A valle della tavola Rotonda sul caso Khaled El Qaisi

Dagli interventi che si sono succeduti nella Tavola Rotonda di ieri sul caso El Qaisi, è apparso chiaramente che la vicenda del nostro studente Khaled in realtà, oltra agli ineludibili tratti umanitari, impone la necessità di riflettere sulla necessità di ristabilire un ordine e una procedura legali nei rapporti internazionali. Da un punto di vista teorico, la Democrazia, infatti, è un sistema politico “costoso” sul piano sociale, basato com’è sulla “persona”, che ne è l’elemento fondante, e sui suoi diritti: il venire meno a questi diritti rischia di generare un processo di deterioramento che mina le fondamenta stesse del sistema nel suo complesso.

Il Dipartimento - Istituto Italiano di Studi Orientali, facendo sue da un lato la preoccupazione della famiglia e di Sapienza per le condizioni dello studente e della sua prolungata detenzione, e dall’altro conscio della necessità assoluta di ripristinare un rapporto tra Stati fondato sul diritto internazionale come garante dei diritti della “persona” in quanto elemento cardine di una visione democratica della realtà, chiede con forza al nostro Ministero degli Affari Esteri di fare ogni sforzo possibile per mettere fine al vulnus nel Diritto internazionale arrecato dallo svolgersi degli eventi di questa vicenda. Per questa ragione inviamo un segnale pressante al Ministro degli Esteri nella linea di un ripristino rapido degli accordi e delle procedure internazionali in merito a diritti umani e cittadinanza, ristabilendo così una dialettica giuridica tra le Nazioni che sia garante di quei fondamentali diritti democratici di cui l’Italia, anche in qualità di Paese fondatore della Comunità Europea, è stato uno dei propugnatori più convinti.

 

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