Nel dicembre 2001, l’acquisizione da parte della DARC, la Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività culturali, dei prestigiosi archivi di Carlo Scarpa e Aldo Rossi, ha posto all’attenzione del grande pubblico la questione della conservazione e della divulgazione dei materiali che documentano il progetto di architettura moderna.n questo quadro in movimento, ma ancora frammentario, si pone l’esigenza di definire i caratteri, i requisiti, le prestazioni e la configurazione degli spazi destinati a conservare, studiare ed esporre al pubblico questo genere di materiali e di documenti che – lo sa bene chi svolge un’attività progettuale - sono di natura estremamente diversa perché ai tradizionali supporti cartacei, agli schizzi, ai disegni eseguiti con le tecniche più diverse, alle fotografie e ai modelli tridimensionali, si sono ormai aggiunti, sino a raggiungere un’importanza prevalente, gli immateriali supporti informatici, le animazioni e i video.
La nostra ricerca si è posta quindi come obiettivo quello di analizzare da una parte gli aspetti scientifici legati alla conservazione dei materiali del progetto d’architettura e dall’altra le caratteristiche organizzative, spaziali e ambientali dei luoghi destinati all’archiviazione, all’esposizione e alla fruizione di questi materiali, in relazione agli aspetti innovativi indotti dalle tecnologie informatiche sia nel campo della catalogazione e della comunicazione, sia nell’ambito proprio delle forme documentarie per la trasmissione del pensiero disciplinare. All’interno di questa prospettiva, il nostro specifico obiettivo è stato quello di perimetrare un campo di studio che riguarda il progetto di un archivio per la conservazione, lo studio e la divulgazione degli archivi degli architetti che hanno operato a Roma nel ‘900.
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