Serie di canne d'organo in ottone
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R. König, Parigi; 1887 ca.; da 40x3.2x3.2 cm a 60x4.8x4.8 cm; ottone |
Riguardo all'uso della canna d'organo proposto da Sauveur come campione di frequenza, Diderot (1713-1784) suggerì un metodo, riportato nell'Encyclopédie (1780), per il mantenimento della nota fissa in base al quale, graduando una canna di lunghezza variabile, era possibile tener conto della temperatura e della pressione ambiente. Nel seguito si scoprì, al contrario, che non vi è dipendenza fra pressione dell'aria e frequenza del suono emesso.
In una canna ideale aperta da un lato, all'estremo aperto si forma un ventre, a quello chiuso un nodo: per tubi reali lunghi e a sezione circolare il ventre dell'estremo aperto non si trova proprio in corrispondenza di esso, ma poco fuori, ad una distanza dall'estremo pari circa al diametro del tubo. Per poter sfruttare ciò e le leggi generali sul comportamento dei tubi sonori, si pervenne alla costruzione di canne acustiche metalliche massicce, a sezione circolare, di tipo telescopico.
Originariamente, la serie qui presentata era composta di 13 canne d'organo in ottone, con imboccatura a flauto, per coprire tutte le note (anche diesis) da DO3=256 a DO4=512 Hz della scala temperata. L'intervallo di frequenze è ulteriormente suddividibile grazie al fatto che ogni tubo ne possiede un altro telescopico al suo interno, con incisa una scala graduata, con il quale se ne può variare la lunghezza anche di alcuni centimetri. Nell'apparato conservato nel Museo restano 9 canne.
(Daniele Rebuzzi)