambito della “EU-Algeria cooperation week” si svolgono a Bruxelles  una serie di riunioni per dare seguito alle priorità di cooperazione adottate nel marzo 2017. Il Libano la cui tenuta, che l’AR Mogherini non esita a definire un miracolo, è di fondamentale importanza per gli equilibri mediorientali, gode del pieno sostegno UE. Si riunisce a Bruxelles il Gruppo del sotto-comitato UE-Libano per gli affari economici: tre giorni di incontri al fine di stimolare concretamente la crescita economica e occupazionale. Poco dopo Roma ospita un altro incontro questa volta dedicato alla sicurezza e alla stabilità del paese: viene licenziato un pacchetto di 50 milioni di euro in aiuti a sostegno delle forze armate e delle forze per sicurezza interna. Viene anche creata una missione di osservatori per le elezioni del 6 maggio. Si svolge il Consiglio “Difesa” viene adottata la lista dei 17 progetti previsti dalla PESCO (Permanent Structured Cooperation). Viene pubblicato la Relazione sullo stato di attuazione dell'agenda europea sulla migrazione“ (en) – Com(2018)250. Anche se il numero di migranti arrivati in Europa è diminuito rimangono le perplessità sull’operato dei libici, cui si oppongono le ONG ancora presenti in Mediterraneo, sull’efficacia delle azioni in corso e sulla mancanza di prospettive per una vera politica migratoria. Nell'ambito del Fondo fiduciario d'emergenza dell'UE per l'Africa (componente "Africa settentrionale"), è adottato un nuovo programma (con una dotazione di 50 milioni di euro) volto a migliorare le condizioni di vita, anche dei migranti, nei principali comuni libici. Gli accordi con i paesi del Sahel portano al rimpatrio volontario di circa 16000 migranti bloccati in Libia e ad un meeting dei ministri degli interni dei paesi subsahariani ed europei sulla gestione delle migrazioni. Nella dichiarazione congiunta i partecipanti si trovano d’accordo nel rinforzare i quadri legislativi nazionali, la coordinazione regionale degli strumenti nazionali di lotta, le capacità tecniche e materiali di difesa, la cooperazione giudiziaria e il controllo alle frontiere. Roma ospita una conferenza sul sostegno all’UNRWA che l’AR Mogherini ritiene necessario non solo per ragioni umanitarie ma anche per la fattibilità della soluzione “due stati” e per la sicurezza della regione e dell’Europa. Vengono stanziati 82 milioni di euro per l’UNRWA mentre una nuova riunione del Ad Hoc Liaison Committee (AHLC) consolida l’aiuto alla costruzione di un desalinizzatore a Gaza. Gli sforzi per la pace sono messi a dura prova dalla nuova escalation di violenze. Il premier palestinese sfugge per poco ad un attentato (probabilmente perpetrato dall’ala oltranzista di Hamas). Israele demolisce sistematicamente case e strutture palestinesi (anche finanziate dall’UE). In più viene approvata una legge che permette al ministero dell’interno di revocare la residenza a Gerusalemme est per gli accusati di terrorismo, spionaggio, tradimento. Netanyahu in difficoltà, come i populisti occidentali, cavalca l’onda del razzismo e della paura. La UE esprime le sue preoccupazioni che trovano puntuale conferma a fine mese quando l’esercito israeliano uccide 16 palestinesi durante manifestazioni al confine. In Egitto si svolgono le elezioni presidenziali. Al-Sisi viene rieletto con un plebiscito ma al voto va meno della metà degli egiziani. Allo scoccare del settimo anno di guerra in Siria dalle parole dell’AR Mogherini si percepisce l’impotenza della comunità internazionale. L’Alto Rappresentante, ricordando che un processo di pace si deve concentrare a Ginevra, si sofferma sulle possibilità che potrebbero scaturire dalla Conferenza “Supporting the Future of Syria and the Region” di Aprile. Il FEMISE pubblica il rapporto «Inégalité et croissance inclusive dans la région sud méditerranéenne: les activités d’éducation et d’innovation favorisent-elles la performance des entreprises et le bien-être des citoyens?”Viene presentato al Cairo il rapporto finale del programma ENPI CBC Med. Nell’ambito del progetto RESUME (Réseau Méditerranéen pour l’Employabilité) l’università marocchina Mohamed V ospita un incontro su “University and Employability” e “Social and solidarity-based economy”. Lo European Endowment for Democracy ospita un dibattito sui risultati della Tunisia dall’adozione della nuova costituzione. Lo OECD pubblica il primo Economic Survey of TunisiaIl Consiglio europeo di primavera si concentra sulle questioni economiche e commerciali. Altri argomenti: l'attacco di Salisbury, la Turchia, i Balcani occidentali e la fiscalità. 

 

  • aprile si riunisce a Marrakesh la prima Conferenza internazionale sulla giustizia. Poco dopo viene firmato un accordo per la partecipazione del Marocco alla Research and Innovation in the Mediterranean Area (PRIMA). Tunisi ospita una riunione del Comitato di Associazione UE-Tunisia. Si conferma la via verso un partenariato privilegiato. In visita a Bruxelles il Capo del Governo, Youssef Chahed, presenta una Roadmap for the Advancement of Priority Reforms”. Riforme economiche e sociali necessarie per consolidare le finanze pubbliche, stimolare la crescita, perseguire un modello di sviluppo sostenibile in un paese ancora fragileSi riunisce al Cairo il Quartetto sulla Libia. Il comunicato congiunto rinnova il sostegno alla sovranità, indipendenza e integrità territoriale, al Piano d’Azione dell’ONU, allo svolgimento di un referendum costituzionale propedeutico allo svolgimento di libere elezioni da svolgersi in un clima di sicurezza. A tal proposito il Quartetto prende atto dei progressi conseguiti nei preparativi per le elezioni comunali e i tentativi di riconciliazione delle comunità locali. Tentativi di cui si stenta a credere vista la costante tensione tra le fazioni. Il generale Haftar scompare per qualche giorno, per malattia, si dice addirittura sia morto. Alla fine rientra in patria ma nel frattempo, segno che la sua influenza negli equilibri libici è diminuita, il suo vice sfugge per miracolo ad un attentato. L’AR Mogherini nella conferenza stampa aggiunge di non dimenticare l’aiuto che la UE offre ai paesi del Sahel nel controllare le frontiere e nello sviluppo economico. In vista delle elezioni la UE conferma il suo aiuto al Libano con un pacchetto di aiuti per 150 milioni di euro e il dispiegamento di una forza di osservatoriNella striscia di Gaza continuano le uccisioni da parte dell’esercito israeliano. L’AR Mogherini non può far altro che reiterare la condanna della violenza e auspicare la fine del blocco di Gaza. Si svolge il 29 summit della Lega degli Stati Arabi. Nel suo intervento l’AR Mogherini, parlando della Siria conferma che l’unica soluzione del conflitto è politica ma, nel ricordare le vittime, non nomina mai il popolo curdo. Forse per la prima volta ammette che la possibilità di uno stato palestinese che includa Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme est diventa, nonostante la soluzione a due stati sia quella perseguita dall’UE, sempre meno praticabile. Infine, ricordando come il convergere delle politiche economiche abbia portato gli stati europei alla pace, prefigura per la regione medio-orientale un percorso simile. Per questo motivo la UE finanzia le riforme economiche e sociali degli Stati nordafricani e del Medio Oriente. In Siria un ennesimo attacco chimico provoca morti a Douma. La reazione dell’occidente è compatta e si esprime in un attacco più dimostrativo che punitivo non provocando alcun danno ad Assad (e ai Russi). Il Consiglio affari esteri afferma ancora una volta la necessità di rilanciare una soluzione politica al conflitto nel quadro del processo di Ginevra a guida ONU. Concetti confermati dall’AR Mogherini nel suo intervento al PE dove si discute anche dei progressi nella stesura di un “UN Global Compacts for Safe, Orderly and Regular Migration and on Refugees. Finalmente si svolge la Seconda Conferenza di Bruxelles “Sostenere il futuro della Siria e della regione”La conferenza (Mogherini) è un'occasione per ottenere sostegno politico al processo di pace guidato dall'ONU (De Mistura-Mogherini). Sono presenti 86 delegazioni di 57 Nazioni con250 ONG e numerosi organismi economico-finanziari. Mobilita (oltre all’impegno già profuso dall'UE) aiuti per i siriani all'interno del paese e nei paesi vicini, incluse le comunità ospitanti, per un valore di 4,4 mld di USD (3,5 mld di euro) per il 2018, nonché impegni pluriennali per 3,4 mld di USD (2,7 mld di euro) per il periodo 2019-2020. La dichiarazione finale si sofferma, visti gli enormi sforzi che i paesi confinanti (situazione in GiordaniaLibanoTurchia) e la Siria stessa stanno facendo nel soccorrere milioni di rifugiati, sulla necessità di sostenere lo sviluppo a lungo termine, l'occpuazione, l'istruzione, la salute sia per le comunità ospitanti che per i rifugiati.

 

  • maggio Nella giornata mondiale della Libertà di Stampa, in una dichiarazione a nome dell’Unione europea, l’AR Mogherini ribadisce che gli attacchi contro i giornali e i media sono attacchi alla democrazia. MEDREG pubblica il rapporto “Gas Infrastructure map of the mediterranean region” scopo del rapporto, in un momento in cui la scoperta di grandi giacimenti da adito a grandi opportunità economiche ma anche a crescenti tensioni internazionali, è monitorare l'infrastruttura attuale presente nella Regione mediterranea per poterne agevolare i potenziali sviluppi tenendo conto di diversi scenari futuri. Il FEMISE pubblica il rapporto aggiornato “Le defis du changement climatique en Méditerranée”. Il rapporto vuole essere una fonte accessibile a tutti in modo che ciascuno possa iscrivere la propria problematica in un quadro trasversale di azioni contro il cambiamento climatico. In occasione della giornata internazionale dei bambini, coadiuvato da UNICEF e UE viene lanciato un nuovo progetto per la promozione dei diritti dei bambini migranti in Marocco. Con un budget di 2.447 milioni di euro il progetto aiuterà i bambini migranti che costituiscono il 10% della popolazione migrante. In occasione dell’11° consiglio di associazione UE-Algeria viene pubblicato il Rapport sur l'état des relations UE-Algérie dans le cadre de la PEV rénovée – SWD(2018)102.  Il rapporto conferma l’importanza delle disposizioni della nuova costituzione e l’allargamento della democrazia partecipativa. Prende atto che gli sforzi del governo permettono al paese di avere un buono sviluppo umano e una buona struttura educativa. La crescita economica però, a seguito del crollo del prezzo degli idrocarburi, è rallentata (+1,7%). Nel 2016 si sono adottate misure per una diversificazione dell’economia e per un migliore strutturazione del bilancio dello stato. Il dialogo UE-Algeria (Mogherini) si è intensificato attraverso numerosi incontri e si è approfondito in  particolare nei settori della sicurezza, della lotta al terrorismo, e dell’energia. Progressi tangibili sono stati realizzati anche in altri campi: giustizia, agricoltura, pesca. In Tunisia si svolge il 14° Consiglio di associazione UE- Tunisia. Nell’occasione viene pubblicato il Rapport sur l'état des relations UE – Tunisie - SWD(2018)180. Nel rapporto si notano progressi nel consolidamento democratico, nella partecipazione della società civile alla governance, nell’occupazione giovanile, nella gestione concertata delle migrazioni e della sicurezza.  Durante il Consiglio UE e Tunisia raggiungono un accordo sulle priorità strategiche del partenariato per il periodo 2018-2020 (Mogherini). Però l’immagine che esce dalla tornata di elezioni municipali, le prime dalla Rivoluzione del 2011, è quella di un paese deluso, al voto va circa il 33% della popolazione, dove la laicità è ancora a rischio. In Libia il clima di violenza non accenna a diminuire L’Alta Commissione Nazionale Elettorale è fatta oggetto di un attacco terroristico a Tripoli. Intanto a Parigi si riunisce la Conferenza internazionale sulla Libia. Macron,  cerca di superare la mancanza di rappresentatività dei principali leader politici invitando atri ma molte sono le defezioni. Viene preparato un piano in 13 punti ma l termine dei lavori i principali attori approvano, senza firmarla, una dichiarazione in cui si accordano sulla data del 10 dicembre per le elezioni. Per Macron è un innegabile successo per la diplomazia italiana il segno di una perdita di peso nella regione. Facendo seguito alle parole della Mogherini il Consiglio “Affari Generali” proroga di due anni, fino al 18 maggio 2020, il mandato della missione di formazione in Mali (EUTM Mali). Il mandato viene modificato per includere negli obiettivi anche il sostegno nella consulenza e nella formazione a favore della forza congiunta del G5 Sahel. In Palestina tra incaute parole di Abbas sull’Olocausto, altre uccisioni perpetrate dall’esercito israeliano e spari di razzi da Gaza non si vede via d’uscita. Come in tutto il Medio Oriente (ma visti gli ultimi sviluppi in Mediterraneo si può dire anche in Europa) anche in Israele il lavoro degli operatori umanitari è reso estremamente difficile. Mentre la UE annuncia nuovi aiuti per 3 milioni di euro, Tel Aviv continua a distruggere insediamenti palestinesi (e costruire insediamenti ebraici) vanificando ogni giorno gli sforzi per una soluzione a due stati. In Libano dopo nove anni Si svolgono le elezioni legislative.  Per gli esperti Il nuovo parlamento dovrebbe somigliare a quello uscente con una buona quota di deputati ricevono la candidatura da legami familiari. Se da un lato una novità potrebbe venire dalle 84 donne presenti in liste che si rifanno alla società civile allo stesso tempo si ripropone il grande duello fra Israele, USA e sauditi da un lato, e Russia, Iran e Siria. L’affluenza si rivela scarsa, la media è del 49% circa maggiore nelle zone controllate da Hezbollah che risulta il partito più votato. La sensazione è che non ci saranno grossi cambiamenti. La Giordania ospita il meeting annuale della Bers. Viene pubblicata la Relazione sullo stato di attuazione dell’agenda europea sulla migrazione (en) – (allegati) Com(2018)301. Generalmente è confermata la tendenza al ribasso anche se i “primi mesi del 2018 hanno visto una crescita delle pressioni lungo alcune rotte, con un aumento improvviso in zone specifiche”. Nel Mediterraneo centrale ci sono stati 9.567 arrivi (meno 77% rispetto allo stesso periodo 2017) di cui la maggior parte (2.072) nelle ultime settimane di aprile e prima di maggio. In aumento gli arrivi dalla Tunisia. Le decisioni di rimpatrio sono aumentate del 4% (da 493.785 nel 2016 a 516.115 nel 2017). Tuttavia a questo aumento non corrisponde un aumento del numero effettivo di rimpatri. Al contrario, i dati indicano chiaramente che il numero di rimpatri effettuati nel 2017 è diminuito di quasi il 20%. Emerge la necessità che gli Stati membri garantiscano l'effettiva attuazione delle decisioni di rimpatrio utilizzando anche l'assistenza dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. La quale però, per la scarsa collaborazione degli Stati, ha importanti carenze in termini di personale e attrezzature, al punto che possono essere soddisfatte meno della metà delle esigenze operative. Dall’Italia con il nuovo governo a fare la voce grossa con l’Europa, solo parole scontate. I problemi reali, dall’effettivo funzionamento della macchina burocratica allo sfruttamento dei migranti in ambito agricolo non sono all’ordine del giorno. Intanto il governo italiano viene denunciato alla Corte internazionale dei diritti umani per gli accordi con la Libia (stilati da Minniti) che, di fatto, darebbero vita a quelli che sono stati definiti "respingimenti mascherati" e all'internamento dei migranti nei campi libiciNel Consiglio affari esteri I ministri discutono della situazione a Gaza anche relativamente allo spostamento dell'ambasciata statunitense in Israele a Gerusalemme. Concordano sulla necessità di agire prontamente per evitare la perdita di altre vite umane, anche migliorando l'accesso umanitario. Hanno sottolineato inoltre l'importanza di rilanciare il processo politico e hanno ribadito la posizione unitaria dell'UE in merito alla necessità di trovare una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati con Gerusalemme capitale di entrambi.

 

  • giugno a fine maggio una delegazione della UE si reca in Libia per incontrare il Direttore della National Oil Corporation. Al centro delle discussioni il problema del contrabbando di petrolio (messo in luce dall’inchiesta seguita alla morte della giornalista maltese Caruana Galizia). L’incontro non sembra dare risultati visto che a fine mese un nuovo richiamo dell’UE esorta a interrompere le esportazioni clandestine. Il Consiglio recependo nel diritto dell'UE le sanzioni adottate dall’ONU impone il divieto di viaggio e il congelamento dei beni a sei trafficanti di esseri umani. In Siria la situazione rimane drammatica nel cantone di Afrin conquistato dai turchi (con l’aiuto di jihadisti riciclati) e nella zona di Deraa sottoposta ad un attacco dell’esercito regolare siriano. Ancora una volta la UE pur rivendicando la priorità del processo di pace di Ginevra è costretta ad esortare i “garanti di Astana” a fermare le violenze. L’AR Mogherini presenta un nuovo strumento di cooperazione con i paesi limitrofi il Neighbourhood, Development and International Cooperation Instrument (NDICI) pensato per superare le divisioni geografiche che inficiano l’azione degli strumenti ora in uso. È questo il caso della cooperazione con i paesi del Sahel. Nella conferenza stampa congiunta al termine della 4° riunione annuale UE-G5 Sahel l’AR Mogherini ricorda che per creare una economia non legata alle organizzazioni criminali occorre finanziare lo sviluppo della regione. Allo scopo la UE ha stanziato di 8 miliardi di euro per il periodo 2014-2020. Il successivo Consiglio affari esteri, oltre a preparare il vertice Nato di luglio e monitorare la situazione in Yemen, ribadisce l'impegno strategico globale dell'UE nei confronti della regione del Sahel (en) - 10026/18 e il sostegno agli sforzi di stabilizzazione dei paesi della regione. A latere si svolge una riunione tra UE e ministri del Sahel. Nel comunicato congiunto le parti, dopo aver ribadito gli impegni nel campo della lotta al terrorismo e all’immigrazione clandestina, si felicitano delle azioni intraprese nel quadro del Programma Prioritario di Investimento e sottolineano l’importanza di dotare il Segretariato permanente G5 Sahel dei mezzi necessari per la sua missione. Da parte sua la UE oltre all’impegno finanziario di 3.9 miliardi di euro già dispiegato proseguirà il sostegno della regione in materia di sviluppo. Nella "Comprehensive Review of the Situation in the Middle East and North Africa" presentata all’ONU il delegato UE Gerton van den Akker ribadisce le posizioni europee nei dossier regionali. Nella stessa occasione i delegati UE ricordano che la diminuzione dei fondi per l’UNRWA avrà gravi ripercussioni nella gestione della crisi palestinese. Nonostante tutti gli indicatori dimostrino che la pressione migratoria sia notevolmente diminuita, e con essa anche le richieste di asilo (Annual Report on the Situation of Asylum in the European Union), il Consiglio europeo di giugno rischia di essere un tutti contro tutti. Del gruppo di Visegrad si sa, l’Italia, ultima arrivata tra i governi di destra, si fa subito sentire rifiutando di far attraccare sul suo territorio una nave, già respinta dai maltesi, con più di 600 immigrati. L’azione scatena una polemica con la Francia accusata, a ragione, di non mantenere fede agli impegni di ricollocazione. Per ultimo l’Italia minaccia anche di bloccare la tranche di aiuti alla Turchia volendo destinare il denaro al controllo dei flussi dalla Libia. Salta all’occhio la pretestuosità di polemiche che si giocano solo per le opinioni pubbliche nazionali, i governi europei si accapigliano per la gestione di poche migliaia di anime. Junker, anche per le difficoltà interne della Merkel dovute alla ribellione del suo ministro degli interni, convoca una riunione informale (alla quale non partecipano i Baltici e il Gruppo di Visegrad) per creare una base comune di dialogo in vista del Consiglio europeo di giugno. Senza una soluzione sui “movimenti secondari” dei migranti, si potrebbe arrivare alla messa in discussione dello spazio di Schengen e quindi dell’Europa stessa. Per l’Italia presentatasi con una propria proposta, il risultato più evidente sembra essere lo stop alla richiesta di bloccare il flusso di migranti da un paese Ue all'altro (con la conseguente necessità di rispedire in Italia quelli registrati sul nostro territorio). Anche sul finanziamento della seconda tranche di aiuti alla Turchia viene raggiunto un accordo che distribuisce gli impegni su un periodo di due anni (2018-2019) prorogando però il periodo contrattuale fino al 2020. I bilanci annuali dell'UE finanzieranno una quota maggiore della seconda tranche rispetto a quanto fatto per la prima. Nelle discussioni per il bilancio 2021-27 viene proposto un cospicuo aumento delle voci destinate alla gestione delle migrazioni. Il Consiglio europeo (en) di giugno giunge ad un accordo di minima che lascia irrisolti la maggior parte dei problemi. I partecipanti seppur consci che dal 2015 c’è stato un calo del 95% del numero di attraversamenti illegali ribadiscono che tutte le navi operanti nel Mediterraneo dovranno non interferire con le operazioni della guardia costiera libica. In considerazione dell’aumento dei flussi nel Mediterraneo occidentale, l'UE sosterrà gli sforzi compiuti dagli Stati membri (Spagna), e dai paesi di origine e di transito (Marocco). Ancora una volta si afferma che “è necessario eliminare ogni incentivo a intraprendere viaggi pericolosi” (come se l’incentivo non sia l’Europa stessa) e si invita ad esaminare il concetto di piattaforme di sbarco regionali. Quasi tutte le proposte si basano su azioni volontarie: dal Consiglio si affaccia una gestione più comunitaria delle migrazioni o un’Europa a due velocità?  “Nel territorio dell'UE coloro che vengono salvati, a norma del diritto internazionale, dovrebbero essere presi in carico sulla base di uno sforzo condiviso e trasferiti in centri sorvegliati istituiti negli Stati membri, unicamente su base volontaria; qui un trattamento rapido e sicuro consentirebbe, con il pieno sostegno dell'UE, di distinguere i migranti irregolari, che saranno rimpatriati, dalle persone bisognose di protezione internazionale, cui si applicherebbe il principio di solidarietà”. Naturalmente i migranti irregolari sono i migranti economici come se fuggire dalla morte per fame non sia impellente come fuggire dalla morte per guerra. Si sottolinea “l'esigenza di intensificare l'effettivo rimpatrio dei migranti irregolari” che le asfittiche burocrazie europee (di Italia e Grecia in primis) non riescono ad assicurare. Infine, regalando un’ancora di salvezza alla Merkel, si esortano gli Stati membri ad adottare tutte le misure legislative e amministrative interne necessarie per contrastare i movimenti secondari di richiedenti asilo tra Stati membri, che rischiano di compromettere l'integrità del sistema europeo comune di asilo e l'acquis di Schengen. Il blocco di ogni capacità decisionale lascia “impregiudicata la riforma di Dublino” e rimanda al Consiglio di ottobre la presentazione di una relazione sui progressi compiuti riguardo alla riforma tesa a creare un nuovo sistema europeo comune di asilo. Il Consiglio si è occupato anche della riforma della zona euro, anche qui nessun risultato concreto è stato raggiunto. Alla fine ciò che rimane è una nuovo arretramento dei valori e della responsabilità europei.

 

  • luglio nella risoluzione sul progetto di decisione relativo ad un accordo di partenariato tra l'UE e l'Iraq il PE esprime preoccupazione per la frammentazione della società irachena e raccomanda che gli aiuti siano distribuiti a tutti i cittadini senza discriminazioni settarie. Anche la punizione dei delitti computi dagli affiliati a Daesh deve prevedere la partecipazione delle vittime e la creazione di un casellario giudiziario completo così da non ostacolare la riconciliazione delle comunità. Viene lanciata EuroMedMig-ReNet  una rete euro-mediterranea di ricerca sulle migrazioni composta da istituzioni di ricerca delle due sponde del Mediterraneo. L’Unione per il Mediterraneo compie 10 anni. L’AR Mogherini incontra il Segretario dell’UpM Nasser Kamel. L’Assemblea Euromediterranea fissa la sua sede permanente a RomaIn occasione del vertice NATO Mogherini incontra il segretario di stato USA M. Pompeo e partecipa ad un incontro della Coalizione contro Daesh. Tusk, Junker e Stoltenberg firmano una Dichiarazione comune sulla cooperazione UE-Nato nella quale si approfondisce la cooperazione tra le due organizzazioni che peraltro già collaborano nelle esercitazioni militari comuni e nella crisi dei rifugiati. Un anno dopo l’adozione delle EU-Egypt Partnership Priorities l’AR Mogherini si reca in Egitto. Al centro dei colloqui col Ministro degli esteri Shoukry, oltre alle relazioni bilaterali, i problemi regionali e gli sviluppi sul   Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA). A sua volta Il Commissario Hahn visita la Tunisia capeggiando una delegazione di otto istituzioni finanziarie che sosterranno i programmi di riforme socio-economiche del paese. Il six-Month Report on Israeli settlements in the occupied West Bank, including East Jerusalem evidenzia come Israele abbia proseguito la costruzione di nuove unità abitative ad un livello maggiore del periodo precedente, più di 27.000 coloni israeliani si potranno trasferire nella Cisgiordania occupata. Attraverso queste attività le autorità israeliane continuano a rafforzare gli insediamenti esistenti e la separazione di Gerusalemme Est dal resto della West Bank esacerbando la frammentazione territoriale della Cisgiordania. L’attività di costruzione si accompagna alla distruzione di manufatti palestinesi. Prima il presidente del PE Tajani, che incontra il capo della High National Elections Commission, Emad al-Sayeh, poi Mogherini, si recano in Libia. A Tripoli l’AR inaugura i locali della Delegazione europea e della EU Border Assistance Mission. Nell’incontro con Serraj ribadisce la necessità di preparare le elezioni su una solida base costituzionale e che i risultati siano accettati da tutti. Il successivo Consiglio affari esteri esprime soddisfazione per il ritorno di una presenza fisica permanente in Libia e conferma il sostegno al governo Serraj. Nella conferenza stampa al termine dei lavori l’AR Mogherini sottolinea la necessità di sostenere il lavoro del nuovo inviato ONU Ghassan Salamé nel preparare le elezioni e di non continuare le distrazioni di petrolio attuate fuori dal circuito ufficiale. Rimarca infine che 28.000 migranti hanno accettato il rimpatrio volontario dalla Libia negli ultimi mesi, più che in tutti gli anni precedenti, e che il numero degli arrivi sulle coste europee è sceso dell’85%. Negli Orientamenti per gli Stati membri per evitare la criminalizzazione dell'assistenza umanitaria il PE esorta la Commissione ad “adottare orientamenti destinati agli Stati membri al fine di chiarire quali forme di favoreggiamento non dovrebbero essere configurate come reato, in modo da assicurare chiarezza e uniformità nell'attuazione dell'acquis attuale”. Facendo seguito alle decisioni del Consiglio di giugno, vengono sbloccati, nell’ambito del EU Emergency Trust Fund for Africa, 90,5 milioni di euro supplementari per rafforzare la gestione delle frontiere e la protezione dei migranti nel Nord Africa. All’inizio del mese l’Austria prende la presidenza UE. Uno dei suoi primi atti è quello di diramare un testo secondo il quale, poiché i migranti sono giovani sensibili alle ideologie ostili alla libertà, occorre creare un nuovo sistema di protezione per cui nessuna domanda d’asilo sarà disposta sul suolo europeo così da garantire, entro il 2025, il diritto d’asilo solo a quelli che rispettano i valori della UE. Di fronte al crollo degli sbarchi partiti e governi xenofobi, per tenere sulla corda l’elettorato parlano in malafede di invasione (caso Italia). Ma i sovranisti non accettando soluzioni comuni non trovano soluzioni neanche tra di loro (il presidente del Parlamento italiano Fico propone sanzioni ai paesi che si rifiutano di fare la loro parte). Per evitare la minacciata chiusura delle frontiere la Germania lavora ad un nuovo accordo ma il “collasso delle tre Europe” si inserisce in una crisi mondiale in cui lo scricchiolio delle alleanze occidentali, l’aumento dei migranti economici innescata dai cambiamenti climatici e  l’invecchiamento dell’emisfero nord segnano un cambiamento epocale. Viene finalmente avviata una procedura di infrazione contro l’Ungheria per la sua politica contro l’immigrazione. Dando seguito alle nebulose proposte del consiglio europeo di giugno la Commissione chiarisce alcuni aspetti che dovrebbero predisporre la creazione dei “Centri controllati” all’interno della UE e la predisposizione delle “intese regionali” con i paesi terzi nei quali costruire le “piattaforme di sbarco”. Quali le ripercussioni di queste ultime sui rapporti UE-Africa e tra i paesi africani stessi?

 

  • agosto il Segretario generale dell’UpM, Nasser Kamel, incontra il primo ministro tunisino Youssef Chahed e altri ministri. Lanci di razzi  verso Israele e la pianificazione di altri insediamenti accrescono la tensione in Palestina. Il Six-Month Report on Demolitions and Confiscations of EU funded structures in the West Bank including East Jerusalem  sottolinea come le continue demolizioni, anche di strutture scolastiche, si concentri a Gerusalemme est.  A Gaza, grazie al supporto dell’UE, entra in funzione il più grande impianto di energia solare produrrà l’energia necessaria all’alimentazione dell’impianto di desalinizzazione del sud della Striscia. Illustrando lo stato dell’azione EUBAM Libya, Vincenzo Tagliaferri, sottolinea che la missione, incentrata nell’aiuto alla gestione dei confini e il rafforzamento del diritto, fa parte di una più ampia azione UE che favorisca anche la prosperità del paese. L’Italia pensa di bloccare gli arrivi di migranti fermando le Ong, minacciando la chiusura dei porti, aprendo vertenze con vari Paesi Ue (Malta e Francia). Tutto ciò in mare produce una situazione di piena confusione “scomparsi i gommoni, tanti barchini stracarichi di migranti, abbandonati in mare alcuni senza motore, con le navi di passaggio che ignorano le richieste di aiuto e i libici che coordinano i soccorsi ma non assegnano un porto di sbarco”. I soccorritori ormai non hanno più certezze e, rischiando di restare bloccati per giorni in a seguito delle beghe tra gli stati europei preferiscono tirare dritto. L’assoluto disprezzo, ancor prima del diritto,  per l’essere umano da parte del governo italiano, dimostrato nella gestione dei casi dellAcquarius, tornata in mare e della Diciotti,  avvelena la società italiana fomentandone la polarizzazione. Ma questa, come dimostra l’incontro tra Salvini e Orban, è politica elettorale. La realtà è che si segna il passo anche nei rimpatri mentre la chiusura degli hotspot e di altri centri di accoglienza permette ai migranti irregolari di far perdere facilmente le tracce. A fine mese il meeting informale dei ministri della difesa conferma la buona salute della cooperazione in campo militare e il prolungamento dell’Operazione SOPHIA. Il successivo consiglio affari esteri, dopo aver discusso di Medio Oriente, Siria, Iran e… Stati Uniti, si sofferma di nuovo sull’Operazione SOPHIA. L’AR Mogherini sottolinea di nuovo la difficoltà di giungere ad un accordo per la ripartizione dei migranti, si nasconde dietro al fatto che molte decisioni sono competenza dei singoli governi e rimanda tutto al Consiglio di Salisburgo.

 

  • settembre in Libia la situazione è di nuovo fuori controllo, violenti scontri scoppiano a Tripoli e dintorni, viene attaccata  la National Oil Corporation, la principale fonte di guadagno per il paese. Il cessate il fuoco  e il successivo colloquio telefonico tra l’AR Mogherini e il premier Serraj riportano un po’ di calma. Riferendo alla plenaria del PE, Mogherini sottolinea la debolezza del cessate il fuoco stipulato tra “differenti milizie che competono per le risorse e per il potere” e la necessità che venga costruito un solido quadro costituzionale che sostenga le future elezioni. Mentre l’Italia, vista la debolezza del governo Serraj, inizia ad aprire canali diplomatici con Haftar, l’ambasciatore Perrone entra in rotta di collisione con il generale dichiarando in una intervista che ancora non ci sono le condizioni per un eventuale voto. Nel discorso sullo Stato dell’Unione viene richiamata la cooperazione politica con l’Africa. La Mogherini da parte sua sottolinea i passi fatti verso una partnership politica che non si limita a devoluzione di aiuti ma investe in un nuovo clima di cooperazione economica. Suscita inquietudine la proposta di una Guardia di frontiera europea con grandi poteri. L’Egitto è al centro delle attenzioni europee sia per ragioni economiche, l’estrazione di gas dal giacimento Zohr (scoperto e gestito dall’ENI) raggiunge in anticipo di un anno i suoi obiettivi, che politiche. Il meccanismo dei Sottocomitati, attraverso il quale esperti discutono dell’implementazione della cooperazione nei vari campi, la  visita ufficiale del nuovo segretario dell’UpM Nasser Kamel, il sostegno al rais di Bengazi Haftar fanno dell’Egitto un partner insostituibile. La conferma di 75 pene capitali si merita al massimo una nota di protesta, così come, di nuovo, un premier italiano si accontenta delle parole di al-Sisi senza dire niente sui processi di massa e il terrore di cui è stato vittima anche Tullio Regeni. Nel vertice informale di Salisburgo si discute di sicurezza interna, Brexit e migrazione. Per quanto riguarda quest’ultima, nelle note dopo il vertice, Tusk osserva come l’unico punto di accordo sia (nonostante il crollo degli arrivi) “il contenimento della migrazione illegale verso l'Europa”. Ci si concentra quindi sul rafforzamento delle frontiere e sulla necessità di stipulare patti bilaterali con i Paesi mediterranei, in primis con l’Egitto. Della riforma del Regolamento di Dublino o di altre misure destinate ad obbligare i paesi reticenti a fare ciò che a suo tempo avevano sottoscritto non se ne parla. L’Italia, accusata tra le righe di usare la crisi invece di cercare di risolverla, è ormai nel campo dei paesi di Visegrad. Il giro di vite promesso da Salvini, si concretizza nelle pressioni sul governo panamense per la revoca della bandiera all’Aquarius, nel decreto immigrazione che prevede una forte riduzione del sistema SPRAR e una “militarizzazione” dell’accoglienza e in un discorso “abiertamente racista… con muchos visos de ser también deshonesto”. Visto che la politica dei vertici non fa il suo dovere l’eurodeputato Viotti relatore del bilancio europeo, inserisce un emendamento per cui i fondi per lo SPRAR, fino ad oggi richiesti dagli Stati, potranno essere devoluti direttamente alle Regioni e ai Comuni che ne facciano richiesta per progetti specifici. Al momento della votazione i M5S erano assenti i leghisti hanno votato no. In Tunisia si svolgono alcuni incontri di rilievo. Il sesto Tunis Forum, un forum mondiale sui partenariati pubblico-privati organizzato, tra gli altri, dalla BERD che  si impegna a sostenere la produzione e la commercializzazione dell’olio di oliva tunisino. In realtà la Tunisia del dopo rivoluzione, nonostante gli aiuti e il sostegno politico, non ha saputo rispondere alle richieste dei giovani tanto che ora sono proprio loro la quota maggiore di coloro che tentano di approdare in Europa. Il FEMISE pubblica lo studio Macro Management & Evaluation of IMF Reforms: Tunisia and Comparative ExperiencesNel quadro delle iniziative per i 10 anni dell’Unione per il Mediterraneo vengono lanciano tre nuovi progetti su deforestazione, prevenzione dell’estremismo e sullo sviluppo delle città intelligenti. La UE e L’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) lanciano un sito web destinato ai giornalisti e a tutti coloro che si interessano a ciò che succede sulle rotte del Mediterraneo. Ai margini della Plenaria ONU si svolgono un incontro di alto livello sul Mali e il Sahel e il Third African Union-European Union-United Nations Trilateral Meeting. Il comunicato finale richiama tutti i progressi compiuti dal momento dell’inizio della cooperazione. Dal rafforzamento dei legami economici, alla partnership politica fino alla gestione dei flussi migratori. Nella stessa occasione la UE co-presiede due meeting ministeriali sulla situazione in Palestina gravemente deteriorata dall’uscita degli USA dall’UNRWA che ha provocato un ridimensionamento dei programmi di aiuto a scuole e ad altre strutture basilari. Gli inviati del Quartetto esprimono la loro preoccupazione per la continua violenza a Gaza, l’UE condanna l’esecuzione di un uomo da parte dei palestinesi. Susanna Terstal viene nominata Special Representative per il processo di Pace in Medio Oriente (sostituisce Fernando Gentilini).

  • ottobre il PE pubblica lo studio Brexit and Migration. Lo studio mette a fuoco le relazioni future tra UE e Regno Unito a seguito dalla Brexit nel campo della migrazione (asilo escluso), includendo i movimenti di cittadini europei e britannici. Si svolge il terzo Forum regionale dell’UpM. Nella conferenza stampa al termine dell’incontro l’AR Mogherini sottolinea, come peraltro riportato nelle conclusioni,  l’unicità di una istituzione che permette ai paesi rivieraschi di confrontarsi e crescere insieme. I paesi dell’UpM partecipano anche alla Conferenza Women for Mediterranean 2018. 17 Il Consiglio europeo ancora una volta si conclude con un nulla di fatto. Il Consiglio invita ad elaborare “norme comuni minime per la sorveglianza delle frontiere esterne” ma nel “dovuto rispetto della responsabilità degli Stati membri”. Sceglie la via più facile esortando ad “adoperarsi maggiormente per facilitare rimpatri effettivi” e “concludere nuovi accordi e intese” con i paesi africani usando “le necessarie leve mediante il ricorso all'insieme delle politiche, degli strumenti e dei mezzi pertinenti dell'UE, compresi lo sviluppo, il commercio e i visti”. Nella conferenza stampa a fine lavori l’AR Mogherini si sofferma sulla Libia e sulla cooperazione con i paesi africani, in particolare con il Marocco (visto l’aumento dei passaggi verso la Spagna). Dal canto suo Tusk ribadisce che l’obiettivo, l’unico condiviso, è quello di fermare il flusso di migrazione illegale. Nel riferire al PE esorta a continuare il lavoro per la riforma del Sistema Europeo Comune di Asilo sparito dai radar decisionali europei. La gestione delle migrazioni e dell’accoglienza, ostaggio di narrazioni che non tengono conto delle persone, delle morti,  provoca una frattura non solo in Europa ma trasversalmente spacca nazioni e schieramenti politici. Mentre in Italia viene cancellato in un colpo l’esperimento più riuscito di integrazione (e di lotta alla mafia), quello di Riace,  in Francia le ambiguità di Melenchon provocano una spaccatura all’interno della stessa sinistra. Non va meglio per i sovranisti che prima o poi dovranno decidere se continuare ad avere una Unione europea o scontrarsi tra di loro. Si svolge in Austria, organizzata dal International Centre for Migration Policy Development (ICMPD) la Third Vienna Migration Conference. La conferenza nota che, mentre a livello ONU si tanno facendo passi avanti per l’adozione di misure comuni, a livello europeo i processi di riforma sono bloccati. Esiste consenso sul rafforzamento delle frontiere esterne ma non c’è un terreno comune per quanto riguarda la riorganizzazione del sistema europeo di asilo. Lo stesso ICMPD firma un memorandum d’intesa con la Union Border Assistance Mission in Libya (EUBAM) al fine di promuovere una partnership di lungo termine a supporto della gestione delle migrazioni e delle frontiere. Mogherini incontra il rappresentante ONU per la Libia Salamé. Nell’ambito del training dell’Operazione SOPHIA la marina italiana ospita un corso di addestramento per ufficiali della guardia costiera libica. Bruxelles ospita lo 11thAnnual Joint Consultative Meeting tra UE e Unione africana. La discussione si incentra sui progressi compiuti nella risoluzione di crisi in vari paesi africani. Per quanto riguarda il Mali dopo le pacifiche elezioni presidenziali si prende atto dell’impegno dei partiti per l'attuazione dell'accordo di pace e riconciliazione nel 2015 anche se si procede molto lentamente, in particolare per le disposizioni relative alle misure istituzionali, agli accordi di sicurezza e allo sviluppo per la parte settentrionale del paese dove continua la missione MUNISMA destinata a contrastare i gruppi jihadisti del Sahel. La Capitale belga ospita anche il 14° Dialogo UE-UA sui diritti umaniLa UE conferma il sostegno all’Egitto attraverso alcuni progetti destinati a migliorare la gestione delle acque e per contrastare il cambiamento climaticoLa UE e altre organizzazioni lanciano un progetto per l’integrazione economica dei rifugiati in Marocco. La UE si spende anche per l’ulteriore sviluppo dell’Università euromed di Fes e per un progetto sulla parità di genere. Rabat sotto la pressione dell’UE inizia la sua caccia ai migranti. Il Commissario Hahn conferma il sostegno europeo alla Giordania con l’adozione di nuove azioni destinate a rafforzare lo stato di diritto portando il sostegno complessivo al paese a quasi 2 miliardi di euro. La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo si impegna a finanziare l'espansione delle discariche di Amman. Ad inizio mese viene presentato a Tunisi il rapporto finale della missione di osservazione alle elezioni municipali di maggio. Si notano alcune criticità che dovrebbero essere risolte prima delle scadenze elettorali del 2019. Durante la visita di Hahn e Junker vengono firmati alcuni progetti destinati ad accompagnare la Tunisia nella transizione democratica e a modernizzarne l’economia e le politiche pubbliche.

 

  • novembre il PE pubblica l’analisi Human rights and the external actions of the EU and Member StatesLa fondazione Anna Lindh e UNIMED lanciano un nuovo progetto di cooperazione al fine di stimolare nuove riflessioni sull’avvenire delle relazioni mediterranee. La Fondazione pubblica il rapporto 2018 “Tendances Interculturelles et Changement Social dans la Région Euroméditerranéenne”. Una delegazione del PE in visita in Egitto si pronuncia per un approfondimento della partnership con l’UE. Si svolge la sesta riunione del Comitato di Associazione EU-Egitto. La banca centrale egiziana riceve un prestito di 3.2 milioni di euro. Viene lanciato il programma 'EU Support to Jordanian Democratic Institutions and Development, EU-JDID'  e pubblicato il Report on EU-Jordan relations in the framework of the revised ENP (2017-2018) – SWD(2018)485 – partner chiave in una regione instabile la Giordania ha dato prova di perseverare nelle riforme politiche ed economiche al fine di rafforzare lo stato di diritto  e il rispetto dei diritti umani. Ciò ha permesso un dialogo politico regolare e un aiuto finanziario sempre presente. Algeri ospita il Dialogo di alto livello su sicurezza regionale e lotta al terrorismo. L’AR Mogherini prende atto che la situazione regionale non è migliorata. Le operazioni in Sahel costituiscono il punto focale dell’azione comune tra i due paesi. Nell’incontro col ministro degli esteri algerino vengono toccati anche i temi della cooperazione economica ed energetica. Viene pubblicato il Report on EU-Lebanon relations in the framework of the revised ENP (2017-2018) -SWD(2018)484 – I progressi del Libano, sostanziati nelle elezioni politiche di maggio, mostrano ancora una volta come la prosperità economica, la stabilità e la sicurezza siano intimamente legate alla democrazia e al rispetto dei diritti umani. L’aiuto della UE si precisa in una serie di relazioni politiche di alto livello e in un aiuto finanziario considerevole. Il maltese Alan Bugeja è il nuovo ambasciatore UE in Libia. Qualche giorno dopo Palermo ospita la Conferenza internazionale sulla Libia. La preparazione dell’evento complicata dalle rivalità tra Francia e Italia e dalle bizze di Haftar, sembra perdere di vista l’obiettivo per cui è stata convocata che è quello di sostenere con risultati concreti il piano dell’inviato ONU Ghassan Salamè: un esercito unico, riunione delle due branche della Banca centrale e dell’Ente petrolifero (Noc) che garantisce le risorse finanziare (per questo costantemente attaccato) e elezioni per giungere a un nuovo unico governo per la Libia che saranno preparate dalla Conferenza nazionale libica. Ai margini della conferenza l’AR Mogherini, dopo un intervento sul quotidiano “La Repubblica” non si spende in particolari commenti. La riunione cui, nonostante molte defezioni, partecipano alcuni tra i principali esponenti della scena libica, si chiude senza risultati immediati. A conferma della complessità dello scenario libico già all’indomani del vertice a Tripoli si registrano scontri armati. Si tratta comunque di scontri con un fine “politico”, i poteri locali, secondo Patrick Haimzadeh hanno preservato il tessuto sociale ed esiste una vera volontà di riconciliazione. Viene lanciato, proprio a favore delle comunità locali, il programma “Recovery, Stability and Socio-economic Development” che sarà gestito congiuntamente dallo United Nation Development Programme, dal Children’s Fund dell’UNICEF e dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Il programma mira a migliorare l’accesso ai servizi di base: sanità, educazione, acqua e servizi sociali. Al PE si svolge un dibattito sull’assegnazione di una zona di Ricerca e Salvataggio (SAR) alla Libia. Le navi del paese africano potranno quindi sbarcare di nuovo in territorio libico i naufraghi riconducendoli alle terribili condizioni da cui si erano sottratti. Il dibattito valuta anche la liceità delle “piattaforme regionali di sbarco” e dei “Centri di controllo” proposti dal Consiglio europeo di giugno. La SAR libica è una “finzione burocratica e militare costruita dal governo di Tripoli, con il contributo fattivo dell’Italia e della Commissione europea, che è diventata teatro soltanto di operazioni di polizia, spesso condotte con metodi brutali” (Mensurati, Tonacci)  in un tratto di mare ormai terra di nessuno dopo che anche l’ Acquarius è stata costretta sospendere l’attività di recupero. Il Consiglio affari esteri “Difesa” adotta conclusioni su sicurezza e difesa per migliorare autonomia strategica e cooperazione con la NATO. Vengono approvati 17 nuovi progetti nell’ambito della PESCO. In conferenza stampa l’AR Mogherini ribadisce che per continuare l’Operazione Sophia occorrerà trovare un compromesso sugli sbarchi di coloro che vengono recuperati in mare. Le ragioni dell’Italia vengono riconosciute da una maggioranza di Stati membri, non dalla totalità.Stylianides riferendo al PE in vista dell’adozione del Global compact sulle migrazioni, ricorda a chi fa confusione che l’accordo non è giuridicamente vincolante e non obbliga nessuno stato firmatario. L’AR Mogherini, in aggiunta a quanto detto dal suo collega, si premura di assicurare che non c’è scontro tra interessi nazionali e Global compac. Il contrasto alle migrazioni non è una guerra tra Nord e Sud e lo sviluppo dell’Africa è interesse di tutti. Deplora infine la decisione di alcuni stati membri (Italia compresa) di non firmare l’accordo.

 

  • dicembre ad Algeri i paesi del mediterraneo occidentale adottano una dichiarazione per il rafforzamento della cooperazione regionale nell’ambito dell’iniziativa WESTMED. Viene pubblicata la Comunicazione “Gestire la migrazione sotto tutti gli aspetti: progressi compiuti nel quadro dell’Agenda europea sulla migrazione” (fr) – Com(2018)798 con l’allegato “Schede informative sulle proposte prossime all'adozione”  (fr). Nonostante la UE sottolinei l’efficacia delle azioni lungo le rotte del mediterraneo occidentale e centrale, due indagini dello IAI sono di diverso avviso. Una sottolinea che “migrazione, asilo e mobilità rappresentano un campo di governance sempre più controverso nelle relazioni euromediterranee, […] caratterizzato da divergenze fondamentali di interessi e approcci […] per quanto riguarda la sostanza della politica migratoria dell'UE nel Mediterraneo, i soggetti interessati hanno sottolineato l'inefficacia delle politiche eurocentriche e orientate alla sicurezza dell'UE”. L’altra indagine conferma che “c'è stato un netto divario tra la democrazia dichiarata dell'UE e le motivazioni dei diritti umani e le sue pratiche reali nel Mediterraneo”. A seguito di una richiesta formulata dai leader dell'UE nella riunione di ottobre, il Consiglio approva un insieme di misure volte a contrastare le reti di trafficanti di uomini. L’AR Mogherini incontra Sarraj a Bruxelles per uno scambio di punti di vista sulle prossime tappe del percorso politico che deve portare alle elezioni in primavera 2019. Haftar invece si incontra di nuovo con Conte che così conferma la nuova linea italiana, sempre a sostegno di Sarraj ma non più troppo distante da Haftar. Va inquadrata in quest’ottica la sostituzione dell’ambasciatore a Tripoli. La delegazione UE in Libia emana una dichiarazione in cui si esprime grande preoccupazione per la situazione socio-economiche e di sicurezza nel sud del paese. Nello sesso tempo viene rafforzata la missione EUBAM Libia. A seguito della "Conférence de coordination des partenaires et des bailleurs" tenutasi a Nouakchott (Mauritania) vengono stanziati altri 125 milioni di euro in favore dei paesi del G5 Sahel. La Corte dei Conti però non è soddisfatta della trasparenza nella gestione dei fondi del Trust Fund per l'AfricaLa UE partecipa alla Conferenza di Marrakech che adotta il Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration. L’accordo consta di 23 obiettivi e copre tutti gli aspetti legati alle migrazioni internazionali. Il patto viene osteggiato da quei paesi guidati da governi contrari a qualunque accoglienza. In primo luogo gli Stati Uniti. In Belgio alla firma del tratto si scatena una tale opposizione che costringe alle dimissioni il governo. L’Italia si riserva di firmarlo dopo un confronto parlamentare per una valutazione della sua portata effettiva. Il Consiglio Affari esteri accoglie con favore l'esito della conferenza di Palermo, dichiara che lo status quo in Libia è fonte di instabilità e ribadisce che la crisi libica può avere solo una soluzione politica. Per questo sprona le parti ad organizzare la Conferenza nazionale all'inizio del 2019, conferma l’impegno ad aiutare i libici nella preparazione delle elezioni sostenendo l'Alta commissione elettorale nazionale e accoglie con favore gli sforzi in atto per organizzare le elezioni municipali. Si dice pronto ad ulteriori sanzioni per tutti coloro che compromettono il processo politico. Si impegnerà per superare l'attuale sistema dei centri di detenzione dei migranti e gestire meglio le frontiere nel quadro della task force trilaterale UA-UE-ONU. Il Consiglio europeo adotta conclusioni in materia di bilancio europeo, mercato unico, migrazione, relazioni esterne, cambiamenti climatici, sicurezza e altro. Per quanto riguarda la migrazione, confermando il persistere dell’andamento discendente degli attraversamenti illegali, invita a portare a termine i negoziati sulla guardia di frontiera e costiera europea e a compiere ulteriori sforzi per concludere i negoziati sulla direttiva rimpatri, sull'Agenzia dell'UE per l'asilo e su tutte le parti del sistema europeo comune di asilo. Le discussioni sul futuro bilancio europeo sembrano virare verso un ridimensionamento della solidarietà sia all’interno che all’esterno della UE approfondendo “l’institutionnalisation grandissante des intérêts particuliers au détriment du bien commun” (Jahshan, Rivalan) si assiste inoltre ad una esternalizzazione delle frontiere con l’aumento di budget destinati ad intervenire nei paesi terzi col solo scopo di proteggere l’Europa. Viene pubblicata Risoluzione del Parlamento europeo sulla Relazione annuale sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune - P8_TA (2018)0514. La BERS rinforza l’accesso ai prestiti per le micro e piccole imprese firmando una linea di credito con Enda Tamweel la più grande istituzione di microfinanza in Tunisia. Viene pubblicato il Report on EU-EGYPT relations in the framework of the revised ENP (2017-2018) - SWD(2018)490. Il rapporto conferma il sostegno UE all’Egitto attraverso dialoghi politici e reiterati aiuti finanziari; persistono gravi difficoltà per quanto concerne lo stato di diritto e i diritti umani. Su questo argomento la Risoluzione del Parlamento europeo sull'Egitto, in particolare sulla situazione dei difensori dei diritti umani - P8_TA (2018)0526 “condanna fermamente le continue restrizione imposte ai diritti democratici” ed esorta “a subordinare la futura cooperazione con l'Egitto al rispetto dei diritti umani e a integrare le preoccupazioni in materia di diritti umani in tutti i colloqui con le autorità egiziane”. in Libano vengono attivate varie iniziative nella sanità, a protezione dell’ambiente, sui diritti umani e sullo sviluppo del commercio. Il commissario Stylianides si reca in visita in Giordania per monitorare alcuni progetti di aiuto in favore dei rifugiati. I buoni rapporti con la Giordania sono confermati nel colloquio tra l’AR Mogherini e il Re Abdullah II.