Macchina di Nairne
Adams di Londra, con molte parti sostituite; Teatro Fisico della Sapienza di Roma, 1793; 48x70x60 |
La macchina, progettata nel 1773 da E. Nairne (1726-1806), meccanico inglese, per il Granduca di Toscana, è stata acquistata per il Teatro fisico dell'Archigimnasio della Sapienza nel 1793, dalla ditta Adams di Londra, per il valore di 90 zecchini, "con cassa e controcassa, e serratura e chiave, una tinta di rosso", come si legge sul catalogo del 1794. Successivamente è stata modificata e molte parti sono state sostituite. Dell'originale restano, presumibilmente, il cilindro di vetro, la base e le colonnine di sostegno.
Una manovella consente di ruotare il cilindro di vetro intorno a un asse parallelo al piano di appoggio. Sul cilindro, posto tra due conduttori laterali di ottone, è appoggiata una striscia di cuoio che per strofinio può caricarsi. Uno dei conduttori laterali è provvisto di punte, affacciate verso il cilindro, mentre l'altro è collegato al cilindro di vetro tramite la striscia di cuoio. Ciascun conduttore termina con due aste metalliche, all'estremità delle quali sono fissate due sferette in ferro ricoperte di brasolina dorata, dette poli della macchina.
I poli della macchina di Nairne |
Facendo ruotare il cilindro, per strofinio tra la striscia di cuoio e il vetro, si carica negativamente il conduttore collegato al cuoio, mentre il secondo conduttore si carica di segno opposto. Quando la differenza di potenziale tra i due conduttori è sufficientemente elevata scoccano delle scintille tra i poli. L'intera struttura poggia su 5 colonnine di vetro. La macchina di Nairne veniva impiegata per elettrizzare un corpo conduttore.
(M. Grazia Ianniello)