Spettroscopio a sei prismi

A. Krüss, Amburgo 1880 ca.; 72x78 cm; Ferro, ottone, vetro, prismi

La separazione tra diverse lunghezze d'onda raggiungibile con lo spettroscopio di Bunsen è in generale assai limitata e perciò la necessità di osservare la struttura completa degli spettri luminosi favorì l'introduzione di spettroscopi a più prismi, in grado di aumentare il potere dispersivo e quello risolutivo senza aumentare eccessivamente né l'apertura né l'ingrandimento del cannocchiale. Poiché nel caso di spettri molto ampi le radiazioni agli estremi dello spettro tendono in genere a discostarsi dalla condizione di deviazione minima, negli spettroscopi "a corona di prismi" veniva in genere introdotto un meccanismo che consentiva di spostare l'inclinazione reciproca dei prismi in funzione dei movimenti del cannocchiale, permettendo la realizzazione automatica di tale condizione in corrispondenza della risoluzione di ogni linea dello spettro. In tali spettroscopi la posizione delle linee spettrali veniva in genere dedotta o per confronto con una scala graduata (come nello spettroscopio di Bunsen) o misurando le posizioni angolari del cannocchiale in corrispondenza di ogni collimazione. 

Gli otto prismi dello spettroscopio

Nel caso dello spettroscopio qui esaminato, gli spostamenti angolari possono essere misurati grazie alla presenza, sul disco in ottone sul quale sono montati collimatore e cannocchiale, di una scala graduata. Il disco funge anche da piano di appoggio per otto prismi, sei dei quali cambiano l'inclinazione reciproca in relazione agli spostamenti del cannocchiale. I restanti due prismi, posti alle estremità di cannocchiale e collimatore, possono invece scorrere su guide ed essere dunque allontanati/avvicinati dalle lenti situate agli estremi di questi. La fenditura, posta all'altra estremità del collimatore e regolata da vite micrometrica, non sembrerebbe essere originale. Ne è testimonianza la mancanza sia della vite senza fine che doveva regolarne la distanza dalla lente del collimatore, sia della rondella di regolazione di tale vite, nonché la colorazione leggermente diversa del materiale (ottone) costituente il corpo del collimatore stesso e della fenditura. Lo strumento presenta una incisione indicante la ditta costruttrice (Krüss di Amburgo); non figura tuttavia nel Registro Inventariale del Regio Istituto Fisico di via Panisperna.

 
(Silvia Trapanese)