Elettrometro a quadranti di Dolezalek

 

Allocchio Bacchini, Milano. 1930 ca. 14x14x26

La data di progettazione dell'elettrometro di Dolezalek, una variante dell'elettrometro a quadranti, è del 1901. L'Istituto acquistò i primi esemplari già nel 1903, come risulta dal Registro delle fatture per quell'anno. Gli esemplari mostrati sono stati realizzati in Italia intorno agli anni Trenta. Nello strumento, la scatola cilindrica di ottone è suddivisa in quattro settori sostenuti da colonnine isolanti di ambra. I quadranti opposti sono connessi tra loro da un filo metallico e posti poi in contatto, sempre mediante un filo, agli elettrodi dell'elettrometro. L'ago di carta argentata, a forma di otto, è sospeso ad un filo di quarzo fissato sulla parte superiore dello strumento ed è libero di ruotare all'interno della scatola. Le letture si eseguono con il metodo dello specchio, cannocchiale e scala.

Il sistema è protetto da un involucro cilindrico metallico provvisto di una finestra per osservare lo specchio. Nella fase operativa si carica l'ago ad alto potenziale, ponendolo ad esempio in connessione con l'armatura interna di una bottiglia di Leyda; un elettrodo, e i quadranti a esso connessi, vengono messi  a terra mentre l'altro si pone a contatto con il corpo di cui si vuole misurare il potenziale. In questo modo, dall'entità della deviazione dell'ago, si può risalire alla misura del potenziale. La sensibilità massima di un elettrometro di Dolezalek è di circa 10-5 V. 

(M. Grazia Ianniello)