Spettroscopio di Bunsen di Krüss

Fritz Kohler, Lipsia, 1906; altezza 22,5 cm; ingombro 40x26 cm

Nel primo strumento qui presentato, cannocchiale, collimatore e tubo recante la scala graduata sono in ottone e poggiano su un disco (anch'esso in ottone) sostenuto da un treppiede in ferro. Sulla superficie superiore del disco è collocato un cilindro cavo in ferro e ottone (con coperchio rimuovibile), all'interno del quale era disposto il prisma. Tre fori sulla superficie laterale del cilindro consentono di effettuare le osservazioni, mentre un sistema di ingranaggi (con vite micrometrica) consente di variare l'angolazione reciproca di collimatore e cannocchiale per la risoluzione delle diverse righe spettrali. A fianco della fenditura (la cui apertura è regolabile mediante una vite micrometrica), si trova un piccolo prisma, utilizzato per il confronto diretto tra uno spettro di riferimento e lo spettro in studio. Ciò si realizzava coprendo con tale prisma metà della fenditura, e facendo incidere su di esso della luce proveniente da una sorgente posta al lato del collimatore. In tal modo lo spettro prodotto dal prisma aggiuntivo si andava a sovrapporre a quello dovuto al prisma principale, consentendo dunque uno studio simultaneo dei due spettri. L'illuminazione laterale del prisma a riflessione totale era ottenuta grazie alla presenza di un braccetto estensibile sostenente un piccolo becco Bunsen con valvola. Fa parte della dotazione dello strumento anche un elemento a due fenditure, anch'esse di apertura regolabile come la prima. Lo strumento, in buono stato di conservazione, reca inciso il nome del costruttore (A. Krüss di Amburgo), e porta il numero d'ordine VII-81 ter; venne acquistato  nel 1887 dal Regio Istituto Fisico di via Panisperna (al prezzo di £ 887,5).

(Silvia Trapanese)

 

Interno del cilindro dove viene posto il prisma Elemento a due fenditure