Sonometro differenziale di Marloye

 

R. König, Parigi; 1873 ca.; 140x20x26 cm; legno, ferro, ottone

La risoluzione del problema della determinazione del numero assoluto di vibrazioni nell'unità di tempo che producono un suono fu fondamentale per lo sviluppo dell'acustica. Al riguardo, un posto essenziale nella storia delle ricerche di acustica (e di musica) è occupato da uno strumento costruttivamente molto semplice, ma rilevante per i risultati che con esso si ottennero, il monocordo, che venne usato per secoli negli studi sulle proporzioni musicali, sugli accordi e sull'armonia.

Il monocordo consiste in una tavola su cui viene tesa, tra due cavalletti fissi fra i quali ne può essere posto un terzo mobile, una corda. La corda è fissata da un lato ad un piolo fisso, dall'altro ad una chiave o ad un peso che ne regolano la tensione. Agendo sulla tensione si obbliga la corda, messa in vibrazione tramite un archetto da violino, a rendere un determinato suono di altezza musicale conosciuta; poi, per mezzo del cavalletto mobile si riduce la porzione di corda vibrante in modo da fargli generare il suono che si vuole valutare. Il rapporto fra le due lunghezze è uguale all'inverso del rapporto musicale fra i due suoni: come si verificò solo agli inizi del Seicento, quel rapporto corrisponde al rapporto inverso dei numeri delle vibrazioni nell'unità di tempo fatte dalla corda nei due casi. Quando alla tavola sia sostituita una cassa armonica, siano presenti più corde e scale, lo strumento viene detto sonometro

Fra il 1700 e il 1711 J. Sauveur (1653-1716) fece degli esperimenti fondamentali col sonometro ponendo dei cavalierini leggerissimi in vari punti della corda in modo da determinare la posizione di ventri e nodi, termini da lui introdotti insieme alla locuzione armonica superiore. Estese per analogia le relazioni fra frequenza, lunghezza d'onda e lunghezza della corda alla canna d'organo, trovandone conferma sperimentale. 

Il sonometro differenziale di Marloye (1795-1874) conservato nel Museo è composto da una cassa armonica sulla quale sono fissati tre regoli graduati: uno riporta le divisioni corrispondenti alle note della gamma cromatica temperata musicale (basata sul LA3=435 Hz); un altro alle frequenze della gamma cromatica dei fisici (basata sul DO3=256 Hz); l'ultima è un metro diviso in millimetri. Due corde fisse sono montate fra cavalletti e messe in tensione da chiavi; una terza corda può essere posta al centro fra le prime due, passando su una carrucola per poter essere tesa tramite un peso. Cavalletti mobili permettono di limitare la parte vibrante delle corde. Lo strumento era corredato da una serie di pesi, ora mancanti.

(Daniele Rebuzzi)