Spettrografo di Littrow

Adam Hilger, Londra; 1923; 204x55x54 cm; legno, ferro, ottone, vetro, quarzo, carta telata

Uno dei più noti spettrografi impiegati nella ricerca è lo spettrografo ad autocollimazione di Littrow, modello E1 per l'ultravioletto (fino a 200 nm), nel quale una medesima lente funge sia da obiettivo fotografico che da lente del collimatore. Tale strumento è generalmente costituito da un "tubo" recante a una delle estremità la camera fotografica e all'altra un prisma con la faccia posteriore argentata e la lente di cui sopra. La luce viene introdotta nello strumento per mezzo di una fenditura situata su un lato del tubo e, riflessa a 90° da un piccolo prisma a riflessione totale, attraversa tutta la lunghezza dello spettrografo per andare a incidere sulla lente. Quest'ultima trasforma il fascio omocentrico di raggi provenienti dalla fenditura in un fascio di raggi paralleli che, incidendo sul prisma dotato di una faccia argentata, vengono riflessi verso la lente e  fatti convergere da questa sulla lastra fotografica situata all'altra estremità dello spettrografo. Perché si realizzi una buona messa a fuoco di tutto lo spettro, la lastra deve essere leggermente inclinata rispetto all'asse dello strumento, e tale inclinazione deve poter essere variata per ottenere la risoluzione di tutte le componenti dello spettro al variare della sorgente in esame. Nel caso dello strumento esposto nel Museo, l'inclinazione della lastra fotografica può essere modificata per mezzo di una manopola a vite, mentre l'apertura viene misurata grazie alla presenza di una scala graduata visibile attraverso una finestrella in vetro situata sulla parte superiore dello strumento. Quest'ultimo è montato su un basamento costituito da una trave di  ferro, e si presenta come un parallelepipedo di legno, dotato a una delle estremità di uno sportello apribile (18x46 cm) per il controllo dell'apparato interno.

Lente e prisma

Lente e prisma realizzati in quarzo (rimuovibili), sono montati su guide e possono essere spostati solidalmente grazie a un meccanismo regolato da manopola, per variarne la distanza dalla lastra fotografica, mentre una vite micrometrica consente di regolare le piccole rotazioni del prisma a riflessione. La lente ha un diametro di 7 cm e distanza focale di 170 cm; il prisma è da 30°. La radiazione da analizzare entra nello strumento  attraverso un cilindro in ottone situato sul lato dello strumento. Uno sportello sul corpo della camera fotografica consente di controllare la messa a fuoco dello spettro, messa a fuoco che va effettuata prima di introdurre la lastra fotografica. Lo strumento è stato  costruito a Londra dalla ditta Adam Hilger, come indica l'incisione in prossimità del soffietto della camera fotografica, ed è stato acquistato dal Regio Istituto Fisico nel 1923 e registrato  con il numero d'ordine VII - 247.

Simile per principio di funzionamento è lo spettrografo di Littrow modello G40 per le radiazioni visibili. Nello strumento, lungo 3 metri, il sistema disperdente è costituito da un prisma di 60° e da uno di 30° (con la faccia argentata). La lente acromatica ha diametro di 10 cm e distanza focale di 295 cm. Realizzato dalla ditta Hilger, è stato acquistato nel 1924 e registrato con il numero d'inventario VII-290.

 

(Silvia Trapanese)